Caro Valli,
desidererei avere una risposta circa l’adorazione eucaristica. La domanda è questa: perché il Santissimo non può rimanere da solo nell’ostensorio? Perché è necessario che gli adoratori si alternino davanti all’ostia consacrata?
La ringrazio sin d’ora per la risposta.
Lettera firmata
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Risponde don Marco B.
Gentile lettrice,
ecco alcune considerazioni per rispondere alla sua domanda.
Parto dalla nota più semplice, relativa alla sicurezza sacramentale. Il Santissimo è presenza di Gesù Cristo sulla terra, è un tesoro preziosissimo, quindi bisogna evitare che sia profanato. Gli adoratori garantiscono che il Santissimo sia protetto e impediscono che qualcuno, o perché malintenzionato o perché squilibrato, se ne appropri, lo trafughi e compia sacrilegio.
Prima ancora, proprio in virtù del valore del Santissimo Sacramento, che è sempre presente nel tabernacolo e disponibile per la preghiera personale dinanzi allo stesso, non si vede il senso di estrarre dal tabernacolo l’Ostia Divina, disporla per l’adorazione pubblica e poi lasciarla da sola.
Provo a immaginare una possibile obiezione a riguardo: esporre il Santissimo sull’altare, nonostante l’assenza di adoratori, potrebbe forse servire a diffondere con maggior efficacia i suoi doni di Grazia sul mondo?
Non è così. Nella sua onnipotenza Nostro Signore già elargisce ogni bene senza sosta né risparmio alcuno. Negarlo sarebbe blasfemo. A questo punto, insistere sull’esposizione eucaristica senza adoratori avrebbe più il sapore di una pratica magica, quindi diverrebbe idolatria.
L’adorazione si comprende pienamente se teniamo presente il carattere relazionale della Rivelazione e della Storia della Salvezza. Il Signore cerca una relazione con noi suoi figli. Il Signore vuole coinvolgere la nostra risposta e disponibilità per far avanzare la storia della salvezza: si veda la recente festa dell’Annunciazione, dove Dio attende il sì di Maria per avviare l’Incarnazione del Figlio. L’Eucaristia conferma tale intenzione di coinvolgimento umano: ci è data per poter creare continue situazioni di incontro tra Dio e gli uomini.
Ricapitolando, l’esposizione del Santissimo è una forma rituale solenne con cui la Chiesa risponde alla chiamata di Dio e crea una situazione in cui gli uomini possano intrattenersi in orazione col loro Signore. Da questo incontro nasce l’efficacia di quella Grazia che in ogni caso il Signore costantemente diffonde sull’umanità, spesso senza che sia accolta. Nell’adorazione tale Grazia viene accolta. L’adorazione dunque ha senso purché ci sia almeno una persona presente a pregare di fronte all’Ostia Divina; nel contempo tale persona potrà garantire che un tesoro tanto grande venga oltraggiato da chicchessia.
Don Marco B.