Cari amici di Duc in altum, Dopo il discorso di Giorgia Meloni alla Camera per la fiducia, non pochi conservatori e cattolici hanno manifestato delusione: dalla leader del Centrodestra un intervento che si discosta di poco, o per nulla, dalle posizioni globaliste tipiche della Sinistra e di Davos. Altri invece sostengono che dirsi delusi è segno di ingenuità, perché Giorgia Meloni non avrebbe potuto affermare niente di diverso e che pretendere parole rivoluzionarie denota mancanza di realismo politico. In proposito, se lo desiderate, il dibattito è aperto: scrivete a blogducinaltum@gmail.com
Intanto ecco un commento di Massimo Viglione.
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di Massimo Viglione
I nomi dei ministri del nuovo governo di Centrodestra, e i primi discorsi ufficiali dei suoi esponenti di spicco, stanno già evidenziando ideologismo acritico e arrivismo personale: tare antiche, e mai guarite, di molti esponenti dei vari mondi gravitanti attorno al nuovo potere.
È esilarante vedere come ex missini “duri e puri” siano tutti felici e trionfanti per un governo palesemente asservito alla Nato e al globalismo della finanza apolide: le plurime dichiarazioni della stessa Meloni (ma anche di Tajani, Crosetto e altri) sulla politica estera, sulla guerra alla Russia e sulla sudditanza alla Ue di von der Layen, come del resto la scelta del ministro dell’Economia, non possono lasciare dubbio alcuno a riguardo. E poi ecco cattolici conservatori “tutti vita e famiglia” che esultano vedendo in una Roccella (magari dopo averla criticata per anni per le sue posizioni apertamente favorevoli alla Legge 194) un baluardo in difesa della vita e in un Nordio, che chiese apertamente il TSO per chi si rifiutava di vaccinarsi, un campione di giustizia cristiana. E non parliamo del vaccinista Schillaci, consulente di spicco di tale ministro Speranza.
Il potere del potere sulle coscienze…
In realtà, questo governo è palese continuazione di quello di Draghi, al servizio degli stessi suoi padroni: possiamo dire che è un governo di “Draghi-destra”, come, in caso di vittoria del Pd, sarebbe stato un governo di “Draghi-sinistra”. Insomma, la parola “centro” è stata fagocitata dall’uomo di Davos in Italia. Ennesima dimostrazione del fatto che viviamo l’epoca del pensiero unico. E spesso proprio coloro che proclamano di combattere il pensiero unico sono i più “unicizzati”.
Quando governa la Sinistra si avverano tutte le disgrazie possibili. Ma la disgrazia di quando non governa la Sinistra è che la realtà asfalta ogni sogno di ribellione e diversità e mostra ognuno per quello che realmente è. Credo che per tutti costoro sarebbe stato meglio che avesse vinto Letta: avrebbero potuto ancora fingere di credere a quello che dicono da una vita. Mentre adesso sono palesemente nudi, al servizio dell’ambasciata americana, di Bruxelles e di Schwab, oltre che fautori di una folle guerra alla Russia di Putin, che non pochi fra costoro fino a poco fa osannavano come esempio di resistenza al tanto odiato globalismo.
In fondo, gli ex missini ce l’hanno fatta: ora possono veramente dire: “Né destra né sinistra”, come sono soliti blaterare da sempre, ma nel senso che non si distinguono quasi più in nulla da Letta e soci. E non perché Letta e soci siano cambiati di una sola virgola.
Così come i cattolici conservatori possono stare tranquilli, finalmente: “La 194 non si tocca!”. E a garanzia assoluta di questo abbiamo un ministro “cattolico”. Cosa volete di più dalla vita?
Vi possono essere ancora dubbi sulle parole di Draghi all’ultimo Meeting di Rimini, quando invitò tutti ad andare a votare tranquillamente, dichiarando apertamente (tra gli applausi dei “catto-ciellini” osannanti il vitello d’oro di turno) che tanto, chiunque avesse vinto, sarebbe sempre andato tutto bene?
Beh, lo stiamo vedendo: Draghi docet! Et regnat. Con la Draghi-destra.