Cronache dal clero / Caro Aldo Maria, ti scrivo. Il messaggio del papa nello spazio? Non è quella la nostra speranza.

di Padre Mario Begio

Caro Aldo Maria,

mi ha fatto sorridere la notizia del discorso del papa spedito in orbita per lanciare un messaggio di speranza all’umanità.

La notizia è di fine marzo: sembra proprio che il Politecnico di Torino e l’Agenzia spaziale italiana abbiano mandato nello spazio un chip, o qualcosa di simile, contenente il messaggio di Francesco del 27 marzo 2020. Hai presente quando in pieno lockdown Bergoglio fece la camminata da solo per le vie di Roma e poi tornò in Vaticano per dire la preghiera finale? Ecco, quello.

Non ho ben capito perché il messaggio di speranza all’umanità debba esser spedito nello spazio: paradossalmente sembra un modo per dire che le nostre speranza se ne stanno volando via. Non trovi?

Non ho ben capito nemmeno perché mandare in orbita, a buon pro dei marziani di passaggio, un messaggio in cui si vede il fallimento di una Chiesa che, dopo secoli di martiri eroicamente immolati alla causa del Vangelo, nel 2020 per la prima volta incoraggia la totalità dei credenti a chiudersi in casa per la paura.

Tra l’altro i dati Istat hanno confermato che l’aggressività del coronavirus-19 non ha superato di molto quella dell’influenza 2016-2017. Messaggio di speranza per me sarebbe che qualcuno iniziasse a diffondere tali notizie oggettive e a dare qualche spiegazione.

Non ho ben capito infine perché come messaggio di speranza non abbiamo spedito nello spazio il Vangelo di Cristo, ma uno dei tanti messaggi del papa e per di più un messaggio ambiguo. Ambiguo anche perché i dati statistici stanno mostrando che la narrazione dominante sul Covid è stata a base di infinite menzogne, come ben dimostra il docufilm Pandemonium. I numeri nascosti di una pandemia, nel quale il professor Giovanni Trambusti espone dati particolarmente significativi. E, guarda te, il professor Trambusti non è nemmeno cristiano. Ironia della speranza?

Vedo E.T. che si imbatte nel nano-book, lo apre e trova una sorpresa. U video del papa che dice: “Vi chiedo perdono, perché il vaccino non era un atto d’amore e la pandemia non era tale da poter umiliare la fede e i riti della Chiesa. Purtroppo non sono stato all’altezza e ho procurato del male temporale e spirituale a molti, ora lo riconosco e allora vi chiedo perdono. E a Gesù, unico Signore e Salvatore dell’umanità ripeto con Pietro pentito: Signore tu sai che ti amo!”

Ed E.T. insieme a tutti noi risponderebbe: “Certo che ti perdoniamo! Ora ricominciamo da dove eravamo rimasti”.

Ma questa non è speranza. Purtroppo ormai è solo utopia. E ora basta, altrimenti nello spazio ci mandano pure me.

E mi fermo qui. Per oggi.

23.continua

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