Comunione / Altre segnalazioni di abusi
Cari amici di Duc in altum, proseguono le vostre segnalazioni circa gli abusi commessi nelle chiese in merito alla modalità di ricezione della Santa Comunione.
Per segnalare scrivete a blogducinaltum@gmail.com
***
Caro Valli,
abito in un paese della provincia di Cuneo, Centallo, a pochi chilometri dal capoluogo.
Qualche mese fa, alla messa domenicale delle 8:30, mi sono trovato di fronte una ministra straordinaria che mi ha negato la comunione in bocca. Io, pur senza farmi troppo notare, ho insistito e lei ha replicato: “No! Sulle mani!”. Per non fare discussioni, ho accettato, ma da allora ogni volta che mi accosto al Santissimo Sacramento avverto uno stato d’ansia perché non so che cosa mi capiterà. Tengo a puntualizzare che in precedenza nessuno dei sacerdoti della parrocchia mi aveva negato la Comunione sulla lingua.
Un episodio analogo è successo nel giorno di Santo Stefano, alla stessa messa e sempre da parte di una ministra straordinaria, ma diversa dalla precedente.
Devo dire che in questo secondo caso la ministra, dopo la messa, si è subito recata dal parroco per chiedere se sia possibile dare la Comunione sulla lingua e, una volta appreso che si può, è venuta da me per scusarsi. L’ho apprezzato, ma sarebbe stato molto meglio se si fosse informata prima
Sta di fatto che la mia ansia, durante la messa novus ordo, è ormai cronica. E purtroppo, essendo padre di sette figli, non sempre riesco, assieme a mia moglie, a salire in macchina per fare chilometri e raggiungere una chiesa nella quale si celebra in vetus ordo.
Le assicuro che è brutto sentirsi in ansia proprio al momento di ricevere Gesù, quando dovrei avvicinarmi al Sacramento con gioia e gratitudine, non con la paura di dover essere costretto a discutere.
Caro Aldo Maria, che Dio la benedica per il suo lavoro.
Lettera firmata
Centallo (Cuneo)
*
Caro Valli,
condivido con lei e con tutti i lettori del suo blog il testo della e-mail che ho inviato tempo fa al vescovo di Gorizia.
Vostra Eccellenza Reverendissima,
monsignor Carlo Roberto Maria Radaelli,
da umile fedele cristiano cattolico osservante e praticante, mi permetto di rivolgermi a Voi, che siete a capo della Provincia ecclesiastica di Gorizia, in ragione di un dubbio che purtroppo mi sorge frequentemente nel constatare il comportamento di alcuni sacerdoti della Diocesi goriziana nel distribuire la Santa Eucaristia.
Sebbene alcuni sacerdoti distribuiscano la Santa Eucaristia in modo conforme al desiderio che dei fedeli, o appoggiata sul palmo della mano o direttamente sulla lingua, recentemente, in una chiesa parrocchiale della Vostra Diocesi, mi è capitato di accostarmi al sacerdote durante il sacramento eucaristico desideroso di ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua, ma quel sacerdote si è rifiutato di comunicarmi.
Ora, in un responso della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, pubblicato su Notitiae dell’aprile 1999, alla domanda se un sacerdote o ministro straordinario della Santa Comunione possa obbligare i comunicanti a ricevere la Comunione solo sulla mano, si riponde chiaramente che il diritto dei fedeli di riceverla sulla lingua rimane intatto. Pertanto, coloro che vogliano imporre ai comunicanti di ricevere la Santa Comunione solo sulla mano agiscono contro le norme, così come coloro che rifiutano ai fedeli il diritto di riceverla in mano nelle diocesi a cui è stato concesso questo indulto.
Inoltre, in seguito al Covid, la Conferenza episcopale italiana parla di distribuzione dell’Eucaristia “preferibilmente” sulla mano, il che significa che in proposito non c’è un obbligo e chi lo desidera può anche riceverla in bocca.
Concludendo, Vostra Eccellenza Reverendissima, con una punta di rammarico non posso non notare che certi comportamenti assunti da alcuni sacerdoti, sicuramente avvalorati da convinzioni di carattere sanitario più che canonico, creano in me e probabilmente in molti altri fedeli un disagio che viene a interferire col vivere pienamente la sacralità eucaristica, costringendomi a rivolgermi ad altre chiese dove viene rispettato il desiderio del fedeli di accostarsi alla Santa Eucaristia con la maggior riverenza possibile.
Con devoto ossequio e sperando nella Vostra benedizione, porgo i miei rispettosi saluti.
Stefano Castagna
*
Gentilissimo Aldo Maria Valli,
la ringrazio per aver dato la possibilità di segnalare sul suo blog i casi di abusi nella distribuzione della Santissima Eucarestia, come purtroppo è avvenuto a Torino pochi giorni fa e addirittura in una basilica così importante come quella di Maria Ausiliatrice.
Desidero con tutto il cuore ricordare ai numerosi lettori di Duc in altum che oltre alla importante e doverosa segnalazione sul blog occorre anche, in ogni caso, scrivere ai sacerdoti della chiesa in cui avvengono i gravi episodi, segnalare al vescovo competente e inoltrare per conoscenza alla Conferenza episcopale regionale.
Non dobbiamo pensare “tanto non servirà a nulla”: occorre sempre dare testimonianza, sollevare la questione e resistere; la stessa cosa vale per l’acqua benedetta nelle acquasantiere, questione meno grave ma pur sempre importante trattandosi di un sacramentale.
A tal proposito segnalo che ho scritto più volte al vescovo della mia diocesi, (Sorrento – Castellammare), ma purtroppo a oggi le acquasantiere sono ancora vuote e aspetto una risposta che forse non arriverà mai. Però ci ho provato e ho documentato la mia richiesta con la nota della Cei in cui è scritto esplicitamente che le acquasantiere adesso si possono usare. Dobbiamo essere determinati, usando carità e rispetto ma dando testimonianza in ogni occasione.
Tutti abbiamo visto il filmato in cui durante la celebrazione della messa in occasione del funerale di Benedetto XVI è stata negata la Comunione a quel fedele che desiderava riceverla in bocca e in ginocchio, episodio che deve essere richiamato alla mente dei nostri pastori ricordando loro che essi non sono i proprietari dei sacramenti ma gli amministratori, in obbedienza alle norme della Santa Madre Chiesa che non impone in nessun modo la Comunione sulla mano!
Coraggio, andiamo avanti. Il buon Gesù ci guarda, sa cosa c’è nei nostri cuori e ci chiede di aiutare anche così la Sua Sposa. Ognuno faccia la propria parte sapendo che poi riceverà il centuplo!
Un caro saluto a tutti i lettori di Duc in altum, nei Tre con la Piena di Grazia
Piergiorgio Cesario