Lettere / Il mondo ortodosso è scismatico. Restiamo cattolici!
Cari amici di Duc in altum, ricevo e vi propongo due lettere che rispondono al lettore Angelo Busico, autore dell’intervento Ortodossi “ramo secco”? Ma loro aprono nuove chiese, noi le chiudiamo.
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di don Andrea Mancinella
Caro Valli,
scrivo per rispondere al breve intervento di Angelo Busico, dal titolo Ortodossi “ramo secco”? Ma loro aprono nuove chiese, noi le chiudiamo.
Ha mai sentito parlare di metastasi delle cellule cancerogene? Queste cominciano improvvisamente ad aumentare, ma non è certo un bene.
Ebbene, è quello che sta avvenendo in alcuni Paesi, come la Russia citata dal lettore Busico, con l’aumento di parrocchie del clero sedicente “ortodosso”. Aumentano, ma come le cellule cancerose.
Ricordo al signor Busico che lo scisma è un peccato gravissimo, peggiorato quando ad esso si accompagnano eresie.
Ora il cosiddetto “mondo ortodosso”, e non solo in Russia, è un corpo scismatico. Ossia un corpo in metastasi cellulare cancerogena, che moltiplica cellule malate anziché quelle sane.
Inoltre nega ereticamente il Primato del Papa e in pratica anche il dogma dell’Immacolata Concezione, lasciato al gradimento dei singoli e perciò non più dogma di Fede.
Vede, anche i Testimoni di Geova sono in sviluppo, ed anche i gruppi pentecostali protestanti, che in America Latina stanno superando in numero di seguaci la Chiesa cattolica.
Le vanno bene, signor Busico, anche quelli? Anche lì lo “spirito”, non più santo, sarebbe all’opera?
Caro signor Busico, sono sincero: a me non piacciono le persone pronte a saltare sul carro dei presunti “vincitori”. Mi pare che lei sia a rischio serio di cadere nel vortice di quello scisma e di quelle eresie.
Mi perdoni, ma la identifico come un teenager che in modo ancora immaturo si avventura nella vita. Lei mi pare uno dei famosi Bizanteens di cui parlava, ironicamente, il sito Radio Spada qualche tempo fa. Ecco una parte di quell’articolo:
“Una delle piaghe del cattolicesimo militante, almeno per quanto riguarda le convinzioni soggettive dei singoli aderenti, è il filortodossismo. Di cosa si tratta? Esso è quell’atteggiamento per il quale, sovente in foro interno, si subisce il fascino emanato dalle Chiese ortodosse (che, in realtà, sono scismatiche, ma si ritengono nella retta opinione, ortodossia). La bellezza delle liturgie, dei paramenti, la tenacia con cui gli orientali affrontano l’avanzare del modernismo teologico – pur limitatamente conto tenuto degli occhiolini fatti all’ecumenismo – e degli esiti più beceri dell’era contemporanea produce in alcuni un acuto sentimento di sconfitta e di poca fiducia nei confronti della Chiesa cattolica. Costoro si lasciano a poco a poco convincere dal fatto che vi sia stata una translatio religionis da Roma a Mosca – anche se, in realtà il mondo scismatico è multipolare e formato da comunità autocefale che per lo più riconoscono un primato d’onore al patriarcato di Costantinopoli – e che, in conseguenza di ciò, la Chiesa cattolica sia ormai in rotta verso un lento, ma inesorabile declino… In nome del tengo famiglia e del lasciatemi in pace, si dà sfogo alla lussuria e alla pigrizia spirituale: da un lato, infatti, ci si inclina al fascino orientale dei riti (validi, ma non legittimi) peccando di lussuria spirituale, ovvero cercando nel bello il soddisfacimento della sete di Verità che è propria della creatura umana, dall’altro si pecca di pigrizia spirituale, a causa dell’arrendevolezza con la quale si proclama la capitolazione della Chiesa cattolica (ma non c’era una promessa di Nostro Signore a tal riguardo?). Un atteggiamento così gggiovane non può meritare per coloro che lo professano che un unico epiteto: Byzanteens, ovvero gli adolescenti di Bisanzio (l’antica Costantinopoli), coloro che credono di rifarsi una verginità spirituale passando attraverso le forche caudine del rito orientale!”.
Suggerisco al signor Busico di leggere tutto l’articolo. Non potrà fargli che bene.
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di A.S.
Gentile Valli,
leggo con una certa tristezza la lettera inviatale dal signor Angelo Busico che in un certo qual modo giustifica chi si è (per così dire) trasferito nella Chiesa ortodossa abbandonando quella cattolica che gli è stata madre fin dalla più tenera età.
Posso capire la delusione che in fondo proviamo un po’ tutti per una Chiesa allo sbando e non più maestra attenta e accorta nel trasmettere le fondamentali verità di sempre e nell’ indicare la via certa della salvezza ai fedeli caduti ormai in uno stato di pericolosa confusione; capisco il dolore per le chiese sempre più vuote e per i preti divenuti semplici funzionari di un culto di cui essi stessi si sono fatti disintegratori; e capisco tante altre cose che è inutile elencare qui, ma abbandonare il cattolicesimo non riesco a capirlo e anzi mi dispiace davvero tanto per quelle persone menzionate nella lettera, alcune delle quali ho personalmente conosciuto e apprezzato per la correttezza e l’esemplare integrità della fede. Non avrei mai immaginato questo loro così impegnativo passo. A suo tempo ho anche tentato di esprimer loro il mio stupore e il mio dispiacere, ma probabilmente ho sbagliato modo e strada.
Che il Signore li soccorra con la Sua misericordiosa Provvidenza ed essi, al di là delle infinite difficoltà, tornino a riconoscere il vero ovile.