Il presepe di Sant’Egidio a Santa Maria a Trastevere con i sanitari mascherati che offrono la quinta dose non è follia, è lucida, benché blasfema, operazione di potere
La transizione di cui vaneggiava Speranza è compiuta: il presepe non celebra più Gesù Bambino ma il vaccino, idolo empio, simbolo di potere assoluto, emblema di un regime che continua, sostanzialmente identico, passato da sinistra a destra. Follia? Forse, ma lucida follia, calcolata, condivisa da ambo le sponde del Tevere. Nel segno di una lobby cattomunista.
di Max Del Papa
Ci sono di quei capolavori che li vedi e sbotti, ma qui sono impazziti tutti, qui ci siamo fottuti il cervello tutti quanti. E invece no. “Loro” sanno cosa stanno facendo, sia pure nella loro lucida, perversa follia, demoniaca follia. L’ultimo spettacolo è un presepe, in apparenza innocente, anche commovente, piazzato a Santa Maria a Trastevere a Roma: il video sta facendo sfracelli sui social, tanto pare irreale o meglio fuori di testa. Tu entri e pian piano te lo visiti e c’è tutto, è un presepe molto lungo, molto elaborato, le scene cristiane, le pecore, i personaggi, le ricostruzioni, casupole, cascatelle, villaggi, la prendono da lontano e tu lentamente scorri finché ti trovi davanti a uno scenario demoniaco: i medici, le infermiere, tutti mascherati, che offrono la quinta dose – neanche la quarta, direttamente la quinta – alle figurine, tra cui non può mancare il nero del pietismo.
Non può mancare – del resto, si erano già avuti alcuni precedenti nei due anni scorsi; qui però la faccenda assume un peso molto più massiccio perché l’impresa si deve alla comunità di Sant’Egidio che è una intrapresa cattocomunista del sociale, una lobby di sinistra che già ha piazzato diversi uomini in ambienti e posti governativi, il capo Andrea Riccardi su tutti, uno dei poteri forti davvero – non c’è telegiornale, di qualsiasi edizione, che non ne decanti le gesta, con i pretesti più strampalati – dalle propaggini che arrivano fino a Bruxelles e oltre, molto oltre. Assai graditi a Mattarella, con cui viaggiano a filo doppio, come a Bergoglio, collegano le due sponde del Tevere all’insegna dell’intreccio più spregiudicato. Attivi, molto attivi, nel giro ONG e “salvezza” dei migranti, più in generale nelle operazioni caritetevoli molto mediatiche, parte integrante, forte, di quella Chiesa opportunista e vile che ha puntellato il regime pandemico, e senza il quale la degenerazione democratica forse non sarebbe avvenuta o almeno avrebbe avuto vita più difficile.
E fanno il presepe demoniaco. Con le mascherine e i neri che implorano la dose. Siamo oltre i presepi allegramente blasfemi della tradizione napoletana che inglobano fatti e figuri della cronaca nel mito della Nascita, da Maradona a Mattarella, da Soumahoro a Panzieri, siamo direttamente al satanismo nel cuore della Cristianità. In spregio alle decine e centinaia di ripensamenti e di autodafè sull’orgia vaccinale, sugli scandali di quinta, sulle ondate di reazioni avverse. Il presepe del Male di Sant’Egidio non è quello di chi ha perso la testa ma di chi ragiona nella sua perversione alienata: serve a dimostrare potenza – nessuno da ambienti governativi si permetterà di criticarlo, e questo è già un fatto decisivo – e serve a confermare la sostanziale continuità tra il potere morente, di sinistra, e quello transeunte, a scadenza ravvicinata, di presuntissima destra. Gesù Cristo nasce ma è secondario, quello che conta è il messaggio e il messaggio è il vaccino: che si conferma simbolo, totem di potere, di affari, di ridefinizione sociale come predicava lo spaventoso ministro Speranza nel suo libretto abortito, ricordiamolo ancora: la pandemia “è una ottima occasione, una possibilità per la sinistra di ricostruire una egemonia culturale su basi nuove”, tradotto: per imporre una società decrepita nel segno dello statalismo onnicomprensivo, della dittatura di stampo cinese, dove qualsiasi pretesto sanitario servirà per controllare i cittadini ridotti a sudditi, per condizionarli, per punirli, premiarli, deviarli, terrorizzarli, ricattarli: niente mascherina, niente decima dose? Ti strappo il figlio, non te lo faccio più vedere, ti divido dai tuoi cari, ti relego fuori dal consesso umano degli obbedienti, dei servi zelanti, come un cane senza cuccia. È quanto accaduto, tramite Speranza con la sua cricca, via due presidenti del Consiglio, Conte e Draghi, con la supervisione di Mattarella e la benevolenza interessata della Chiesa; che ha seccato le acquasantiere, costretto ad occultare il volto, allontanato i fedeli, impediti a “scambiarsi un segno di pace”, fino a livelli impossibili, oltre la decadenza delle restrizioni di stato, oltre il cambio di regime (cambio o passaggio di consegna?), al limite dell’autocondizionamento. Difatti, oggi i fedeli, che non credono in Dio ma in una siringa, non vanno a Messa se non paludati come ladri e se uno la mascherina del diavolo non la porta, lo guardano con odio, altro che segno di pace. Non era il papa Bergoglio a dire che “vaccinarsi è un atto d’amore”, che chi non si vaccinava era fuori dal Vangelo, fuori dalla Grazia d’Iddio? Ed era l’esatto opposto, ma vince il potere e vince la corruzione che alimenta ed è alimentata dal potere: se i quattro rubagalline del giro piddino hanno intascato qualche milione di mazzette per parlar bene degli emirati che negano i diritti umani, quante cascate di soldi sporchi saranno corse nell’affare dei vaccini, 10 miliardi di dosi, 5 miliardi di affari, tutti negoziati tra il capo di Pfizer, Bourla, e la boss della Commissione Ue, Ursula, con messaggi cancellati, nel totale disprezzo delle procedure legali di trasparenza dell’Unione e dei trattati internazionali?
Questo ed altro significa il presepe demoniaco di Sant’Egidio in Santa Maria a Trastevere: che Dio va bene, ma quello che conta è il potere e il controllo, e quello si può simboleggiare egregiamente in una ricostruzione empia, che prende a pretesto la nascita di Dio per votarsi interamente a Mammona.
Fonte: ilgiornaleditalia.it