“È difficile far capire qualcosa a un uomo, quando il suo stipendio dipende dal fatto che non lo capisca”.
Upton Sinclair
di Michael Bryant
Bloomberg e varie altre testate giornalistiche hanno recentemente riferito che uno studio di laboratorio condotto in Sud Africa ha sostenuto che un “potrebbe” emergere un nuovo ceppo del virus Covid-19 il quale “potrebbe causare malattie peggiori rispetto all’attuale ceppo predominante di Omicron”.
Questa notizia non è tanto un ammonimento contro un evento patogeno imminente quanto l’ennesimo esempio di un vasto apparato di propaganda che cerca di mantenere il pubblico in un costante stato di isteria con il preciso scopo di arricchire potenti entità.
Con la notizia il lettore viene avvisato che questa versione del virus Covid-19 in Sud Africa “potrebbe” essere peggiore dell’Omicron originale. Ma come?
Il titolo recita: “Il prossimo ceppo Covid-19 potrebbe essere più pericoloso. Lo dimostrano studi di laboratorio”. Il che significa, ancora una volta e come sempre: “Abbiate paura! Abbiate molta paura!”. Non si può mai essere troppo sicuri dei pericoli in agguato nel panorama in continua evoluzione di Virus Mania [il riferimento è al libro Virus Mania: How the Medical Industry Continually Invents Epidemics, Making Billion-Dollar Profits At Our Expense, ovvero: Virus Mania: come l’industria medica inventa continuamente epidemie, realizzando profitti miliardari a nostre spese, N.d.T.].
Da questa narrazione viene naturalmente omesso un fatto, è cioè che l’incarnazione iniziale di Omicron è stata ritenuta poco preoccupante dal ministro della Salute sudafricano.
E ora qualche domanda.
- Chi ha prodotto lo studio?
- In quale laboratorio si è svolta la ricerca?
- Dove si trova quel laboratorio?
- Chi finanzia tutto quanto?
Con un’analisi minima e semplicemente seguendo, come nella fiaba di Pollicino, i sassolini lasciati lungo il percorso, possiamo scoprire che la risposta a tutte queste domande ci porta direttamente a interessi influenti e ricchi: vale a dire alla Fondazione Gates.
Lo studio stesso è stato “guidato da Alex Sigal presso l’Africa Health Research Institute di Durban, in Sudafrica”.
E chi è Sigal? Nella sezione “Ringraziamenti” si segnala: “Questo studio è stato sostenuto attraverso un premio della Bill and Melinda Gates Foundation (BMGF), l’Award INV-018944 (AS)”.
AS è appunto l’abbreviazione di Alex Sigal, il destinatario del premio. E nel paragrafo successivo apprendiamo che “AS ha ricevuto un onorario per un discorso tenuto ai dipendenti Pfizer”.
L’immaginazione non ha bisogno di andare troppo lontano per vedere di quale tipo siano le alleanze del signor Sigal.
Il laboratorio di Alex Sigal si trova sul terreno dell’Africa Health Research Institute (AHRI), a Durban. E recentemente l’AHRI ha ricevuto diverse sovvenzioni dalla Bill e Melinda Gates Foundation, tra cui: 4.129.787 dollari nel settembre 2020, 4.993.284 nell’agosto 2021, 6.765.215 sempre nell’agosto 2021 e 1.026.734 nel novembre 2021.
Sapendo che Bill Gates si è vantato del ritorno di 20 a 1 dei suoi investimenti in organizzazioni che mirano ad “aumentare l’accesso ai vaccini”, ci si potrebbe chiedere se il signor Sigal sia un ricercatore indipendente o un dipendente del signor Gates e se l’AHRI sia in realtà non un istituto di ricerca ma in parte un dipartimento di marketing e in parte una testa di ponte per la Fondazione Gates impegnata a raccogliere profitti dal mercato africano dei vaccini.
Fonte: off-guardian.org