Cari amici di Duc in altum, il cardinale Raymond Burke ci ha fatto questo dono: una sua meditazione sull’Avvento.
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Cardinale Raymond Leo Burke
Sia lodato Gesù Cristo!
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
la stagione liturgica dell’Avvento è soprattutto una stagione di preparazione attraverso la purificazione. Le parole di san Giovanni Battista, il santo della stagione dell’Avvento, che comunicano la sua missione nel mondo, rivelano il significato dell’osservanza dell’Avvento: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!” (Mt 3,3). Come san Giovanni Battista preparò le vie della venuta del Signore nel tempo nel mondo, così le quattro settimane di Avvento sono il nostro tempo di preparazione per accogliere il Signore in modo più completo nella nostra vita ora, in modo da essere pronti ad accoglierlo definitivamente e totalmente nel giorno della sua venuta nella gloria alla fine dei tempi.
La preparazione di san Giovanni Battista alla venuta del Signore ha portato a compimento quattromila anni di preparazione del popolo di Dio alla venuta del Messia, l’Unto del Signore. Il peccato originale commesso da Adamo ed Eva e la promessa di Dio del Salvatore segnano l’inizio di questa lunga preparazione: “Porrò ostilità tra te e la donna, tra la tua discendenza e la sua discendenza. Egli ti colpirà la testa e tu gli colpirai il calcagno” (Gen 3, 15). Durante le settimane di Avvento ci uniamo ai nostri fratelli e sorelle del Popolo di Dio che hanno atteso e desiderato la venuta del Messia, il Salvatore. Nella Sacra Liturgia, ascoltiamo la Parola di Dio, donataci dai Profeti, con cui Dio Padre ha ispirato e alimentato la speranza del suo popolo nell’attesa, fino al giorno dell’incarnazione di Dio Figlio per la nostra salvezza eterna: l’Incarnazione redentrice.
Durante la stagione dell’Avvento uniamoci in modo speciale alla Beata Vergine Maria, il fiore più perfetto del Popolo di Dio, che Dio ha preparato fin dal suo concepimento per ricevere il Messia nel suo grembo al momento della sua venuta nel tempo. Imploriamo la sua intercessione, affinché possiamo imitare il suo cuore puro, affinché i nostri cuori siano sempre più disposti a ricevere Cristo alla sua venuta nella nostra vita, soprattutto attraverso l’accoglienza della Santissima Eucaristia, il Pane celeste che è veramente il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
Cristo bussa alla porta del nostro cuore
Dom Prosper Guéranger, O.S.B., celebre commentatore della Sacra Liturgia vissuto nel XIX secolo, scrive del periodo di Avvento con queste parole: “Ora, durante il periodo dell’Avvento, nostro Signore bussa alla porta del cuore di tutti gli uomini, a volte in modo così forte che devono accorgersi di lui, a volte in modo così dolce che bisogna fare attenzione per capire che Gesù sta chiedendo di essere ammesso. Viene a chiedere se c’è posto per lui, perché vuole nascere nella loro casa. La casa è davvero sua, perché l’ha costruita e la conserva; eppure si lamenta che i suoi si sono rifiutati di riceverlo, almeno il maggior numero di essi. Ma a quanti lo accolsero diede loro il potere di diventare figli di Dio, nati non da sangue né da carne, ma da Dio. L’Avvento è davvero un tempo di grazie potenti per la purificazione e la dilatazione dei nostri cuori, affinché possiamo accogliere più pienamente il Signore Gesù nella nostra vita”.
La descrizione dell’Avvento di dom Guéranger richiama alla mente la visione di san Giovanni apostolo ed evangelista, in cui il Signore parla alle sette Chiese dell’Asia Minore della sua venuta alla fine dei tempi. Il Signore esorta i suoi figli a pentirsi dei loro peccati e a riaccendere il suo amore nei loro cuori. Sì, le parole del Signore ci fanno naturalmente temere. La Chiesa lo chiama santo timore o timor di Dio. È un timore che ci fa prendere coscienza che stiamo vivendo come se Gesù non fosse venuto nel mondo e nei nostri cuori, e che ci spinge a intraprendere il cammino per cambiare il nostro modo di vivere. Non è una paura che ci porta alla disperazione, perché il Signore ci assicura: “Ecco: Io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).
Il Signore non smette di bussare alla porta del nostro cuore, a volte in modo drammatico, ma sempre viene a incontrarci nella Chiesa, cerca il nostro amore, desidera stabilire la sua dimora in noi.
Purificare il cuore per accogliere il Signore
La pratica della penitenza e, soprattutto, la confessione dei nostri peccati e la loro assoluzione per grazia di Dio nel sacramento della Penitenza sono al centro della nostra preparazione all’Avvento. Quale modo migliore di preparare le vie del Signore nei nostri cuori se non pregando con maggior fervore e praticando atti di mortificazione con i quali il Signore libera la nostra mente dalle distrazioni e il nostro cuore dagli affetti sbagliati?
La nostra preghiera e la nostra penitenza durante il periodo di Avvento raggiungono la loro pienezza e, allo stesso tempo, sono sostenute dall’incontro regolare con il Signore nel sacramento della Penitenza. Confessando i nostri peccati, grandi o piccoli che siano, purifichiamo e dilatiamo il nostro cuore affinché Cristo possa prendere più pienamente dimora con noi e in noi. Con l’assoluzione dei nostri peccati nel sacramento della Penitenza, Nostro Signore ci viene incontro e vive con noi, assistendoci nell’opera di riparazione, affinché la sua misericordia e il suo amore si radichino sempre più profondamente nei nostri cuori.
Una corretta e sincera confessione dei nostri peccati, quindi, richiede che la persona “confessi al sacerdote tutti i peccati mortali che non ha ancora confessato e di cui si ricorda dopo un attento esame di coscienza” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1493). Questa confessione deve essere integrale, nel senso che i peccati mortali devono essere confessati secondo il loro genere e numero. Altrimenti, non riusciremmo ad affrontare con onestà la nostra colpa e a chiedere perdono per tutti i peccati di cui siamo consapevoli.
Non si è obbligati a confessare i peccati veniali, ma è meglio farlo, perché anche le piccole mancanze impediscono il regno totale di Cristo nei nostri cuori. Non tenere conto dei nostri peccati veniali può facilmente portarci a peccati più gravi. “Sebbene non sia di per sé richiesta, la confessione dei peccati veniali è tuttavia fortemente raccomandata dalla Chiesa” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1493).
Cristo bussa alla porta del nostro cuore ogni giorno e ogni momento di ogni giorno. Desidera fare la sua casa con noi per sempre. Riceviamo le potenti grazie della stagione dell’Avvento, in cui entriamo, affinché le nostre orecchie siano sintonizzate per ascoltare il bussare di Cristo e le nostre menti e i nostri cuori siano disciplinati per dare un’accoglienza più sentita a Lui nella nostra vita.
Implorando Nostro Signore, per intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, di benedire voi, le vostre case, le vostre famiglie e tutte le vostre fatiche, resto vostro nel Sacro Cuore di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria, e nel Cuore Purissimo di San Giuseppe,
Raymond Leo cardinale Burke