È la scienza che lo dice! Ma quale scienza?
di Vincenzo Rizza
Caro Aldo Maria,
a proposito del suo articolo Tra aragoste, scarafaggi e rane. Così ci mettiamo a disposizione dei padroni del pensiero sul tentativo, purtroppo ben riuscito, di cambiare radicalmente ciò che le persone considerano normale, mi ha recentemente colpito la pubblicità di un noto produttore di surgelati.
Sono rappresentati una nonna con il nipotino seduti su una panchina di un parco. Il nipotino esalta la bontà degli hamburger vegetali che “sono senza carne e producono molto meno CO2”. La nonna, perplessa sulla bontà del prodotto, viene sostanzialmente umiliata dal nipotino che con fare deciso e saccente esclama: “Quindi pensi che gli scienziati sbaglino?”.
Altro che finestra di Overton! La nota teoria ha trovato un’importante evoluzione ai nostri giorni e più che di finestra possiamo parlare di un immenso portone in cui la tesi non si limita a passare da inconcepibile a legalizzata, ma diventa incontestabile.
È la scienza che lo dice! Ma quale scienza?
È la stessa scienza che sulla base di improbabili modelli matematici, smentiti da molti esperti, attribuisce all’uomo le cause del riscaldamento globale, ignorando che la terra, per sua fortuna, se ne infischia delle simulazioni proposte dai modelli climatici e che il clima ha sempre subìto fasi alterne di glaciazione e riscaldamento, anche quando l’uomo si vestiva di pelli di animali e a malapena riusciva ad accendere un fuoco? O è la scienza che sui vaccini diceva che gli effetti della terza dose sarebbero durati dieci anni, poi cinque anni, poi un anno, poi forse qualche mese, poi non si sa!
Invero si è totalmente perso il significato di scienza, della ricerca finalizzata non a dimostrare una tesi precostituita, ma a formulare ipotesi che siano verificabili e riproducibili. Una continua ricerca in cui si dovrebbe essere sempre pronti al confronto e a mettere in discussione le proprie convinzioni per evolvere verso la Verità.
Il degrado imperante è evidente e l’appellativo di scienziato assicurato a chiunque abbia una laurea in una materia scientifica appare ridicolo tanto quanto l’attribuzione del termine filosofo a un laureato in filosofia.
Si parla tanto di Galilei, ma le umiliazioni che ingiustamente subì al tempo sono oggi quotidianamente subìte da ricercatori che si oppongono al sentire dominante e che sono ignorati se non derisi in quanto colpevoli di mettere in discussione dati considerati incontestabili perché la scienza (con la s minuscola) è diventata una neo-religione, un dogma gestito dai neo-sacerdoti della verità (anch’essa con la v minuscola) che non ammettono contraddittorio.
Questi sacerdoti non considerano che ciò che è stata definita scienza in un certo periodo storico è stata ritenuta superstizione o stregoneria in periodi successivi. I medici che prescrivevano i salassi nei tempi antichi erano considerati moderni scienziati; oggi sarebbero considerati dei folli. Allo stesso tempo molti scienziati di oggi saranno considerati domani dei cialtroni, tanto più se con evidente malafede si sono sottratti al confronto e per interessi personali hanno abbandonato la ricerca della Verità.