Un cuore che batte. Proposta di legge di iniziativa popolare

Ricevo e propongo il seguente comunicato.

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Il 16 maggio 2023 è stata depositata alla Corte Suprema di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare che introduce nell’art.14 della legge 194 del 22 maggio 1978 il comma 1-bis: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».

Promotori dell’iniziativa:

– Associazione Ora et Labora in Difesa della Vita,
– Associazione Pro Vita & Famiglia,
– Federvita Piemonte,
– Movimento Con Cristo per la Vita,
– Associazione Opera Padre Gabriele,
– Comitato Verità e Vita,
– Movimento Militia Christi,
– Generazione Voglio Vivere,
– Movimento nazionale Rete dei Patrioti,
– Tradizione Famiglia Proprietà,
– Tele Maria – la Voce Cattolica,
– Associazione Crociata Cattolica per la Regalità di Gesù Cristo,
– Himmel Associazione,
– Croce Reale Rinnovamento nella Tradizione.

Per legge, i firmatari della proposta non possono essere più di i, perciò questo elenco non esaurisce la collaborazione con altre realtà pro-life, presenti sul territorio nazionale, che ci affiancheranno nella raccolta firme. Ricordiamo che sono necessarie almeno 50 mila sottoscrizioni.

La proposta di legge che abbiamo presentato, obbligando il medico che effettua la visita che precede l’aborto, a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso, intende dare piena applicazione alla legge sul consenso informato.

La donna ha il diritto di essere resa consapevole della vita che porta nel grembo, una vita con un cuore che pulsa. Solo in tal modo può essere realmente libera e responsabile delle sue azioni.

Il medico che effettua la visita, ha l’obbligo di dare un’informazione cruciale, che né per legge divina né per il diritto naturale, può sottacere alla donna.

Poiché circa il 70% dei ginecologi è obiettore, questa proposta sarà ben accolta da chi, fra essi, effettuerà la visita che precede l’aborto; per quanto riguarda i medici non obiettori, sarà un obbligo che, se non ottemperato, li renderà responsabili nei termini previsti dalla legge sulla mancata o incompleta informativa.

Si tratta di una proposta di legge che, per la sua chiarezza e importanza, non può lasciare indifferenti; il nascituro nel grembo ci parla con il battito del suo cuore. Noi con una firma possiamo rispondere al suo grido di aiuto!

Per maggiori informazioni o per comunicare l’adesione della propria realtà associativa contattare celsi.giorgio@gmail.com – 346 70 35 866

 

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