Cronache dal clero / Caro Aldo Maria, ti scrivo. Le Ministre Straordinarie e l’attempata talebana
di padre Mario Begio
Caro Aldo Maria,
ti racconto il solito episodio trito e ritrito, uno di quelli per i quali ci si ricorderà della nostra epoca, probabilmente una delle più tristi di sempre nella storia della Chiesa. Però te lo racconto mettendo in luce la grande genialità del clero di oggi.
Io sono nel mio solito confessionale semi-deserto. A un certo punto esco per sgranchirmi le gambe e mi gusto la scena. Siamo alla Messa bassa (o come si chiama oggi). Termina il Padre nostro, e con esso termina la sesta predica della Messa. Ovviamente tutte e sei le prediche dedicate a ribadire la centralità del Signore, o almeno del Signore nei poveri, o almeno dei poveri, o almeno spero siano state delle prediche un po’ centrate che spesso è già chiedere molto. A questo punto inizia il rito magico, credo ispirato a pachamama, di lubrificazioni e mascherine e poi giù a dare la Comunione ai fedeli. Per l’occasione si schierano anche le sacerdotesse in pectore, dette Ministre Straordinarie. Che per qualche motivo il Rito Straordinario della Messa è proibito ma le Ministre Straordinarie sono imprescindibili (“Tu stai pure a confessare che ci sono le Ministre!”, mi dice il parroco). A questo punto l’imprevisto: si avvicina una talebana, un’attempata sulla sessantina che porta ancora i santini del Papa polacco nei libri di novene edizioni Shalom. Ed ecco che la talebana fa una chicane tra banchi, igienizzanti e Ministre fino a raggiungere il posto irraggiungibile in cui è proprio il prete a dare la Comunione. Non la chiede né sulla lingua, né in ginocchio, né in latino, né girata di spalle: semplicemente chiede di ricevere la Comunione dal prete (ce n’è di matti in giro, vero Aldo?). Ma una Ministra se ne accorge e le si piazza davanti. L’attempata con agilità slitta sulla destra e arriva a strappare la Comunione al prete sopraffatto: “Mi scusi, ma non ce la faccio”. Non ce la fa a fare cosa? A ricevere l’Eucaristia dalle Ministre. Vi lascio immaginare il dopo partita: cinque minuti di insulti del prete alla talebana – che invero non sembrava molto preoccupata – sull’importanza di usare carità. A chi, ai migranti? No, alle Ministre Straordinarie. Capite? Adesso la Comunione si fa per mostrare carità alle Ministre Straordinarie. E vabbè.
A parte il paradosso che parla da solo: una carità a suon di umiliazioni; un perdono che ad alcuni non perdona; un’accoglienza che ne accoglie solo il 67% (ah ma per quei tali è totale!); e via dicendo. Poi noto che il livello di commedia sta raggiungendo standard sempre più bizzarri in poco tempo: prima non in ginocchio, poi non sulla lingua, poi non dal prete, eccetera. E noto che questi poveri fedeli, se non si fanno un aggiornamento fanta-teologico ogni mese, si trovano dall’oggi al domani a non esser più cattolici.
Ma tu la fede l’avevi imparata così, Aldo? Io no.
E mi fermo qui. Per oggi.
12.continua
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