di Paolo Deotto
Caro Aldo Maria,
consentimi di intervenire nel dibattito che si è sviluppato sul tuo sito Duc in altum sul tema “cattolici o ortodossi”.
Non ti nascondo che sento molto il fascino della Chiesa ortodossa, della loro liturgia che ha comunque una solennità che da noi è stata uccisa. Inoltre, proprio di recente ho risentito un amico, con cui avevo perso da anni i contatti, che, tra le altre novità, mi ha raccontato di essere passato alla Chiesa ortodossa.
Insomma, l’argomento non mi lascia indifferente, tutt’altro.
Ma parliamo dei “frutti”. È vero, gli ortodossi le chiese le aprono. Noi, i cattolici, le chiudiamo o peggio ancora le usiamo spesso e volentieri per attività mondane, scordandoci che sono luoghi consacrati.
Allora si obietta: ma anche i Testimoni di Geova sono in aumento, come i gruppi pentecostali protestanti” (don Mancinella).
È vero. Ma se vogliamo parlare dei “frutti”, io guarderei ad altro. Non mi interessa tanto l’incremento numerico di questa o quella confessione. Mi interessa però un altro aspetto, che mi pare innegabile: nei Paesi ortodossi, e in particolare in Russia, la Chiesa non ha rinunciato al suo ruolo di custode morale, tant’è che in quei Paesi, ad esempio, la propaganda “LGBTXYZ”, che è uno dei più gravi pericoli per la civiltà, è osteggiata. È un esempio, ma potremmo parlare anche di particolare attenzione alla famiglia, l’unica famiglia, quella costituita da marito/moglie e prole. Per restare in ambito cattolico, in Europa direi che solo l’Ungheria cerca, anche a livello politico, di difendere la salute morale della società.
Invece nella infinita galassia di gruppi e gruppetti protestanti, come tra gli anglicani, abbiamo già benedizioni di coppie di invertiti, sacerdozio femminile e via discorrendo.
Quindi, i frutti dell’ortodossia si vedono, a livello morale e anche politico. Questo vuol dire che allora “hanno ragione” gli ortodossi e dobbiamo lasciare la Chiesa cattolica? Non mi pare che sia questo il modo di impostare il problema.
Piuttosto, noi cattolici dovremmo essere sanamente mortificati vedendo che la Chiesa ortodossa fa ciò che noi, ansiosi di “dialogo” col mondo, non sappiamo più fare. E questo se non altro ci dice che in futuro, quando Dio vorrà, sarà possibile tornare all’unità di cattolici e ortodossi.
Ma la Chiesa cattolica resta la nostra madre. Santa Madre Chiesa. Attualmente è senza dubbio in una condizione penosa, occupata fin nel suo vertice da uomini indegni. Credo che raramente nella Storia si siano visti nemici di Cristo come un Bergoglio, con tutto ciò che ne consegue a livello dei suoi vassalli, alias vescovi, cardinali…
Ma se la Madre si è corrotta, può il figlio rinnegarla?
Il figlio potrà, dovrà anzi, fare il possibile e l’impossibile per riportare la madre sulla retta via. Naturalmente è una sofferenza vedere la madre corrotta, ma resta comunque nostra madre. Non seguiremo le sue strade sciagurate, ma piuttosto cercheremo di far riprendere a lei la strada giusta. E, ripeto, soffriremo, come infatti soffriamo. Ma non ci scordiamo nemmeno la promessa di Cristo, che ci ha detto che le porte degli inferi non prevarranno.
Don Giussani (e ringrazio sempre Dio che me lo ha fatto incontrare) ci ammoniva sempre, quando eravamo sbarbatelli, ad avere il massimo rispetto per i genitori, sempre e comunque. “Sono coloro che vi hanno dato la vita”.
La Chiesa cattolica, la stessa che mi ha dato la vita con il Battesimo, che mi ha fatto “Soldato di Dio” (ai miei tempi si diceva ancora) con la Cresima, è mia madre nello Spirito.
Attualmente questa madre è in condizioni penose, in mano a uomini che cercano di distruggerla. E io posso abbandonarla? Sarei un figlio indegno.
Grazie, caro Aldo Maria, per l’attenzione e un caro saluto a te e ai lettori di Duc in altum.