di Lorenzo Ricciardi Celsi*
Il 10 gennaio 2023, nella Casina Pio IV in Vaticano, si è svolto l’evento “AI Ethics: An Abrahamic commitment to the Rome Call”. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha accompagnato nella firma ufficiale del documento il rabbino capo Eliezer Simha Weisz e lo sceicco Abdallah bin Bayyah.
La Call for AI Ethics (RomeCall Paper_web.pdf) è un documento introdotto nel febbraio del 2020 da Pontificia Accademia per la Vita, Microsoft, IBM, FAO e il Ministero dell’Innovazione della Repubblica italiana per stimolare la promozione di un approccio etico allo sviluppo delle intelligenze artificiali. Resta ancora attuale l’esigenza di una “algor-etica”, cioè di una gestione sapiente del flusso di informazioni reso possibile dalle nuove tecnologie, ispirata dalla promozione di un senso di responsabilità condivisa su scala internazionale tra organizzazioni aziendali, governi e istituzioni allo scopo di creare un futuro e dal desiderio di preservare la centralità dell’uomo rispetto alle macchine.
Nel tempo la lista dei firmatari si è allungata: essi si impegnano a richiedere che lo sviluppo delle intelligenze artificiali avvenga restando al servizio di ogni persona e dell’umanità nel suo complesso. In particolare, è di fondamentale importanza attribuire un maggior peso all’obiettivo del rispetto della dignità della persona umana – che deve essere sempre e comunque garantito in modo tale che ciascun individuo possa trarre beneficio dai progressi tecnologici in questione – rispetto all’obiettivo del maggior profitto e della graduale sostituzione delle persone sul posto di lavoro.
Con l’avvento di ChatGPT e il consolidarsi di soluzioni tecnologiche già diffuse negli ultimi anni, il 2023 si preannuncia già come l’anno in cui l’intelligenza artificiale porterà una significativa trasformazione nella vita personale e professionale di ciascuno di noi. Senza dubbio la scelta del Vaticano di estendere l’appello di Roma per l’etica dell’AI alle fedi ebraica e musulmana è un segnale di un’iniziativa lungimirante che è indirizzata a stabilire una prospettiva comune per i 3,5 miliardi di fedeli delle tre grandi religioni, fondata sul comune apprezzamento dell’importanza del progresso della conoscenza, ma soprattutto sulla consapevolezza che la conoscenza deve servire e non danneggiare l’umanità.
Lo stesso padre Paolo Benanti, leader dell’iniziativa vaticana sull’AI, ribadisce la necessità di definire quanto prima “un linguaggio che possa tradurre i valori morali in qualcosa di computabile per la macchina”, ricordando che nel rapporto uomo-macchina il vero esperto e l’unico portatore di valori è sempre l’uomo.
Con la definizione di tre aree di impatto (etica, istruzione e diritti) e l’identificazione di sei principi fondamentali (trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza & privacy), l’appello è innanzitutto rivolto a indirizzare gli sforzi dell’AI a beneficio delle aree del mondo in condizioni di maggiore difficoltà. In questa direzione, sulla scia della Rome Call for AI Ethics, si sta muovendo Microsoft, attraverso la collaborazione avviata con la Sustainable Environmental and Ecological Development Society (SEEDS). Ogni anno, dieci milioni di persone in India sono costrette ad abbandonare le loro case a causa delle tempeste o del caldo eccessivo. Grazie alle immagini satellitari, SEEDS utilizza l’AI di Microsoft per valutare la vulnerabilità delle abitazioni identificando la composizione dei tetti. I tetti di paglia hanno tipicamente pareti di fango e sono particolarmente messi a rischio dalle inondazioni. Se il tetto è in cemento, è molto probabile che anche le pareti lo siano, rendendo la casa invece suscettibile al calore eccessivo. Grazie alla raccolta di questi dati e alla potenza dell’AI, SEEDS collabora con i volontari per avvertire i proprietari di case dei pericoli in arrivo e condividere semplici accorgimenti su come coprire il tetto con un sacco di iuta per abbassare la temperatura in occasione di un’ondata di calore.
Tuttavia, come tanti strumenti, anche l’AI può diventare anche un’arma pericolosa. Perciò la sfida che ci viene posta oggi è quella di garantire che questa nuova tecnologia sia al servizio dell’umanità e che sia creata e governata dall’umanità con la finalità di tutelare il bene comune. Già la Commissione Europea si è mossa in questa direzione (si veda il precedente articolo L’Intelligenza artificiale, il nostro futuro e le tante implicazioni etiche – Aldo Maria Valli) e ha proposto il quadro normativo e regolatorio definito nel recentissimo AI Act (The Artificial Intelligence Act |).
In particolare, l’Appello di Roma per l’etica dell’AI ha nello specifico le seguenti finalità:
- chiede salvaguardie etiche per governare l’uso dell’AI, garantendo il rispetto dei sei principi fondamentali sopraelencati;
- chiede a coloro che sviluppano e utilizzano l’AI di farlo con un’ampia prospettiva sull’impatto sociale, pensando a ciò che comporterà per le persone e per i loro posti di lavoro;
- chiede che lo sviluppo e l’utilizzo dell’AI non soltanto si concentri sul servizio alle persone, ma sia anche sostenibile per la salute del nostro pianeta.
Ormai è chiaro che la tecnologia è troppo importante e pervasiva per essere lasciata ai soli tecnologi e alle sole aziende tecnologiche. L’intera società deve quindi stabilire una comprensione comune di come è più opportuno gestire la governance dell’AI in collaborazione attiva con i leader tecnologici.
*senior member dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), dopo diverse esperienze come docente, ricercatore, consulente e valutatore tecnico, si occupa di trasformazione digitale nell’industria assicurativa