Il marchese del Grillo e il destino della Chiesa

di Nicolò Raggi

Caro Valli,

certamente ricorderà il memorabile scherzo che Alberto Sordi, nei panni del marchese Del Grillo, fece a Pio VII, magistralmente interpretato da Paolo Stoppa.

Dopo aver fatto suonare a morto le campane di tutte le chiese capitoline ed esser stato per questo convocato dal romano pontefice che non era affatto morto, il marchese si giustificò dicendo che era morto qualcuno di più importante: la giustizia!

“Ricordati Onofrio – rispose compassato e segretamente divertito l’anziano papa – che la giustizia non è di questo mondo, ma di quell’altro!”

Dovremmo ricordarcelo anche noi, a proposito della recente morte di un papa, senza che se ne sia fatto un altro.

Non credo stia a noi preoccuparci del destino della Chiesa che, come è noto, è stata fondata dal Signore e da lui mantenuta in vita per tutti questi secoli, senza che ci sia ragione di pensare che se ne disinteresserà per i prossimi.

Io ritengo che Bergoglio non sia il papa, ma lo dico solo se ne parlo con qualche amico o se ho bevuto un po’ troppo, perché qualsiasi argomento si possa portare a sostegno di questa tesi è tutt’al più indiziario, né vale poggiarsi al caposaldo marxista che, a fronte di un fatto che metta in discussione la nostra visione della realtà, ci farebbe esclamare: “Tanto peggio per la realtà”.

Forse lei conserva ancora lo spiacevole ricordo di quando, negli anni Novanta, vennero introdotti i famigerati “studi di settore”. Con l’ottimo pretesto di combattere l’evasione fiscale, si distruggevano le fondamenta del diritto, tanto che non era più l’ente accertatore a dover dimostrare che tu avevi guadagnato più di quanto dichiarato, ma eri tu a dover dimostrare di non aver guadagnato quanto stimato che tu dovessi!

A meno di non desiderare che anche per la Santa Romana Chiesa si adotti lo stesso ineffabile stratagemma, è difficile immaginare uno scenario nel quale venga ufficialmente riconosciuto che nulla di quanto accaduto nell’ultima decade sia mai realmente accaduto, dal momento che quod nullum est nullum producit effectum.

 

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