Papa Francesco blocca la scomunica al gesuita padre Rupnik?
Riprendo da blog.messainlatino.it
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Abbiamo appreso una notizia gravissima: blocco da parte del Papa di una scomunica latae sententiae per un suo confratello gesuita.
Nella giornata di ieri, sabato 3 dicembre 2022, è stato riferito dal sito Left.it (qui) che il noto teologo e artista gesuita padre Marko Ivan Rupnik S.J. (qui) è stato accusato di violenza sessuale e abusi psicologici da alcune suore.
Nostre fonti, in altissimo loco e in esclusiva MiL, ci hanno sostanzialmente confermato quanto riportato da Left.it e in particolare:
1) C’è stata effettivamente una sentenza canonica di condanna agli inizi di quest’anno. La sentenza, secondo la nostra fonte, riguarda un processo per l’assoluzione del complice in confessione. Si tratta di un delitto canonico gravissimo e riservato ai Tribunali del Dicastero della Dottrina della fede. La sentenza, emessa all’unanimità Tribunale ecclesiastico, riporta come il gesuita, avrebbe assolto in confessione, una donna (maggiorenne e consenziente) con cui aveva intrattenuto rapporti “de sexto“. Questo delitto canonico è previsto dal canone 977 CJC (qui). Il delitto è punito con la scomunica latae sententiae. Il Tribunale, accertato il fatto, ha riconosciuto che padre Rupnik era scomunicato ai sensi dei canoni 977 e 1378 primo comma. Poche ore dopo la notifica della sentenza, tuttavia, per le pressioni di padre Rupnik il Santo Padre ha tolto la scomunica, in contrasto con le decisioni del tribunale. Gli stessi gesuiti, che avevano pronto un comunicato in merito, sono stati fermati.
La grottesca e scandalosa vicenda non solo ci riempie di dolore, per l’ennesimo scandalo che copre di fango Santa Romana Chiesa, ma ci disgusta per il modo con il quale viene amministrata la Giustizia nei confronti di coloro che sono amici del Santo Padre.
2) Gli abusi di cui è accusato padre Rupnik, diversi da quanto riferito al punto 1 sopra, risalirebbero a più di trent’anni fa, tuttavia, sebbene coperti da prescrizione (le vittime erano maggiorenni), il procuratore generale dei gesuiti avrebbe chiesto comunque di rinviarlo a processo in quanto definiti “raccapriccianti”. Nonostante questo pare che, per l’intervento del Santo Padre, il processo non si sia svolto proprio perché “prescritto”.
Se così fosse siamo di fronte ad una strana concezione del diritto penale ecclesiastico: la prescrizione si usa per gli amici e non per i nemici.
Aggiunge un tono surreale la recentissima laurea honoris causa conferita in Brasile a padre Rupnik il 30 novembre scorso dalla Pontificia Università Cattolica del Paraná.
Vi teniamo aggiornati.
Luigi
Fonte: blog.messainlatino.it