di Flavio Rozza
Caro Valli,
lo Stato italiano è laico? Se l’aggettivo laico è inteso come non confessionale, direi di sì. In ogni caso non è certamente ateo. A chi ritiene giusta la sospensione della maestra di Oristano rea unicamente di aver fatto recitare due preghiere della tradizione cristiana a una classe che nella sua totalità si avvale dell’insegnamento della religione [Duc in altum se n’è occupato qui], faccio dunque notare che in Italia la religione cattolica è considerata così importante che il legislatore ha dichiarato festività (sospendendo le attività lavorative e le lezioni scolastiche) le seguenti ricorrenze, tutte caratterizzate da contenuto religioso:
1 gennaio: Maria Madre di Dio
6 gennaio: Epifania del Signore
La Pasqua e il giorno seguente (lunedì dell’Angelo)
15 agosto: Assunzione della Beata Vergine Maria
1 novembre: Ognissanti
8 dicembre: Immacolata Concezione
25 dicembre: Natale di Gesù
26 dicembre: santo Stefano, primo martire
Aver introdotto e riconosciuto queste festività significa, mi sembra, che se per lo Stato italiano tutte le religioni devono essere rispettate, non tutte sono sullo stesso livello. Con buona pace dei laicisti nostrani, dobbiamo rilevare che la religione cattolica gode di un riconoscimento particolare.
L’ufficio scolastico che ha comminato la sanzione alla docente evidentemente non ha considerato questi aspetti.
Aggiungo una considerazione: se i dirigenti dell’ufficio scolastico provinciale e della scuola di Oristano ritengono di dover censurare ogni richiamo alla cultura e alla fede cattolica, siano coerenti sino in fondo e nelle festività sopra elencate si presentino regolarmente al lavoro. Riconosceremmo loro almeno il valore della coerenza.
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