Caro Valli,
scriverle è diventata una mia piccola consolazione e ora lo faccio dopo aver passato la nottata e aver lasciato maturare qualche consiglio su ciò che i miei occhi hanno veduto e le mie orecchie udito.
Ieri ero a casa di amici che, mentre si parlava in salotto, avevano lasciato la televisione accesa su TV 2000.
Ora io non ho la televisione e, anche l’avessi, non sarebbe rimasta sintonizzata a lungo su quel canale, però non mi è sembrato carino fare rimostranze e così ho assistito a uno speciale che sarebbe senz’altro opportuno definire straordinario dal titolo mistagogico: Francesco, la chiesa che vorrei.
Il livello di piaggeria era tale che per qualche momento ho sospettato di trovarmi in Corea del Nord!
Così, a sprazzi di memoria:
Un prete di Milano che non sembrava un prete, davanti a una chiesa, perché dentro non sembrava bello e più difficilmente sarebbe passata la sottile allegoria dell’uscita, con un comitato di ascolto del migrante che sembrava un gruppo di casalinghe che fanno bruciare l’arrosto sui fornelli perché mica vogliono sembrare delle casalinghe inoperose;
Moni Ovadia che dall’interno di un’automobile colorata dice di sentirsi commosso dal “papa che dice buonasera” e così vuol dire buonasera anche lui;
Tullio Solenghi che interpreta il ministro generale dei frati minori mentre si dice seccato di dover sentire addirittura nelle proprie comunità frati che dissentono sulle mistiche profondità bergogliane;
Zuppi con la croce pettorale sui genitali (sic) che sinodalmente afferma che chi non capisce papafrancesco© è perché non l’ha ascoltato oppure perché è in malafede;
Mentana che ci spiega che la chiesa di papafrancesco© presenta certamente migliorie rispetto al passato ma, tutto sommato, non fa altro che evidenziare quello che già i più accorti sapevano: è inutile esattamente come è sempre stata, quando non dannosa.
Il tutto condito da un presentatore affetto da un singolare tic facciale che gli fa digrignare i denti al sentir pronunciare il nome di papafrancesco©.
È bello avere grandi ideali, per il momento però più che la chiesa che vorrei io vorrei la Chiesa.
In attesa di scoprire ulteriori profondità,
Nicolò Raggi