A Washington si è tenuta la Marcia per la vita, la cinquantesima, ma la prima dopo la vittoria dello scorso giugno con il rovesciamento della sentenza della Corte Suprema Roe v. Wade. Il tema di quest’anno è stato I prossimi passi: la marcia in un’America post-Roe.
La marcia non è confluita verso la Corte Suprema, come accadeva in passato, ma è continuata verso il Campidoglio, un modo per indicare il nuovo obiettivo: una legge a favore della vita.
Sulle strategie dei pro-vita nella nuova fase ecco la traduzione-riduzione di un articolo di Lauretta Brown per il National Catholic Register.
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Nel nuovo Congresso Usa i pro-life continuano ad affrontare una dura battaglia dopo che l’amministrazione Biden e i legislatori pro-aborto hanno chiarito che favorire l’accesso all’aborto è una priorità in seguito al ribaltamento della Corte Suprema circa la sentenza Roe v. Wade.
I legislatori pro-vita stanno cercando di bloccare questi sforzi che mirano a espandere l’accesso all’aborto. Inoltre denunciano l’estremismo dei legislatori democratici e sottolineano la necessità di educare sulla questione.
“Dopo la sentenza della Corte Suprema siamo in una nuova era, pieni di energia per ciò che verrà dopo”, ha scritto questa settimana il senatore Marco Rubio.
La maggioranza repubblicana a favore della vita nella Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha iniziato l’anno inviando un messaggio chiaro sulla questione, con l’approvazione di due atti legislativi chiave. Il primo è stato il Born-Alive Abortion Survivors Protection Act, che richiede di fornire assistenza medica a un bambino nato vivo dopo un aborto fallito. La misura è stata approvata con 220 voti contro 210, e un democratico, Henry Cuellar del Texas, l’ha sostenuta.
Il secondo messaggio è costituito dalla risoluzione adottata per condannare l’ondata di violenza contro i centri di aiuto alla vita e le chiese a seguito della sentenza della Corte Suprema. La risoluzione, che invita l’amministrazione Biden a “utilizzare tutte le autorità preposte all’applicazione della legge per sostenere la sicurezza pubblica e proteggere i diritti delle strutture, dei gruppi e delle chiese a favore della vita”, è passata con 222 voti contro 209, e con il sostegno di tre democratici.
Carol Tobias, presidente del National Right to Life, spiega che misure come queste vogliono “mettere in luce l’estremismo dei sostenitori dell’aborto”.
In una conferenza stampa prima della Marcia per la vita Marjorie Dannenfelser, presidente di SBA Pro-Life America, ha fatto riferimento al recente voto sul Born-Alive Abortion Survivors Protection Act affermando che, “poiché il paese vede i Democratici sostenere posizioni estremiste come l’aborto su richiesta fino alla nascita e addirittura dopo la nascita, la base del Partito Democratico subirà un logoramento”.
La co-presidente della House Pro-Life Caucus, la rappresentante Michelle Fischbach, R-Minn, ha dichiarato che la questione pro-vita è assolutamente “una priorità per i repubblicani” in questo Congresso. Due gli atti legislativi appena introdotti, in linea con quelle che certamente sono le convinzioni della maggioranza degli americani: il Protecting Life and Taxpayers Act e il Defund Planned Parenthood Act vogliono impedire che i soldi dei contribuenti vadano a organizzazioni che forniscono aborti.
Un sondaggio Marist del gennaio 2023 ha rilevato che il 60% degli americani si oppone al finanziamento dell’aborto da parte dei contribuenti a livello nazionale e il 78% a livello internazionale.
Secondo Michelle Fischbach “molti americani in tutto il paese sono a favore della difesa della vita dei bambini non ancora nati, ed è sbagliato costringerli a vedere che i soldi delle tasse sono destinati a qualcosa che va contro i loro principi”.
Mentre le misure a favore della vita possono passare alla Camera, certamente andranno incontro al fallimento al Senato, rimasto sotto il controllo democratico dopo le elezioni di medio termine.
La neo nominata presidente del Senato, la pro-life Cindy Hyde Smith del Mississippi, pur riconoscendo il problema sostiene che ci sono vari modi con cui i pro-life possono lavorare a difesa della vita.
“Il nostro status di minoranza nel nuovo Congresso significa che non siamo in grado di programmare voti a favore della vita”, tuttavia spingeremo per misure volte a ribaltare i regolamenti a favore dell’aborto da parte dell’amministrazione Biden ai sensi del Congressional Review Act. Inoltre proporremo emendamenti a favore della vita ai progetti di legge in corso”.
Il Congressional Review Act consente al Congresso di rivedere le principali regole delle agenzie federali prima che entrino in vigore.
Sia Hyde-Smith sia Fischbach sottolineano che è più che mai importante che i legislatori a favore della vita si schierino contro i tentativi dell’amministrazione Biden di espandere l’accesso all’aborto. Il 3 gennaio la Food and Drug Administration ha annunciato che avrebbe consentito alle farmacie al dettaglio di fornire la pillola abortiva mifepristone. Prima di questo permesso, la fornitura di mifepristone era limitata a medici certificati, cliniche e alcune farmacie per corrispondenza.
Si tratta solo dell’ultimo passo nella deregolamentazione della pillola da parte dell’amministrazione Biden.
Fischbach spiega che con la rimozione di questi requisiti di sicurezza, “numerosi controlli sanitari per le donne non saranno mai eseguiti”.
Secondo Hyde-Smith l’azione della FDA viola “le precedenti leggi federali che proibiscono chiaramente la spedizione di farmaci abortivi” e promuove “pericolosi aborti fai-da-te per posta e telemedicina, trasformando le farmacie e gli uffici postali fisici in centri per aborti”. A questo scopo si sta introducendo un disegno di legge, chiamato “Save Moms and Babies Act”, per ripristinare le restrizioni di sicurezza sul mifepristone.
Uno studio ha rivelato che il tasso di visite al pronto soccorso a seguito di un aborto chimico è aumentato di oltre il 500% dal 2002 al 2015.
I pro-life “devono combattere la disinformazione sulle pillole abortive fai-da-te rendendo note le complicazioni e i pericoli associati a questi farmaci. I ricercatori e gli scienziati dovrebbero essere ritenuti responsabili del modo in cui questi farmaci vengono studiati e presentati al pubblico”.
Hyde-Smith afferma che al Senato i sostenitori della vita “promuoveranno una legislazione che sosterrà le mamme incinte nella scelta della vita: molti miei colleghi hanno già introdotto misure di buon senso per sostenere le mamme incinte e le famiglie, così come i centri per la gravidanza”.
Un esempio è l’Unborn Child Support Act introdotto dal senatore Kevin Cramer, provvedimento che “aiuterebbe le mamme incinte facendo iniziare il sostegno economico per il mantenimento dei figli dal momento del concepimento”.
Il sondaggio Marist di gennaio ha rilevato che il 69% degli americani è favorevole a limitare l’aborto, al massimo, al primo trimestre. Ciò è in linea con un sondaggio Gallup che mostra che solo il 28% circa degli americani sostiene gli aborti nel secondo trimestre, rispetto a circa il 60% che li sostiene nel primo trimestre.
Fonte: ncregister.com