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Diventare giovani invecchiando. Con la fede si può

di Veronica Cireneo

Riflettevo al risveglio, davanti allo specchio del bagno, in atto di sciacquarmi la faccia, mentre osservavo quante zampe di gallina si erano accumulate nell’arco della notte che mi ha condotto all’alba del mio ennesimo compleanno, di come sia strano non riuscire a dare un nome preciso alla specialità della vita in se stessa.

E soprattutto di come sia strano scoprire che si può diventare giovani invecchiando.

Tra i diciotto e i trent’anni tutti ti dicono: “Beata te, davvero! Mamma mia come sei giovane! Li avessi io i tuoi anni!”. Macché. Falso. Non so per voi, ma con me non ha funzionato cosi.

In quegli anni, a causa dell’inesperienza, dell’acerbità, del desiderio irrefrenabile di ribellione, della mole dei peccati che si accumulano nella giovinezza, ero pressoché decrepita.

Forse gli altri non lo sapevano, e forse neanch’io lo sapevo, però il malessere era contenuto e contenitore della mia esistenza, e più si ingigantiva più peggioravano i pensieri, le azioni, gli errori, gli orrori, i peccati.

A un certo punto Gesù, che sa come ripescare quelli che sono suoi, è dovuto intervenire drasticamente. E lo ha fatto togliendomi tutto all’improvviso. Meno male!

Persi in un attimo, anche se lì per lì sembrò’ un caso, il lavoro, gli amici, il fidanzato, la salute fisica e altro. Sperimentando l’arsura del deserto non potei che rivolgermi a Lui. A chi sennò? Conoscete voi qualcuno che ami venire incontro con tutto il cuore e con tutti i suoi beni a chi si trovi nel momento del fallimento, del bisogno e della disgrazia, più di quanto non faccia Lui?

Sperimentai tangibilmente il Suo soccorso. Che intervenendo rivoluzionò tutto da cima a fondo.

E ora, se ripenso a quanti problemi, affanni, disperazioni, dolori e malattie ho creduto insuperabili sbagliandomi, giacché addirittura oggi sono qui viva, vegeta e felice, mi accorgo di quanto non abbia senso una vita senza fede. Del valore e del vigore che acquista quando la si concede come propria a Colui che è.

Da quando mi sono resa conto di non venire dal nulla, di non essere sola, di essere amata, osservata, protetta e benedetta come fossi in un guscio, ogni giorno che passa cresce lo spirito, l’entusiasmo e le idee a cui non sempre il corpo fisico riesce a star dietro, tanto numerose e brillanti sono.

In giovinezza questo vulcano interiore, benefico, non lo conoscevo, ma il fuoco sì. Quello l’ho sempre sentito. E meno male che sono stata accompagnata fuori da quelle fiamme giovanili, che erano infernali, per essere forgiata da quello dello Spirito Santo, che mi ha passata al setaccio.

È stato davvero un bel viaggio in ascensore.

Non so per voi, ma con me Gesù non ha mai sbagliato niente. E ora che non ho più paura di nulla, nel giorno del mio compleanno voglio ringraziare di cuore il Proprietario della vita mia.

Che la disegni liberamente, ineguagliabile artista, nel modo, nella tecnica nei dettagli e nei tempi che vuole, giacché voglio indegnamente risarcirlo del Corpo che gli abbiamo sottratto uccidendolo.

Io non esisto. Ma Lui sì.

Tu sia lodato Salvatore del mondo!

 

 

Aldo Maria Valli:
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