Santo Natale!
“Santo Natale”. Da tempo questo è il mio augurio, al quale aggiungo spesso, se in forma scritta, “in unione di preghiera”.
“Buon Natale” mi sembra francamente generico. E un po’ troppo laicista. “Buono” può voler dire mille cose. “Santo” vuol dire santo.
“Santo” è aggettivo che attiene alla religione, alla fede. Per questo mi piace augurare “santo Natale”. Senza la religione cristiana, senza la fede, niente Natale. Quindi è bene precisare.
La cosa bella dell’invecchiare (una delle cose belle) è che non ci si fanno più tanti problemi. Di conseguenza, auguro “santo Natale” a destra e a manca, anche se so benissimo che il mio augurio raggiunge per lo più atei o indifferenti. Pazienza. Io marco il territorio.
È poi lo stesso motivo per cui mi guardo bene dall’augurare “buon Ferragosto”, ma dico “buona festa dell’Assunzione di Maria”. Più lungo, ma decisamente più pregnante. E il 6 gennaio non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di augurare “buona Befana”. Befani sarete voi che dite “buona Befana”. Io dico “santa Epifania”. E a Pasqua “santa Pasqua” (con l’aggiunta di “Cristo è risorto, è veramente risorto”, meglio ancora in latino: “Surrexit Christus vere! Alleluia!”).
Attraverso le formule augurali si possono mettere le cose bene in chiaro. Meglio approfittarne.
A proposito. Giorni fa, per la prima volta, mi son sentito augurare “buon inverno”. Ho incrociato questa persona che conosco appena e ho detto, come al solito, “santo Natale”. Al che, per tutta risposta, ho ricevuto dritto in faccia un “buon inverno” (o forse “buon Inverno”, con la I maiuscola, non so).
Ora, che il politicamente corretto sia ormai molto diffuso non mi sfugge, ma una cosa è leggerne e una cosa è vederlo applicato alla vita di tutti i giorni sotto forma di augurio da parte di una persona che incontri sotto casa.
Confesso che, di fronte al “buon inverno” (o Inverno) sono rimasto interdetto e non ho saputo spiccicare nemmeno mezza parola. D’altra parte, che cosa avrei potuto replicare? “Buon inverno (o Inverno) a lei, cara signora”?
Forse avrei potuto dire “E a lei buon mese Nevoso”, ricorrendo con sottile perfidia al calendario rivoluzionario francese, ma ci ho pensato dopo.
Comunque, è anche per controbattere a quel “buon inverno” (o Inverno) che ora qui esclamo a gran voce: “santo Natale!”. Sì, santo Natale a tutti voi, cari amici di Duc in altum! Sempre in unione di preghiera e con un abbraccio!
A.M.V.
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