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Leone XIII e la preghiera a san Michele Arcangelo

Nel 2023 saranno centovent’anni dalla morte di papa Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, Carpineto Romano, 2 marzo 1810 – Roma, 20 luglio 1903). Ci sarà modo di ricordare la figura e l’opera di quel pontefice, noto soprattutto per l’enciclica Rerum novarum del 1891. Qui, all’inizio del nuovo anno, vogliamo ricordare un episodio della vita di papa Pecci e la preghiera che egli scrisse.

Il 13 ottobre 1884 Leone XIII ebbe una visione. Dopo aver celebrato la Santa Messa, mentre era a colloquio con alcuni cardinali nella cappella privata in Vaticano, all’improvviso si fermò ai piedi dell’altare e sul suo volto apparve un’espressione di orrore. Dopo qualche istante, ripresosi, si congedò con un gesto della mano e andò nel suo studio.

Interrogato dai cardinali che lo raggiunsero, rispose di aver visto e ascoltato cose “terribili” e si chiuse nello studio. Poi, più tardi, spiegò di aver visto i demoni e di aver potuto ascoltare i loro bisbigli. Parole raccapriccianti, blasfemie, denigrazioni. Sentì satana sfidare Dio dicendo che se gli si fosse dato tempo e potere avrebbe portato il mondo intero all’inferno e distrutto la Chiesa. Cento anni, questo chiedeva Satana per realizzare la sua opera. Poi il papa vide san Michele Arcangelo che gettava Satana e le sue legioni nell’abisso.

Leone XIII chiamò il segretario della Congregazione dei riti e gli consegnò un foglio. Sopra vi aveva scritto una preghiera. L’ordine fu di inviarla ai vescovi di tutto il mondo: la preghiera doveva essere recitata dopo ogni Messa.

Ed eccone il testo

Sancte Michael Archangele,

defende nos in proelio;

contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.

Imperet illi Deus,

supplices deprecamur:

tuque, Princeps militiae caelestis,

Satanam aliosque spiritus malignos,

qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,

divina virtute, in infernum detrude.

Amen.

San Michele Arcangelo,

difendici nella battaglia;

contro le malvagità e le insidie del diavolo

sii nostro aiuto.

Ti preghiamo supplici:

che il Signore lo comandi!

E tu, principe delle milizie celesti,

con la potenza che ti viene da Dio,

ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spinti maligni,

che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.

Amen.

Anche se non è più obbligatorio, nessuno vieta di recitare questa preghiera dopo la Santa Messa come si faceva prima del Concilio Vaticano II.

Aldo Maria Valli:
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