Don Bosco ci presenta san Giuseppe / 2
di don Marco Begato
Il valore di san Giuseppe si riconosce per l’ampiezza e la celerità della sua intercessione. Scrive don Bosco:
Certi santi, dice il dottore angelico, hanno ricevuto da Dio il potere di assisterci in certi bisogni particolari; ma il credito di s. Giuseppe non ha limite; si estende a tutte le necessità, e tutti coloro i quali a lui ricorrono con fiducia sono certi d’essere prontamente esauditi… Giuseppe, il quale ha veduto Gesù e Maria sottomessi a sé, può senza dubbio ottenere tutto quello che vuole dal re suo figlio e dalla regina sua sposa. Egli ha presso l’uno e presso l’altra un credito illimitato, e, come dice Gersone, egli più che supplicare, comanda: Non impetrat, sed imperat.
Sempre però questa esaltazione delle virtù giuseppine si fonda e si motiva per il potere e la volontà del Signore Gesù e quindi si instaura proprio sul valore di quelle relazioni storiche tra Creatore e creatura che vediamo narrate nella sacra Bibbia:
È difatto che potrebbe negare Gesù Cristo a Giuseppe, il quale niente negò mai a lui nel tempo della sua vita?
È in virtù di tale storia di amore, iniziata a Nazareth e prolungata nei Cieli, che possiamo predicare tali privilegi su san Giuseppe:
S. Giuseppe mostra al Figlio ed alla Madre le mani le quali hanno tanto affaticato per loro ed i sudori che egli ha sparso per guadagnare il loro vitto sopra la terra. E se Dio padre non può nulla negare al suo figlio diletto quando lo prega per le sue sacre piaghe, né il figlio nulla negare alla sua Santissima Madre quando lo scongiura per le viscere che lo hanno portato, non siam noi tenuti a credere che né il Figlio, né la Madre divenuta la dispensatrice delle grazie che Gesù Cristo ha meritato non possono nulla negare a s. Giuseppe quando egli li prega per tutto ciò che ha fatto per essi in trent’anni di sua vita?
Se da un lato l’amore tra Gesù e Giuseppe è ciò che dà valore alle richieste di Giuseppe presso il Figlio di Dio, dall’altro lato quello stesso amore agisce sul cuore di Giuseppe donandogli un affetto sconfinato verso tutta l’umanità:
Ma ciò che deve raddoppiar la nostra confidenza in s. Giuseppe si è la sua ineffabile carità per noi. Gesù facendosi suo figlio, gli mise nel cuore un amore più tenero di quello del migliore dei padri. Non siamo noi diventati suoi figli; mentre Gesù Cristo è nostro fratello e Maria, sua casta sposa, è nostra madre piena di misericordia. Rivolgiamoci dunque a s. Giuseppe con una viva e piena confidenza. La sua preghiera unita a quella di Maria {90 [370]} e presentata a Dio in nome dell’infanzia adorabile di Gesù Cristo, non può trovar rifiuto, ma senza più deve ottenere tutto ciò che domanda.
Qui si irradica il titolo giuseppino di Patrono della Chiesa Universale. Titolo che si affianca all’altro tradizionale e meritevole, patrono della buona morte. Egli è principalmente alla nostra ultima ora, allorché la vita essendo sul punto di lasciarci come un falso amico, l’inferno raddoppierà i suoi sforzi per rapire la nostr’anima nel passaggio all’eternità, egli è in quel momento decisivo per la nostra salute che s. Giuseppe ci assisterà in un modo tutto speciale, qualora siamo fedeli a onorarlo ed a pregarlo in vita. Il divin Salvatore per ricompensarlo di averlo sottratto alla morte liberandolo dal furore di Erode, gli diede il privilegio speciale di sottrarre dalle insidie del demonio e dalla morte {91 [371]} eterna i moribondi che si sono messi sotto la sua protezione.
E anche in questo riconoscimento si nota che non c’è merito o potere riconosciuto a san Giuseppe che non derivi direttamente dalla volontà, dall’azione, dall’interessamento dello stesso Signore Gesù.
2.continua
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