Medioevo tempo buio? Ma per favore! Il buio è oggi

di Michael Whitcraft

Qualche tempo prima di suicidarsi nel 1981, l’atea Ruth Hermence Green disse: “C’è stato un tempo in cui la religione dominava il mondo. È conosciuto come l’Età Buia”. In effetti, intendeva dire che l’epoca denominata “Medioevo” è stata quella in cui il cattolicesimo ha dominato il mondo, dato il fatto innegabile che una qualche religione ha dominato ogni società per la maggior parte della storia.

Questa oscurità eponima si riferisce a una presunta mancanza di progresso intellettuale in tutta Europa dopo la caduta dell’Impero Romano. I detrattori del Medioevo sostengono che questa penuria degli studi e della ricerca sia continuata fino al Rinascimento, quando l’Europa riaprì gli occhi sulle società pagane di Grecia e di Roma e, quindi, tornò ad essere luminosa.

Tuttavia, è vero che il Medioevo era buio? E, se fu così, questa oscurità può essere attribuita alla Chiesa? Una nuova ricerca sull’uso medievale delle nanotecnologie nell’arte suggerisce che la risposta a entrambe le domande è un sonoro “no”.

Da tempo la comunità artistica conosce l’uso medievale di una sostanza chiamata Zwischgold (oro di Zwisch). Si tratta di una sottilissima lamina d’oro fusa sopra una lamina d’argento più spessa, anch’essa molto sottile. L’uso dello Zwischgold risale almeno ai primi anni del 1200.

Per comprendere meglio questa sostanza, gli scienziati ne hanno recentemente sottoposto alcuni campioni a un sofisticato processo chiamato tomografia ptipografica che ha fornito le prime viste tridimensionali. I risultati sono stati sorprendenti. Se prima gli specialisti sapevano che l’oro di Zwisch è più sottile della foglia d’oro, non avevano mai capito del tutto quanto fosse sottile.

Lo spessore medio dei campioni testati è di 30 nanometri. Un nanometro è un miliardesimo di metro. Gli atomi d’oro hanno un diametro di circa un terzo di nanometro, il che significa che l’oro di Zwisch utilizzato nell’arte medievale aveva uno spessore medio di soli 90 atomi. Per mettere questo dato in prospettiva, un capello umano ha una dimensione di 80.000-100.000 nanometri, il che significa che è circa 3.000 volte più spesso dello strato d’oro de suddetto materiale artistico medievale.

Questa è stata una rivelazione per gli scienziati, che non avrebbero mai immaginato che l’uomo medievale fosse in grado di produrre una sostanza così sofisticata. Quello che ancora lascia perplessi gli scienziati è: come hanno fatto gli artisti a produrre una sostanza così sottile con soli strumenti manuali? E perché?

Nessun manoscritto sopravvissuto spiega il processo di realizzazione dello Zwischgold agli albori della sua produzione. Gli esperti ritengono che si trattasse di un segreto commerciale che gli artisti esitavano a condividere.

Tuttavia, ci sono alcune prove che mostrano i metodi utilizzati in seguito. Medievalists.net fornisce questa spiegazione:

“…lo storico dell’arte conosce ora il metodo utilizzato nel XV secolo: prima l’oro e l’argento venivano martellati separatamente per produrre lamine sottili… Poi le due lamine metalliche venivano lavorate insieme, una procedura complicata che richiedeva specialisti altamente qualificati”.1

Se la comprensione del modo in cui gli uomini producevano l’oro di Zwisch fornisce uno sguardo sulla raffinatezza della tecnologia del Medioevo, la comprensione del motivo per cui lo producevano getta luce sul carattere dell’anima medievale stessa.

Ad Maiorem Dei Gloriam

In un primo momento, gli esperti ritenevano che la produzione dell’oro di Zwisch fosse dovuta a ragioni puramente monetarie, poiché l’applicazione di uno strato così sottile significava che l’oro degli artisti sarebbe durato molto più a lungo che se avessero usato altri metodi come la doratura. Tuttavia, alcuni ritengono che il costo del complesso processo di produzione dell’oro di Zwisch avrebbe azzerato qualsiasi vantaggio in termini di risparmio di materiale.

Un articolo su Medievalists.net spiega che: “poiché questa nanotecnologia avrebbe richiesto maggiori competenze e materiali specializzati, il costo della loro produzione sarebbe stato probabilmente simile a quello dell’uso dell’oro”.2

Questo portò gli specialisti a cercare altre ragioni per il suo utilizzo. Indubbiamente, aggiungeva dettagli e raffinatezza all’arte, soprattutto se usato in combinazione con altre tecniche di doratura. Poiché l’oro di Zwisch rispetto alla foglia d’oro è più pallido e meno riflettente, nei dipinti si trova spesso nelle pieghe degli abiti e per evidenziare gli strati interni dei capelli.

Secondo alcuni, inoltre, ha contribuito a stabilire una gerarchia di importanza nel confronto tra i diversi elementi di un’opera d’arte. Medievalists.net afferma che: “c’era… una rigida gerarchia dei materiali: la foglia d’oro era usata per fare l’aureola di una figura, per esempio, mentre l’oro di Zwisch era usato per la veste”.3

Il fatto che ci si prendesse tanta briga per onorare un elemento di un’opera d’arte rispetto a un altro illustra la passione dell’uomo medievale per l’ordine, le proporzioni e la gerarchia. Infiammato dall’amore per la giustizia, era ansioso di dare a ogni cosa il suo giusto valore. Desiderava fare distinzioni e ordinare tutto con saggezza. Questo atteggiamento contrasta nettamente con l’uomo moderno, che desidera livellare le cose al minimo comune denominatore e distribuire a tutti una misura uguale.

L’uomo medievale non ha sposato questa visione orizzontale. Piuttosto, vedeva le cose in modo verticale che, in ultima analisi, portano a Dio e alla Sua gloria. Return to Order, lo studioso della TFP John Horvat ha discusso questa prospettiva medievale, affermando che: “Questa visione verticale ci invita a elevare le nostre menti in modo singolare verso valori trascendenti e, in ultima analisi, verso Dio”. R.H. Tawney descrive questa visione come “teoria di una gerarchia di valori, che abbraccia tutti gli interessi e le attività umane in un sistema il cui apice è la religione”.4

In effetti, l’amore per la Chiesa, incentrato su Nostro Signore Gesù Cristo, illuminava l’uomo del Medioevo e tutto ciò che faceva. Non desiderava altro che unirsi interamente all’Uomo-Dio. John Horvat lo afferma, dicendo che: “Essere come Nostro Signore Gesù Cristo era l’ideale che ispirava il Medioevo. L’uomo medievale desiderava unirsi a Lui nel modo più completo possibile, smarrirsi in Lui”5.

Le età luminose

Tutto ciò dimostra la fallacia dell’affermazione di Ruth Hermence Green secondo cui il dominio del cattolicesimo avrebbe prodotto tempi bui. Piuttosto, ha prodotto epoche più luminose di tutte quelle che il mondo ha visto, nonostante i limiti di quei tempi.

Questo è vero, non solo per l’enorme raffinatezza di ciò che i medievali producevano con mezzi così miseri, ma ancor più perché in quel periodo tutta la società era concentrata su CristoLuce del Mondo.

Pertanto, ciò che molti chiamano “Secoli bui” sarebbe più appropriato chiamarli “Secoli luminosi”. La società odierna avrebbe sicuramente bisogno di una buona dose di questa luminosità.

Note

  1. Medievalists.net, The Secrets of Medieval Nanotechnology Revealed in New Study (I segreti della nanotecnologia medievale rivelati da un nuovo studio), consultato il 19 dicembre 2022, https://www.medievalists.net/2022/10/secrets-medieval-nanotechnology/
  2. Medievalists.net, Medieval People Used Nanotechnology, Researchers Find, consultato nel dicembre 2022, https://www.medievalists.net/2021/12/medieval-nanotechnology/
  3. Medievalists.net, The Secrets of Medieval Nanotechnology Revealed in New Study (I segreti della nanotecnologia medievale rivelati da un nuovo studio), consultato il 20 dicembre 2022, https://www.medievalists.net/2022/10/secrets-medieval-nanotechnology/
  4. Horvat, John. 2013. Return to Order. 1a ed. York, Pennsylvania: York Press, p. 312.
  5. Ibid. p. 336.

FonteTfp.org

Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

 

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