Cari amici di Duc in altum, la mia lettera a don Minutella [qui] ha generato alcuni equivoci. Pubblicando due interventi che mi rimproverano, preciso che non ho inteso fare da cassa di risonanza alle tesi di Minutella e che non sono d’accordo con lui circa la questione della Messa una cum.
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Va bene la cortesia, ma i gravi errori dottrinali vanno denunciati
di Giorgio Nicolini*
Carissimo Aldo Maria Valli,
leggo spesso i suoi documentati e apprezzatissimi articoli, che talvolta io stesso mi sono premurato di diffondere ai miei utenti per ampliarne il bene che possono fare a tante anime. Sono rimasto tuttavia sorpreso dalla lettera che ha scritto a don Minutella [qui] e da quella che don Minutella ha inviato a lei [qui]: dando spazio alle tesi inviategli dal don Minutella certamente non si è avveduto della confusione e del danno spirituale che quelle tesi possono produrre nei lettori.
Naturalmente è cosa positiva essere aperti e confrontarsi con chiunque cerchi la verità, e quindi anche con il don Minutella. Lei stesso, nel suo articolo, ha messo in evidenza le diverse opinioni che ha con il Minutella riguardo al papa. Non ho letto però nulla nel suo articolo che richiami ai lettori e li illumini sui gravi errori dottrinali del Minutella, che hanno gettato nello sconcerto e nello smarrimento tanti fedeli che ancora lo seguono.
Non mi riferisco qui al problema discusso nella lettera, se cioè Bergoglio sia o non sia “un vero papa”, e se sia o non sia “un eretico”: su questa problematica non mi voglio qui addentrare.
Il fatto grave, però, è che egli è eretico ipso facto per la sua negazione della validità dei sacramenti, se celebrati, come lui sostiene, “una cum Bergoglio”. Se ai lettori non si fa conoscere e non li si mette in guardia da questo gravissimo errore dottrinale e pastorale del Minutella, accreditandogli una stima che certamente non merita, si incrementa la confusione e l’allontanamento di tanti fedeli dai sacramenti stessi.
Premetto e preciso che io sono stato tra i primi a sostenere e a condividere le prime battaglie di don Alessandro Minutella, quando ancora egli celebrava “una cum Bergoglio” ed era un sincero difensore della verità. Gli inviai anche un apporto economico per aiutarlo e lo difesi da un sito web che lo calunniava. Ed ho anch’io riprovato e giudicato gravemente ingiusto il suo allontanamento dalla parrocchia in cui esercitava il suo ministero sacerdotale, e che ebbe come conseguenza di creare una frattura grave e insanabile tra lui e le autorità ecclesiastiche.
Purtroppo, nell’evoluzione successiva, gli insegnamenti del Minutella incapparono in un gravissimo errore dottrinale, riguardante la stessa validità dei sacramenti, che sono validi sempre, a prescindere se il papa è eretico o meno, o se non sia neppure papa. Tale grave errore ha provocato in tanti fedeli inesperti il grave allontanamento dalla Messa domenicale e dalla ricezione dei sacramenti, in specie dell’Eucaristia e della confessione, con un danno spirituale incalcolabile, e con grave rischio della salvezza delle loro anime.
Su questo punto, infatti, ci sono due dogmi ben definiti dal Concilio di Trento che il Minutella ha calpestato e continua a calpestare, incorrendo ipso facto nella scomunica, per il solo fatto cioè di andare contro di essi, indipendentemente dalla scomunica inflittagli successivamente dalle autorità ecclesiastiche (che sono comunque canonicamente valide a tutti gli effetti).
Questo problema dottrinale è stato da me trattato ampiamente in molti articoli, quando emerse a suo tempo, nel 2018. Tentai anche inutilmente di avviare un incontro e un confronto, nella carità e nella verità, con lo stesso don Minutella; incontro e confronto cui si rese disponibile anche il compianto monsignor Antonio Livi ma che il Minutella rifiutò sempre.
Le sarò molto grato se vorrà, perciò, riproporre anche nel suo blog la raccolta di quei miei articoli del 2018 che ho pubblicato in un PDF che si può scaricare (e liberamente diffondere) cliccando qui.
Qui ricordo solo alcuni punti degli errori dottrinali cui mi riferisco.
La validità dei sacramenti, e nello specifico della santa Messa, ciò che si richiede per la validità della consacrazione eucaristica e quindi della realtà della transustanziazione, dipende dalla materia e dalla forma usate. Nel caso dell’Eucaristia la materia è il pane e il vino, la forma sono le parole della consacrazione, come stabilito da Gesù nell’ultima cena. Il sacramento e il sacrificio della Messa è tutto qui. Tutto ciò che precede o che segue (comprese le preghiere per un papa vero o falso) non costituisce la forma del sacramento eucaristico.
Che poi uno aderisca o meno (coscientemente o incoscientemente) a un papa vero o falso, eretico od ortodosso, non ha nessuna correlazione con la materia e la forma che costituiscono il sacramento, né lo inficiano. A quelle parole stabilite da Cristo, il Signore Gesù transustanzia realmente il pane e il vino nel suo Corpo, Sangue, Anima e divinità.
Il magistero della Chiesa si è pronunciato dogmaticamente su questi aspetti dei sacramenti, per cui anche un eretico, uno scismatico, un apostata, un ateo, se ha ricevuto il sacramento dell’ordine, consacra validamente – anche se illecitamente – quando rispetta la materia e la forma del sacramento dell’Eucaristia, cioè fa avvenire realmente la transustanziazione, perché in lui (nel sacerdote consacrato) agisce Cristo stesso. È Cristo stesso cioè che consacra, sostituendosi al sacerdote. Quando poi tale transustanziazione è avvenuta, non accade – come insegna assurdamente il Minutella – che possa essa “invalidarsi”, che cioè Gesù possa scomparire dalla presenza reale nel pane e nel vino consacrati, perché il secondo dogma della Chiesa dichiara che la permanenza di Cristo nell’Eucaristia sussiste sempre fintantoché permangono le specie del pane e del vino.
Non sono quindi le parole “una cum” in riferimento a un papa (vero o non vero, eretico o non eretico) che possono modificare o annullare una consacrazione, cioè una transustanziazione, già avvenuta con le parole “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. Dichiarare e ritenere il contrario – come sostiene il Minutella – costituisce una eresia, perché si contraddicono e si negano pronunciamenti magisteriali infallibili, che sono di fede divina, rivelati da Dio, e che anche la sola retta ragione ci fa capire nella loro evidente logicità.
A riguardo, perciò, della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia gli insegnamenti attuali di don Minutella sono eretici e conducono tante anime fuori dalla Grazia di Dio. Quanti per causa sua dicono di non sapere più se andare a Messa o meno, pure la domenica, commettono un peccato mortale. Non scherziamo con le cose di Dio. C’è in gioco la salvezza eterna delle anime: di quella propria e di quella degli altri.
Crediamo soltanto a ciò che insegna la Chiesa cattolica. Tutto ciò che se ne distacca, da chiunque sia detto, deve essere respinto e allontanato.
Con cordialità
*direttore di Tele Maria
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Sorpresa e dispiaciuta
di Sabrina Luraschi Corbetta
Caro Valli,
sono rimasta in certa misura sorpresa, e in parte dispiaciuta, dalla sua lettera a don Minutella [qui]. Ecco perché.
1) Che egli sia tuttora da considerare “don” è una questione molto seria; tempo addietro (proprio a tal proposito) ho consultato una persona alquanto competente nel merito, la quale mi ha risposto, dopo attenta e ponderata considerazione, che purtroppo le scomuniche che gli sono state comminate sono valide.
2) Con pacatezza e con molta serietà – dato che lei non ha ritenuto di scrivere ad Alessandro Minutella in privato, bensì gli ha manifestato pubblicamente sul blog stima e apprezzamento – le chiedo oggi, come una sorella in Cristo (che non vuole insegnare niente a nessuno, ma che sente chiaramente in coscienza di non poter tacere su questioni così rilevanti per la vita di fede): come si può approvare sostanzialmente l’operato di un sacerdote che già a suo tempo si era esposto (e non mi risulta che abbia cambiato idea) a dissuadere i credenti dal ricevere la santa Comunione per questa “storia” (mi passi il termine, detto così alla buona) dell’una cum che – sempre secondo il Minutella – sarebbe tale da rendere invalida la Santa Messa?
Su questo punto primario, ringraziando il Signore e il Suo Santo Spirito, mi ero fatta una chiara opinione. Pur tuttavia, anche in questo caso, ho voluto sottoporre la questione a due persone competenti, ed entrambe – argomentando con sapienza ed intelligenza: fides et ratio – mi hanno confermato che non è certo l’una cum una delle condizioni che invalidano la santa Messa.
Seguendo la strampalata teoria di Alessandro Minutella, non poche persone hanno smesso (e hanno pure convinto altri) di ricevere la Santa Comunione, e l’hanno sostituita con la pia pratica della comunione spirituale. Gravissimo è privarsi cioè della Comunione sacramentale con la Persona di Nostro Signore Gesù Cristo: vera Comunione con il Dio fatto Uomo, nel Quale consiste tutto il nostro bene, come insegna la grande riformatrice del Carmelo, santa Teresa d’Avila.
3) Potrei aggiungere altre riflessioni di rilievo, ma mi limito a linkare questo video. Questa sarebbe una vera e seria esperienza mistica?