Comunione / Tra abusi e arroganza

Caro Aldo Maria Valli,

sto seguendo sul suo blog Duc in altum il dibattito sulla comunione, a difesa del sacrosanto diritto di riceverla in bocca e non sulla mano.

In merito voglio raccontare due episodi. Del primo sono stato protagonista diretto, il secondo mi è stato riferito.

Frequento la parrocchia di San Paolo a Salerno e alcune domeniche fa mi sono presentato, durante la messa, per ricevere l’Eucaristia. Il celebrante mi ha chiesto di porgere le mani e, visto il mio rifiuto, è stato “costretto” a darmi l’Eucaristia direttamente in bocca. Subito dopo avermela concessa, mentre mi spostavo dalla fila per tornare al mio posto, mi ha rivolto questa frase: “Che il Signore la assista!”. A tale affermazione ho risposto: “Anche a lei, padre”.

Qualche settimana prima, nella stessa parrocchia, è accaduto un episodio ancor più sconcertante. Un mio amico che si è presentato in sacrestia per chiedere al celebrante se poteva ricevere la comunione direttamente in bocca, si è sentito rispondere: “Solo i cani prendono il cibo direttamente con la bocca”.

Questi due sacerdoti appartengono alla Congregazione dei Saveriani.

Per fortuna il parroco di San Paolo è un sacerdote, benché molto giovane, di una fede vera.

Non aggiungo commenti, solo una domanda: cos’altro ci aspetta?

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