Caro Valli,
scrivo dal Perù per chiederle l’immenso favore di lasciarmi chiarire la situazione interna del mio Paese.
Il 7 dicembre scorso l’ex presidente Pedro Castillo, del partito di estrema sinistra Perù Libre, pronunciò un messaggio alla nazione annunciando la chiusura, in maniera anticostituzionale, del Congresso della Repubblica e l’intervento di magistratura e tribunale costituzionale. In poche parole, distruzione totale dello Stato di diritto.
La reazione del Congresso, così come di tutte le altre istituzioni dello Stato, delle Forze Armate e del popolo in generale, fu di assoluto ripudio, al punto che due ore dopo questo discorso Castillo fu incarcerato, e ancora si trova rinchiuso.
In seguito l’incarico di presidente fu assunto dalla vicepresidente Dina Boluarte, anche lei di sinistra, ma molto più moderata e senza i legami profondi che Pedro Castillo aveva, e ha, con i cocaleros (i produttori di foglia di coca vincolati al narcotraffico), con i minatori illegali e con il sindacato dei professori legati al movimento terroristico marxista-leninista-maoista Sendero luminoso, che tanta morte, distruzione e dolore causò negli anni Ottanta e Novanta, sotto la guida del sanguinario leader Abimael Guzmán Reynoso.
Con la caduta di Pedro Castillo questi gruppi di estremisti di sinistra e di commercianti illegali hanno perso potere e non hanno più campo libero per agire al di fuori della legge. Stanno quindi cercando di far cadere il nuovo governo provocando il caos: stazioni di polizia incendiate (con la morte di un poliziotto, José Luis Soncco Quispe, bruciato vivo), locali pubblici e privati devastati, autostrade bloccate.
Il peggio è che questi estremisti hanno il supporto dei presidenti dei Paesi latinoamericani che fanno parte del Foro (comunista) di São Paulo e hanno messo la loro ideologia al di sopra del rispetto della democrazia e dell’indipendenza del Perù. Da loro, con la complicità del mainstream internazionale, sono arrivate le false accuse di genocidio contro la Polizia e l’Esercito, quando invece ciò che stanno facendo le forse dell’ordine è proteggere la popolazione e i beni pubblici (aeroporti compresi) e privati.
In Perù vige l’indipendenza dei poteri dello Stato, e la procura sta già indagando sui morti che ci sono stati. Qualche isolato eccesso da parte delle forze dell’ordine non è da escludere, ma nel complesso sia la polizia sia l’esercito stanno compiendo il loro dovere di tutelare l’integrità del pacifico popolo peruviano, i beni materiali e lo Stato di Diritto.
La menzogna che la stampa internazionale sta diffondendo nel mondo è inaccettabile.
Marco Cattarini
Lima, Perú