di Aldo Maria Valli
Caro don Minutella,
sia lodato Gesù Cristo!
Ho saputo che è dispiaciuto perché pensa che io non le dedichi attenzione e trascuri la sua battaglia. Mi spiace molto e cerco di rimediare subito. Sappia che penso a lei con stima e, se me lo permette, con affetto fraterno. Dico chiaramente che considero ingiusto e vergognoso tutto ciò che lei ha subito e continua a subire a causa delle sue idee. Sappia anche che la ricordo nella preghiera e la sento vicino nella comune lotta a difesa della fede e della nostra santa Chiesa. D’altra parte ricorderà che la intervistai quando davvero nessuno parlava di lei e già allora le manifestai la mia simpatia senza riserve.
Ovviamente non nascondo ciò che ci divide. Vado al succo. Lei ritiene che Francesco non sia papa e che l’ultimo legittimo successore di Pietro sia stato Benedetto XVI. Io ritengo invece (sia pure in mezzo a mille domande e relativi tormenti) che Francesco sia papa e che non considerarlo papa, fermandosi a Benedetto XVI, sia una specie di scorciatoia mentale, più o meno conscia, che ci impedisce di riconoscere che la Chiesa dal Concilio in poi ha intrapreso un percorso di apostasia di cui Francesco rappresenta solo l’ultimo segmento e del quale sono stati responsabili in misura diversa anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, due papi che per altro ho amato e amo per ciò che di buono hanno fatto a difesa della fede.
Lei forse penserà che questa diversità di vedute sia molto grande. Io invece non lo penso. Mi sembra che la divina Provvidenza abbia portato entrambi ad aprire gli occhi e che questa comune visione sia molto più importante di ciò che ci divide a proposito di Francesco. Aggiungo, come ho detto in tante altre occasioni, che secondo me il pontificato di Francesco, anche se ci fa soffrire, è altamente provvidenziale proprio perché ci ha aiutato ad aprire gli occhi sullo stato della Chiesa e sull’impegno necessario per combattere l’apostasia.
Caro don Minutella, noi non ci siamo mai incontrati, ma mi lasci dire che, al di là della differenza di vedute, la ammiro per la sua capacità comunicativa. Lei ha una dote preziosa per gli evangelizzatori: sa farsi ascoltare e, assieme ai contenuti, riesce a comunicare anche la sua passione. Se non le ho scritto prima non è per disinteresse o, peggio, per volontà di censura. Uno come me, che a causa delle sue idee ha pagato un prezzo salato in termini di emarginazione, non vuole certo applicare lo stesso metodo nei confronti degli altri e, soprattutto, nei confronti di una persona avvertita come amica. Se non le ho scritto prima è semplicemente perché le nostre reciproche posizioni mi sembrano ben delineate e mi sembrava che non ci fosse bisogno di aggiungere altro. Ma, ripeto, rimedio volentieri.
Quando scrivo “caro don Minutella” non uso solo una formula. Lei davvero mi è caro, come mi sono cari tutti coloro che sinceramente e a viso aperto si battono per la verità, pagando di persona. Mi scriva, quando vuole. Naturalmente non mi può chiedere che il blog Duc in altum si trasformi nella voce di don Minutella (d’altra parte lei ha i suoi canali molto ben affermati), ma ospiterò la sua riflessione.
Un saluto in unione di preghiera
Aldo Maria Valli