Cronache dal clero / Caro Aldo Maria, ti scrivo. Vuoi la Comunione in bocca? Vacci con un cane al guinzaglio
di padre Mario Begio
Caro Aldo Maria,
hanno impiccato un coccodrillo e lo hanno issato su di un fonte antico.
Animalisti infuriati stanno giungendo da ogni dove per manifestare contro lo scempio inverecondo. I climatologi insorgono, il coccodrillo sul fonte potrebbe scaldare le acque, come già sta scaldando gli umori. Archeologi protestano per il timore che il rettile corrompa l’antichità dei ruderi, col rischio di piombargli sopra.
Ah no, mi sbagliavo. È solo una statua, un capolavoro che un artista non troppo originale ha piazzato in un battistero, a Cremona.
Sempre meglio del cuore di maiale rivestito da preservativo esposto nel Duomo di Innsbruck.
Sempre meglio delle liturgie ormai prive di valore e di buon gusto che ci tocca sciropparci ogni domenica.
Perché se in chiesa piazzi un cuore di maiale e nel battistero issi un coccodrillo, significa che della liturgia hai capito tutto o non hai capito nulla.
E siccome io sono nessuno per ipotizzare che i nostri vescovi di liturgia abbiano capito nulla, ne deduco che hanno capito tutto.
Hanno capito tutto il vuoto che la liturgia riformata porta intrinsecamente in sé e tutto il vacuo che la teologia aggiornata produce copiosamente a ogni novità pontificia. E han ben pensato di sopperirvi riempiendolo con qualcosa di meglio: le interiora di un maiale, un rettile morto e altri simboli che più satanici era quasi difficile trovarne.
Nel frattempo mi dicono esser stato escogitato il modo per ripristinare la Comunione sulla lingua: un’attempata zitella con cane appresso sfila lungo la navata e ottiene l’impossibile, la particola in bocca per l’appunto. Del resto che altro fare, avendo le mani ben serrate sul guinzaglio dell’animale? Gli infingardi fanno notare che anche il quadrupede, alla bisogna, non potrebbe mai comunicarsi sulle zampe.
Che dici, Aldo Maria, sono blasfemo? No, io provoco, è ovvio. E poi così pensiamo alle mie intemperanze e non pensiamo più ai sacrilegi che i nostri vescovi fanno, espongono e pagano.
E pagheranno.
E mi fermo qui. Per oggi.
25.continua
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