Lettera da Trento / Sull’animalismo idiota degli amici dell’orsa
Caro Valli,
“il bosco è dell’orso, il mare degli squali, la montagna delle valanghe, la città è per gli animali umani”. Questo il delirio di tale Stefano, coraggioso tollerante amante degli animali che commenta in rete la cattura dell’orsa assassina in Trentino.
La cosa più inquietante è quel “la montagna è delle valanghe”: da qui si capisce l’odio per l’uomo a prescindere, la crudele soddisfazione quando la montagna “punisce” chi si azzarda a mettervi piede, l’esultanza quando il pianeta si vendica dell’uomo.
Altrettanto disprezzo si nota in quel “la città è per gli animali umani”.
Quello che non si capisce è dove abiti mai il prode Stefano: non nel bosco, non al mare, non certo in montagna. Forse sopporta di stare a contatto con gli altri animali umani in qualche città? Chissà…
Vivo a Trento da dodici anni, e non ho mai visto una popolazione così attenta all’ecologia, agli animali, alla conservazione del territorio, al rispetto per il povero pianeta.
Tuttavia ho assistito con sgomento all’inondazione di commenti idioti e lacrimosi sulla questione dell’orsa assassina.
Il pensiero più frequente è che “l’orso fa l’orso” e “male ha fatto il malcapitato a disturbarlo nel suo ambiente”. Altri osservano: “Che crudeltà separare i cuccioli dalla mamma” (e pazienza se i cuccioli sono ormai autonomi, quaranta chili di peso). E poi ecco la animalista di professione Brambilla, che è andata a trovare l’orsa (ma non i parenti della vittima) e ha ammiccato alla telecamera dicendo con tono da “eh birichina”: “Stavolta l’hai fatta grossa ma noi faremo di tutto per aiutarti!” (sic!)
In questo oceano di idiozie, di odio per il genere umano, di lacrimosi lavacri di coscienza, di slogan e di finto amore per gli animali vanno ricordate alcune cose, soprattutto a chi pontifica dai salotti di città.
- la vittima correva su una strada poderale piuttosto larga e frequentata
- l’attacco è avvenuto sulla strada
- dalle tracce di sangue si capisce che mammina orsa ha trascinato la vittima per ottanta metri all’interno del bosco
- la vittima è stata sventrata dallo sterno in giù ancora viva
- la mamma orsa in questione ha già attaccato altre persone in passato
- abbatterla non è una punizione, ma un modo per evitare altri attacchi
- infine, per fare un esempio, a Grigno in Valsugana, a soli 260 metri di altitudine, i lupi nel pomeriggio scendono regolarmente nella piazza del paese durante tutto l’inverno.
Ricordate, odiatori da salotto, che in Trentino ci sono ormai 130 orsi (centotrenta), frutto di un progetto di ripopolamento encomiabile all’inizio ma poi del tutto sfuggito a ogni controllo.
Ricordate, finti amanti degli animali, che la gente in Trentino vive in montagna e ai margini dei boschi da secoli e sa benissimo come rispettare e convivere con gli animali.
Ricorda, povero idiota Stefano, che è morto un innocente che comunque non aveva fatto niente per disturbare la tua dolcissima orsetta.
Ricorda, idiota animale (dis)umano Stefano, che può succedere anche a te che ami tanto gli animali. A meno che tu non esca mai di casa nella tua città. E se poi ti cogliesse un bel terremoto con chi te la prenderesti? Anche il terremoto è certamente colpa degli animali umani secondo te?
Caro violento idiota Stefano, quando imparerete a usare il cervello invece di parlare dal salotto per comodi slogan che vi sembrano così coraggiosi anticonformisti e rivoluzionari?
Meritereste un futuro da Pianeta delle scimmie, voi flagellanti sorridenti idioti e violenti, e pensare che negli anni Settanta i Clash (non proprio reazionari di destra e biechi amanti delle ciminiere) cantavano: “Save us, not the whales”.
Lettera firmata