Caro Valli,
vorrei, se me lo permette, rispondere all’articolo di Andrea Colombo pubblicato in Duc in altum domenica 19 marzo sulla guerra russo-ucraina.
Pur condividendo una buona parte delle idee espresse da Andrea, al quale sono legato da antica amicizia, devo tuttavia rilevare che nella sua brillante disamina dimentica qualche particolare che invece dovrebbe essere sottolineato per comprendere tutta la questione.
Va detto in premessa che anche in questa vicenda è stato platealmente applicato lo schema provato con successo durante la pandemia e cioè di individuare fin da principio l’eroe, Zelenski e l’Ucraina, e il villain Putin e tutta la Russia, in modo da orientare immediatamente l’opinione pubblica imponendo di fatto una sola scelta di campo e trasformando chiunque non seguisse il pensiero mainstream in squallidi putiniani e perciò pure no vax. Anche Andrea non sfugge a questa logica quando identifica i filo-putiniani nei siti no vax, anche se, grazie al cielo, ha parole di encomio per chi si è opposto alla dittatura sanitaria negli ultimi due anni.
È ben noto che quando scoppia una guerra una parte importante viene giocata dalla propaganda, oggi resa ancora più invasiva ed efficace grazie alla vasta scelta di canali televisivi e social. Ebbene, dall’inizio della guerra la gran parte dell’informazione che ci arriva è a favore dell’Ucraina e viene accolta come notizia vera senza alcuna critica delle evidenti esagerazioni propagandistiche. Per contro, le notizie di fonte russa sono sic et simpliciter bollate come mera propaganda e quindi non degne di attenzione. Siamo arrivati al punto di vietare persino la partecipazione a gare sportive e manifestazioni culturali a persone con passaporto russo, per non parlare della censura a Dostoevskij da parte del rettore di una università Italiana che, più realista del re, ha impedito di fatto una serie di lezioni sul grande scrittore.
Come giustamente stigmatizza l’amico Andrea, succede che di fronte a uno schieramento così compatto ci sia qualcuno che non ci sta e per puro spirito di contraddizione si schiera con il medesimo fervore dalla parte opposta, magnificando il grande condottiero russo difensore dei valori cristiani.
Come al solito la ricerca della verità, ammesso di trovarne una, in situazioni come questa non è facile, ma almeno proviamo a vedere tutte le carte. Andrea giustamente sostiene che la guerra attuale non è uno scontro tra dittatura e democrazia, in quanto l’Europa non è un democrazia per le ragioni da lui ben esposte. Tuttavia la descrizione che ci propone dell’Ucraina, da lui visitata nel 2001, come paese cattolico perseguitato e in lotta perenne col cattivo orso russo è altrettanto fuorviante. Se si dà un’occhiata a un atlante storico si vede molto chiaramente come l’Ucraina nei secoli abbia mutato forma in maniera molto significativa. Non dimentichiamo che il ducato di Kiev fu la culla dell’attuale Russia. Nei secoli l’Ucraina ha occupato spazi a nord e a sud, e in seguito alle continue guerre coi propri vicini ha acquisito e perso regioni polacche e lituane fino ad arrivare alla situazione attuale che la vede estesa in un territorio che incorpora popolazioni di chiara matrice russofona e altre ucraine, con al centro un miscuglio delle due. Direi dunque che, per come è composta attualmente, parlare di una identità ucraina nel senso di quelle dei paesi europei non è corretto.
Nel parlare e discutere di questa guerra, poi, si è partiti dall’invasione russa, vista come una sorta di rivalsa da parte dell’ex paese comunista che dopo la caduta del muro di Berlino vuole ora riprendersi i territori perduti trentaquattro anni fa. Fino al febbraio dello scorso anno la gran parte dei commentatori da talk show o da tastiera probabilmente ignorava la posizione geografica dell’Ucraina e ancora oggi, se si domanda a bruciapelo quali sono gli Stati con essa confinanti, poche persone sono in grado di indicarli correttamente. La tesi è che Putin ha invaso e tanto basta. Seguendo questa logica dovremmo allora chiederci come mai nessuno si è schierato con i siriani invasi dagli Usa, o con gli iracheni invasi anche loro per futili pretesti (ricorderete la fialetta di antrace mostrata nel 2003 dall’allora segretario di Stato americano Colin Powell davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite). Dovremmo anche chiederci come mai nessuno si è indignato quando la Francia ha invaso la Libia. E perché noi europei non ci vergogniamo di aver devastato la Serbia?
In barba alle tesi di Fukuyama la storia non è finita nel 1989 con la caduta del comunismo. Anzi, gli avvenimenti successivi sono stati innumerevoli e determinanti. È un fatto che nei vent’anni successivi la caduta del muro di Berlino la Nato, sostanzialmente un’organizzazione difensiva contro il blocco comunista, invece di allacciare buoni rapporti con la neonata democrazia russa, come sarebbe stato logico, ha espanso le proprie basi estendendosi su tutti i paesi del ex Patto di Varsavia, dopo aver solennemente promesso che non lo avrebbe fatto. Quando nel 1961 i russi osarono installare una base missilistica a qualche centinaio di chilometri dagli Stati Uniti, a Cuba, Kennedy minacciò lo scoppio della terza guerra mondiale, che fortunatamente fu disinnescata grazie all’acquiescenza di Krusciov che ritirò i missili, non per timore, ma perché dall’altra parte Kennedy ritirò quelli che aveva schierato in Turchia.
Ora, se gli americani si infastidiscono per la presenza di basi nemiche a migliaia di miglia dai propri confini, non si comprende perché i russi debbano essere meno suscettibili nel vedersi piantare una base ostile a qualche centinaio di chilometri da San Pietroburgo. Inoltre nei quindici anni successivi alla visita del nostro Andrea a Kiev, in Ucraina ci sono stati due colpi di stato contro Janukovic, finanziati apertamente dagli Usa. La signora Victoria Nuland, sottosegetario di Stato che ne fu l’artefice, si fece intercettare mentre urlava “Fuck Europe” dopo il secondo colpo di stato del 2014 che favorì l’accesa di Poroshenko. Costui, insieme alla sua sodale Timoshenko, nel 2014 ha iniziato una guerra insensata contro i territori ora affrancati dalla Russia, ed è lo stesso che ha eletto a eroe nazionale tal Bandera, massacratore di ebrei e polacchi durante la seconda guerra mondiale. Un po’ come se la Germania facesse eroe nazionale Göring. Sotto Poroshenko, e con il medesimo Zalenski, sono state approvate tutte le leggi tanto stigmatizzate da Andrea contro la famiglia naturale, analogamente a tutti i paesi democratici europei. Lo stesso Zelenski, prima della guerra non così popolare presso i suoi, ha eliminato, esattamente come il suo degno avversario Putin, tutta l’opposizione democratica del suo paese, chiudendo giornali e sopprimendo partiti politici, cosa che sta facendo tuttora.
Mi spiace dissolvere l’immagine un po’ idilliaca di un Ucraina cattolica e tradizionalista, ma questi sono i fatti. E allora quid est veritas?
Se vogliamo fare, come suggerisce il nostro Andrea, un ragionamento da cattolici, proprio lì sta il punto: questa guerra è figlia di un’Europa scristianizzata che dopo aver esportato migliaia di santi nel mondo oggi trasmette solo disvalori contagiando quei paesi che, a differenza dei nostri, pur sotto il tallone di una feroce dittatura, li avevano mantenuti. Come sono profetiche le parole di san Giovanni Paolo II che alla caduta del comunismo aveva messo tutti in guardia affermando che il capitalismo deviato dalla finanza ne era il rovescio della medaglia. E come ci manca quel santo pontefice che, vox clamantis in deserto, rivolgendosi al presidente degli Stati Uniti e alla Nato che bombardavano gli iracheni gridò: “Ne renderete conto a Dio!”
A mio modesto avviso questa situazione è figlia della latitanza dell’Europa e del suo servilismo verso chi sta conducendo quella guerra non in nome della libertà ma per interessi che niente hanno a che fare con la democrazia. Quell’Europa che fu un tempo la culla della civiltà, ma oggi ne è diventata la bara.
Mario Grifone
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Caro Valli,
desidero controbattere alla la visione del signor Andrea Colombo sulla guerra in Ucraina.
Importante è ripercorrere un po’ di storia per chiarire le cose. Dallo scioglimento dell’Urss l’Ucraina si è dichiarata Stato neutrale e non ci sono stati grossi problemi di convivenza tra le varie regioni. Nel 2014 c’è stato un colpo di stato organizzato dai soliti noti (Usa e Gran Bretagna) ed è stato rovesciato un governo legittimamente eletto dalla popolazione. In seguito a questo colpo di stato la Crimea con un referendum che fu un plebiscito scelse di aderire alla Russia. Non fecero lo stesso le regioni del Donbass che si dichiararono repubbliche separandosi da Kiev. In otto anni il regime imposto dall’Occidente all’Ucraina ha bombardato il Donbass causando la morte di 14 mila abitanti. Dal 2014 al 2022 la Russia (attenzione che non è più l’Urss) ha cercato in tutti i modi di percorrere la via dei negoziati per trovare un accordo di pace. E qui bisogna ricordare i famosi accordi di Minsk a cui la Russia ha sempre creduto. Recentemente, la signora Merkel e il signor Macron hanno dichiarato che i negoziati per trovare un accordo sono stati una presa in giro della Russia,non sarebbero mai stati attuati, ma sono serviti solamente per preparare militarmente l’Ucraina.
Veniamo al 2022. Fino al 20 di febbraio la Russia non aveva riconosciuto le repubbliche del Donbass. Quando ha saputo, tramite l’intelligence, che ai primi di marzo l’Ucraina avrebbe sferrato un potente attacco alle regioni del Donbass per sterminare le popolazioni russofone, ha riconosciuto le due repubbliche e ha cominciato l’operazione speciale. Il resto lo conosciamo.
Ora vorrei solo fare una domanda al signor Colombo: come mai il maggior numero di profughi ucraini si trova in Russia? Non è da pazzi rifugiarsi nel paese che vuole invaderti per sottometterti?
No signor Colombo, la Russia non aveva nessuna intenzione di invadere l’Ucraina per sottometterla. Certo, vuole un margine di sicurezza ai suoi confini. Si ricorda la vicenda dei missili sovietici a Cuba? Vada a vedersi le basi Nato intorno alla Russia e le basi russe nel mondo.
Diverse rivelazioni private a mistiche cristiane affermano che dalla Russia verrà la Luce per rinnovare la Fede in questo Occidente ormai ateo. Per questo sottoscrivo quanto dice monsignor Viganò.
Maurizio Nicolin