di Fabio Battiston
Il 15 febbraio ansa.it, nella sezione Cultura, ha pubblicato un articolo sull’ultima fatica letteraria di Jorge Bergoglio. Stavo per passare oltre quando un irrefrenabile (e misterioso?) impulso autodistruttivo mi ha spinto a leggere quella paginetta; la scelta si è poi rivelata illuminante. Si, perché quello che a prima vista poteva apparire come l’ennesimo florilegio apologetico dedicato dall’informazione secolare al papa regnante nascondeva una per noi già evidente realtà. Esso infatti, seppur inconsapevolmente, offriva l’esatta misura di quanto l’attuale ministero petrino sia sideralmente lontano (vogliamo dire, anzi, chiaramente contrapposto? Ma sì, diciamolo pure) da ciò che noi, insulsi archeo-cattolici, riteniamo possa somigliare a qualcosa che si chiama Chiesa.
Non ci credete? Date allora un’occhiata all’articolo in questione, che vi propongo integralmente. È piuttosto breve. Se a una prima lettura non trovate nulla di particolare, abbiate la bontà di analizzarlo una seconda, e magari una terza volta. Ci rivediamo alla fine dell’articolo.
Uscirà il prossimo 21 febbraio un nuovo libro di papa Francesco, Cerca il tuo orizzonte. Rialzarsi e ripartire oggi, in dialogo con don Davide Banzato, edito da Piemme in collaborazione con la Lev.
“Ognuno di noi deve domandarsi se nella sua vita ci sono orizzonti. Ci sono orizzonti? Tante volte, succede che la gente non riesca a scorgerli. E si sente un po’ male perché non osserva, non sa guardare e cercare quegli orizzonti. Osservare gli orizzonti della vita, così, significa guardare alla speranza”, dice il Pontefice rispondendo alle domande del suo interlocutore. “Papa Francesco ti fa sentire davvero persona. È il Papa, certamente. C’è all’inizio quell’attesa, la stessa che da bambino ho vissuto la prima volta che ho incontrato un successore di Pietro. Ma poi, senza che te ne renda conto, ti fa sentire alla pari, con la comprensione, l’autenticità di un uomo che ti vuole bene e basta, per quello che sei, senza se e senza ma”, spiega don Davide Banzato, sacerdote a servizio dei giovani nel disagio presso la comunità Nuovi Orizzonti fondata da Chiara Amirante, autore per varie testate giornalistiche e conduttore di programmi tv e radio.
“Se avessi in modo inaspettato la possibilità di fare qualsiasi domanda a papa Francesco – come a me è successo – in un dialogo spontaneo, quali domande gli faresti?”. Proprio questa è stata l’esperienza vissuta da don Davide e raccontata nelle pagine di questo libro: in Vaticano per il programma di Canale 5 “I viaggi del cuore”, don Davide mai avrebbe pensato di avere la possibilità unica di chiacchierare con il Pontefice e porgli le domande che lui, e forse molti altri, portava dentro di sé.
Ne è scaturito un dialogo sincero e spontaneo, ma anche una riflessione illuminante tra un sacerdote dal vissuto spesso rischioso, fatto di luci e ombre, e un Papa dalla grande saggezza e, soprattutto, dalla sconfinata umanità.
In occasione del decimo anniversario del pontificato di papa Francesco, sono appunto dieci le domande a cui risponde qui il Pontefice, dando vita a un percorso che affronta temi esistenziali e attuali: dalla solitudine all’indifferenza, dalla crisi di fede alla pace del cuore, dalla paura alla povertà. Il tutto arricchito da aneddoti personali e riflessioni sul tempo che viviamo, sui documenti e discorsi del Papa, su questioni scottanti come gli abusi, la guerra e la crisi economica, in un approfondimento che parla a tutti.
Le parole di Francesco accompagnano così in un vero “viaggio del cuore”: un cammino intenso, non privo di ostacoli e luoghi oscuri ma capace di mostrarci che, per ognuno, è sempre possibile gettare l’ancora della speranza nel mezzo della tempesta, aprire una finestra e scorgere l’orizzonte di un domani più sereno.
Allora, avete completato l’edificante lettura? Nulla di particolare da segnalare? Sono certo che la gran parte degli amici di Duc in altum hanno già compreso la questione. Notate bene che nella pagina sono presenti sia frasi di Bergoglio sia commenti del “dialogante” (anch’egli sacerdote). Insomma rileggendo l’articolo ho verificato quante volte vi compaiono le seguenti parole: Dio, Gesù Cristo, Spirito Santo, Madonna, Chiesa, preghiera, carità, peccato, liturgia, Rivelazione, Incarnazione, Resurrezione, Scrittura, Bibbia, Magistero, Eucaristia, cristiano, cattolico, apostoli, Vangelo e Sacramenti. Totale delle ricorrenze: zero!
Non parliamo poi del titolo del libro; pare più quello di un manuale psicologico per giovani manager in cerca di carriere facili che di qualcosa che vorrebbe somigliare a una guida spirituale.
Per essere l’invito a leggere un libro scritto dal Successore di Pietro e capo della Chiesa cattolica, apostolica, romana non c’è male!
In compenso, la parola “fede” compare ben una volta – ma solo per indicare la crisi di fede – e comunque immersa nei soliti luoghi comuni della marmellata pseudo-pastorale bergogliesca. Parole d’ordine come pace, cuore, orizzonte, guerra, crisi, umanità, disagio, giovani, paura, povertà, persona, autenticità e comunità accecano gli occhi del lettore meglio (o peggio) di un trattato di sociologia o di solidarismo globalista pubblicato per le edizioni Onu 2030.
La mia conclusione è un po’ banale, lo ammetto, ma non trovo di meglio: questo passa il convento!
P.S. Dimenticavo. Per chi non lo conoscesse, don Davide Banzato è uno dei volti sacerdotali più noti dei canali berlusconiani (e che non se ne abbia a male il cardinal Ravasi, per carità!). I manager Fininvest lo avranno certo scelto anche per le sue caratteristiche estetiche che oggi ne farebbero l’ideale Padre Ralph in un remake di Uccelli di rovo. Jorge Bergoglio lo ha nominato, nel 2016, missionario della Misericordia.