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Lettera / Uomini e capre. Su quei “laici” che in realtà sono anticristiani. Ignoranti e rozzi

di Davide Lovat

Caro Valli,

due episodi, a pochi giorni di distanza, proprio nell’imminenza della Pasqua cristiana, denotano il potenziamento della deriva laicista nella società costituita sotto la giurisdizione della Repubblica italiana, erede dello Stato unitario di matrice illuminista sorto al posto dei precedenti Stati preunitari che erano tutti di matrice cristiano-cattolica.

Dapprima un consigliere comunale trentino, a Massimeno in Val Rendena,  Alessandro Giacomini, fondatore dei “Laici trentini per i diritti civili”, divulga l’iniziativa di introdurre anche in Trentino la pratica del “battesimo civile” con la prima bambina, di nome Alice, sottoposta a questa pratica che affonda le sue radici nel 1790, nel pieno della Rivoluzione francese e nel furore anticristiano di quei giorni, e cadde in disuso per poi tornare di moda sempre in Francia nel periodo della Belle époque atea e positivista (1890 – 1910), e infine sparire fino all’inizio del XXI secolo, quando non solo in Francia, ma soprattutto in Spagna e Gran Bretagna, ricominciò a diffondersi, arrivando solo adesso anche in Italia. Sulla totale incapacità di capire cosa sia il Battesimo sacramentale cristiano, da parte dei promotori di queste iniziative, e come non abbia alcun senso un rito alternativo che accompagni la normale registrazione all’anagrafe di un cittadino neonato, a meno di non scambiare lo Stato con una vera e propria divinità religiosa, è preferibile non spendere una sola riga, poiché si tratta di cose che si pongono al di sotto dell’intelligenza di un normodotato; pertanto passiamo al secondo episodio.

Una maestra in Sardegna è stata sospesa per venti giorni, con decurtazione dello stipendio, per aver insegnato l’Ave Maria – la preghiera più comune dei cristiani – ai bambini delle elementari a lei affidati, e qui siamo ben oltre l’imbecillità, siamo proprio all’odio satanico anticristico che si rende palese, servendosi comunque di una crassa ignoranza di fondo, ed è su questa che voglio riflettere un momento.

Coloro che difendono episodi di questa natura usano sempre la frase “Siamo in uno Stato laico” come scudo dei loro veri sentimenti che sono, in realtà, puro e semplice odio anticattolico. Prendiamo la parola “laico” e subito vediamo che il suo significato non è affatto sinonimo di “ateo”, né tantomeno di “anticlericale” o “anticattolico”, sebbene un’orda crescente di somari creda che sia proprio quello che si intende con quel termine e con la connessa “laicità”. La parola “laico” deriva dal greco “laòs” che significa popolo, pertanto indica semplicemente chi non è consacrato o non appartiene alla casta sacerdotale di una confessione religiosa, in particolare quella cristiana cattolica nel nostro contesto. Tutti i battezzati, credenti e praticanti, che non hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine Sacro sono dei “laici”, tanto per essere chiari. La deriva anticristiana che ha dato origine addirittura al termine “laicista” per indicare chi vorrebbe eliminare la religione o, quantomeno, relegarla alla sfera privata è figlia del pensiero rivoluzionario illuminista oggi imperante in Occidente, e finisce per dare vita a episodi che hanno in sé una tale furia ideologica da diventare ridicoli e assurdi. Facciamo gli esempi sui due casi citati.

Per il primo: ma perché, in luogo del “battesimo civile”, non viene fatta una “circoncisione laica”, o un bel “Bar Mitzvah civile” invece di scimmiottare il sacramento cattolico? Forse perché “simia Dei” è l’attributo di Satana? Solo la Vera Chiesa è oggetto di queste parodie scimmiesche, mentre le religioni diverse dalla cattolica non interessano coloro che si professano “laici” e finiscono per considerare le istituzioni civili come la loro “chiesa”, nella quale celebrare riti che con la laicità delle istituzioni stesse sono del tutto incompatibili.

Per il secondo: la conoscenza dell’Ave Maria è una competenza minima necessaria per una persona che voglia capire la Storia, l’arte, la musica classica, la letteratura di un Paese come l’Italia e di una civiltà come quella che ha originato l’Europa. Andrebbe fatta conoscere anche in Latino, così da apprezzare la sua musicalizzazione fatta da Schubert, da Mozart e da decine di altri compositori, anche italiani. Capirne le tre parti serve a comprendere l’essenza della civiltà che ha costruito, come diretta conseguenza di quei concetti, la stragrande maggioranza delle opere d’arte e d’architettura presenti in Italia, la cui bellezza estetica sarebbe incomprensibile oltre la pura apparenza senza conoscerne la fonte d’ispirazione. Con l’Ave Maria anche il Padre nostro, e probabilmente anche il Simbolo niceno-costantinopolitano (cioè il Credo) andrebbero insegnati non nell’ora facoltativa di religione cattolica, ma a studenti di tutte le fedi come elemento fondamentale del patrimonio culturale e spirituale della civiltà occidentale.

Invece gli atei anticristiani praticano la Cancel Culture perché intimamente odiano tutto quanto rende bella e da tutti ammirata, visitata, fotografata, la terra posta sotto la giurisdizione della Repubblica italiana. Costoro nulla hanno capito non tanto della religione, quanto di tutto ciò che sta attorno a loro. Nulla dell’arte, nulla della filosofia, nulla della morale che ha ispirato le leggi civili. Nulla del pensiero europeo, perfino di quello che ispira la loro furia iconoclasta, blasfema e profanatrice. Nulla di nulla. Però fanno gli amministratori della cosa pubblica, i dirigenti scolastici, talvolta i parlamentari, e per gente così vale più di tutto la proverbiale esclamazione di Vittorio Sgarbi, non certo un bigotto reazionario, ma grande amante ed esperto dell’arte e della cultura: “Capre! Capre! Capre!”. E si fa un’offesa alle capre, nell’accostarle a queste povere menti e poverissime anime.

Aldo Maria Valli:
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