Comunione / Basta abusi! Adesioni all’appello rivolto ai vescovi
Cari amici di Duc in altum, arrivano senza sosta, da ogni parte d’Italia, le adesioni all’appello ai vescovi [lo trovate qui] lanciato tramite questo blog dal lettore Piergiorgio Cesario al fine di far rispettare il diritto di ricevere la Santa Comunione in bocca (e in ginocchio) e di mettere fine così ai gravi abusi diffusi ormai ovunque.
Per le segnalazioni degli abusi e per aderire all’appello potete scrivere qui: blogducinaltum@gmail.com
Per favore, indicate il luogo e la diocesi di appartenenza.
Per far conoscere le vostre richieste alla Cei, questo è il link dell’Ufficio liturgico nazionale della Conferenza episcopale italiana:
https://liturgico.chiesacattolica.it/
Cliccando sul link si apre una pagina nella quale, alla voce Contatti, c’è la finestra per inviare messaggi.
Se si desidera scrivere una lettera, questo è l’indirizzo:
Conferenza episcopale italiana
Ufficio liturgico
Circonvallazione Aurelia, 50
00165 Roma
Tel. 06 663981
Ricordo inoltre che il lettore Valter Tuninetti ha lanciato l’idea di un comitato per mettere in contatto i fedeli che dicono basta ad abusi e discriminazioni e vogliono far sentire la propria voce. Se si desidera ricevere informazioni su questa iniziativa l’indirizzo è sempre blogducinaltum@gmail.com
Qui pubblico una nuova selezione dei messaggi ricevuti.
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Caro Aldo Maria,
anche da parte mia, naturalmente, una convinta adesione all’appello di Piergiorgio Cesario contro ogni abuso perpetrato sul sacramento dell’Eucaristia.
Per gli amici romani (e dintorni) di Duc in altum informo che nella parrocchia personale della Santissima Trinità dei Pellegrini, retta dai sacerdoti della Fraternità Sacerdotale di San Pietro, si celebrano unicamente le liturgie Vetus ordo (non solo la Santa Messa, quindi) e che l’Eucaristia viene somministrata esclusivamente in bocca e inginocchiati davanti alla balaustra. La Santa Messa solenne domenicale (cantata) si celebra alle ore 11 mentre le altre due messe festive sono alle ore 9 e 18:30.
Indirizzo: piazza della Trinità dei Pellegrini, 1 – Roma (a cento metri da Ponte Sisto).
Per coloro che per la prima volta partecipano alla Messa tridentina sarà bene precisare che la sua durata è doppia rispetto a quella della celebrazione domenicale cui si è normalmente abituati (un’ora e mezza anziché tre quarti d’ora), ma non ci si rende nemmeno conto del tempo trascorso, tanto è viva e partecipata la liturgia.
Fabio Battiston
Roma
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Caro Valli,
aderisco all’appello da inviare ai vescovi per il rispetto del diritto di ricevere la Comunione in bocca e in ginocchio. Io son costretto a fare 150 chilometri all’andata e 150 al ritorno per assistere alla Santa Messa vetus ordo e ricevere degnamente nostro Signore Gesù Cristo
Nel mio paese il parroco porta ancora la mascherina, non si inginocchia e dà la Comunione in mano.
Penso di aver detto tutto. Prego per lui.
Lettera firmata
Sorgono (diocesi di Oristano)
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Caro Aldo Maria Valli,
aderisco all’appello ai vescovi e do una testimonianza raccontando l’esperienza che stiamo vivendo nella nostra città.
Siamo un gruppo che frequenta la Messa apostolica tradizionale. Il sacerdote che celebra tutte le mattine presto (per permettere a chi lavora di partecipare) si sposta in auto perché non è possibile celebrare in una Chiesa parrocchiale.
Il rispetto per il corpo di Cristo è commovente, come la grande devozione alla Madonna. Devo dire che purtroppo il numero dei fedeli non aumenta mentre ciò che lui ci dà non ha prezzo.
Ometto il nome della città perché qui abbiamo un vescovo che ci colpirebbe.
Gabriella
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Caro Valli,
aderisco all’appello rivolto ai vescovi italiani.
Credo sia importante mettere in contatto i fedeli che vogliono far sentire la propria voce.
Inoltre vorrei segnalare quanto è successo a me e a mio marito circa un anno fa. Al momento di distribuire la Santa Eucarestia il parroco raccomandò a chi voleva comunicarsi di restare in piedi (vietato inginocchiarsi), mentre tutti gli altri potevano sedersi.
Mio marito ed io rimanemmo in ginocchio e questo deve avere disorientato il parroco che ci chiese se volevamo “fare la Comunione”. Alla risposta di mio marito “Si, ma sulla lingua”, il parroco fece dietrofront con una smorfia tra il disappunto e il disgusto.
Beatrice Fernè Fiorentini
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Caro Valli,
desidero aderire all’appello ai vescovi per il rispetto del nostro diritto di ricevere la Santa Eucaristia in bocca e in ginocchio. Da parte di vescovi e parroci si sta veramente esagerando con l’abuso.
Barbara
Diocesi di Messina
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Caro Aldo Maria Valli,
anch’io vorrei portare il mio modesto contributo. Aderisco quindi all’appello per chiedere il ripristino dell’uso della Santa Comunione in bocca.
M. Di Fatta
Cefalù (Palermo)
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Caro Valli,
aderisco all’appello per il rispetto del nostro diritto di ricevere la Santa Eucaristia in bocca e in ginocchio.
Viviana Atzei
Genova
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Caro Aldo Maria Valli,
scrivo per testimoniare il grande disappunto provato durante la Santa Messa per il funerale della moglie di un carissimo amico, avvenuta a Brusuglio (Milano) qualche mese fa. Non volendo ricevere la Santa Eucarestia nelle mani, come imposto dal parroco, mi sono messo tranquillamente in coda e, da buon ultimo, al momento di ricevere l’ostia consacrata ho offerto la bocca. Al che il reverendo, allibito e sconcertato, me l’ha rifiutata quasi disgustato, dicendo: “No, no, no!”.
A quel punto, ritenendo che quello non fosse il momento di rivendicare il mio diritto e non volendo fare polemiche, me ne sono tornato al posto in silenzio.
Giorgio
Diocesi di Milano
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Caro Valli,
aderisco all’appello rivolto ai vescovi perché riconoscano e facciano applicare il diritto di ricevere la Santa Eucaristia in bocca e in ginocchio.
F. Adrea Fiorentini
Siena
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Caro Aldo Maria,
Laudetur Jesus Christus!
Mi affianco volentieri ai miei confratelli in Cristo con l’adesione all’appello ai vescovi per poter ricevere l’Eucaristia in bocca e in ginocchio.
Aggiungo che a Trieste non viene sempre negata. Per esempio nel santuario di Monte Grisa. E a Santa Maria Maggiore, durante la Comunione, viene messo a disposizione un piccolo inginocchiatoio.
Mi sembra di capire che si tratta di fare anche un po’ battaglia e di avere perseveranza. A San Giovanni Decollato il parroco ancora si mette la mascherina, ma ha concesso la Comunione in bocca a una mia amica che ha per molto tempo insistito. Purtroppo tantissimi fedeli che frequentano le Messe novus ordo hanno preso brutte abitudini (per esempio non inginocchiarsi) o si sentono ancora in mezzo alla cosiddetta pandemia.
Preghiamo con ancora più fervore per la Chiesa e per i nostri pastori.
In Christo Rege
Igor Pavel
Trieste
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Caro Valli,
desidero aderire all’appello ai vescovi perché riconoscano il nostro diritto di ricevere la Santa Eucaristia in bocca e in ginocchio.
Camillo Fiorentini
Cremona
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Caro Valli,
desideriamo aderire all’appello ai vescovi perché chi lo desidera possa ricevere la Santa Eucaristia in bocca.
Paola Corti e Sergio Ripamonti
Decanato di Oggiono
Diocesi di Milano
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Caro Valli,
scrivo per aderire all’iniziativa dell’appello ai vescovi italiani per ricevere la Santa Eucaristia come si conviene, in bocca e in ginocchio. Qualcuno si inginocchia ancora durante la consacrazione, anche se non per tutto il Canone, e non ci inginocchiamo più nel ricevere Nostro Signore? È necessario parlarne, farlo sapere!
Dio ci perdoni e lo Spirito Santo ci illumini.
Ave Maria!
Federico Morandi
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Caro Valli,
desidero aderire all’appello rivolto ai vescovi per avere il diritto di ricevere la Comunione in bocca.
M.O. Brambilla
Milano