Dopo la pubblicazione dell’articolo di Edward Pentin [qui] sulla denuncia del filosofo cattolico Josef Seifert (Seekirchen, 1945) secondo il quale la Chiesa cattolica “in molti Paesi corre il terribile pericolo di un collasso completo” se cardinali e vescovi non interverranno, propongo la traduzione della lettera che Seifert ha inviato a un amico cardinale e ha poi esteso a tutti i porporati e vescovi.
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Eminenze, venerati cardinali, arcivescovi e vescovi della Chiesa cattolica,
due anni e mezzo fa inviai la seguente lettera a un cardinale con il quale sono in rapporti di amicizia da lungo tempo. Poco prima, questo cardinale, come molti altri vescovi e porporati, in un’intervista (in seguito pubblicata) aveva detto che le critiche a papa Francesco sono un grande male, qualcosa che dovrebbe essere sradicato. Il cardinale rispose alla mia lettera in modo estremamente affettuoso, ma a quanto mi risulta non è stato preso alcun provvedimento.
Ora, in seguito alla morte di papa Benedetto XVI e alla luce della notizia secondo cui papa Francesco ha già firmato una lettera di dimissioni che entrerà in vigore in caso di un significativo peggioramento della sua salute, e quindi in vista di un conclave che potrebbe essere presto convocato, penso che il contenuto della mia lettera riguardi tutti i cardinali e anche gli arcivescovi e i vescovi. Pertanto, invio questa lettera, dalla quale ho rimosso ogni elemento che indichi a quale cardinale avevo originariamente scritto, in forma di lettera aperta a tutti i porporati, così come a tutti coloro che hanno responsabilità di vario grado nella Chiesa. Lo Spirito Santo conceda che i contenuti di questa lettera, che corrispondono alla verità e alla volontà di Dio, possano essere fruttuosi per il bene della santa Chiesa e di molte anime, e che nemmeno una parola possa danneggiare la Sposa di Cristo. Per la pubblicazione ho scelto la festa di santa Caterina da Siena perché ella seppe combinare in modo unico la più profonda riverenza verso il papa in quanto vicario di Cristo in terra con una critica senza mezzi termini nei confronti di due papi molto diversi. E passiamo ora al testo della lettera, che ognuno di voi può leggere come se fosse indirizzata personalmente a lui.
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Eminenza, reverendo cardinale,
devo confessare che sono preoccupato e rattristato per una presunta dichiarazione da parte sua circa le critiche a papa Francesco. Lei – se ci si deve fidare dei media – in un’intervista ha detto che le critiche al papa sono un “fenomeno decisamente negativo che dovrebbe essere sradicato al più presto” e ha sottolineato che “il papa è il papa, il garante della fede cattolica”.
Ma come può sostenere che le critiche al papa siano un male? L’apostolo Paolo non criticò fortemente e pubblicamente Pietro, il primo papa? E santa Caterina da Siena non criticò forse ben due papi in modo ancora più aspro?
Lei non sembra capire perché molti cattolici possano criticare papa Francesco, anche se è “il papa”. Io al contrario non capisco come, a quanto pare, tutti i cardinali, tranne i quattro dei Dubia, possano rimanere in silenzio e non rivolgano domande critiche al papa. Ci sono infatti molte cose dette e fatte da papa Francesco che dovrebbero suscitare non solo domande esplicite, ma anche critiche amorevoli. Ricordo prima di tutto la Dichiarazione sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmata da papa Francesco insieme al grande imam Ahmad Mohammad Al-Tayyeb, nella quale si afferma: “Il pluralismo e la diversità delle religioni, del colore, del sesso, dell’etnia e della lingua sono voluti da Dio nella sua saggezza, attraverso la quale ha creato gli esseri umani”. Ancora più fastidiosa è la versione inglese: “Il pluralismo e la diversità di religioni, colore, sesso, razza e lingua sono voluti da Dio nella sua saggezza, attraverso la quale ha creato gli esseri umani”. Nella versione italiana: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”.
Non è forse un’eresia e una fonte di terribile confusione sostenere che Dio – così come ha voluto la differenza dei due sessi, cioè con la sua volontà positiva – ha voluto direttamente anche la differenza delle religioni e quindi tutte le idolatrie e le eresie? Il contenuto della Dichiarazione di Abu Dhabi non è forse la peggiore delle eresie e la peggiore apostasia? Come può Dio, con la sua volontà creatrice positiva, aver voluto religioni che rifiutano la divinità di Gesù, negano la Santissima Trinità e rifiutano il battesimo, tutti i sacramenti e il sacerdozio? Come può aver voluto il politeismo o il culto dell’idolo Baal o della Pachamama? Tutto ciò non contraddice totalmente il messaggio del profeta Elia e di tutti gli altri profeti così come le parole di Gesù?
Pertanto, tutti voi cardinali e vescovi non dovreste dichiarare il vostro fermo “non possumus” quando Francesco chiede che questo documento diventi la base per la formazione dei sacerdoti in tutti i seminari e le facoltà teologiche?
Dio non può aver mai direttamente e positivamente voluto o approvato le confessioni cristiane eretiche, invece di limitarsi a permetterle, dal momento che esse negano i pilastri stessi della fede biblica e cattolica, come l’insegnamento biblico che la nostra salvezza eterna non avviene per sola grazia di Dio, ma richiede la nostra libera cooperazione e le nostre opere buone. Come può dunque Dio, con la sua volontà diretta e positiva, volere religioni che rifiutano l’intero fondamento della fede cristiana e Cristo stesso?
Per quanto sia vero che “il papa è il papa e il garante della fede”, questa affermazione non può essere applicata a un papa che ha firmato la Dichiarazione di Abu Dhabi, l’ha diffusa in tutto il mondo e ha detto e fatto molte altre cose contrarie al coerente insegnamento della Chiesa.
Anche la sua affermazione secondo cui si dovrebbero promuovere le unioni civili tra omosessuali contraddice direttamente le chiare affermazioni del Magistero della Chiesa (cfr. le considerazioni sulle bozze circa il riconoscimento giuridico della convivenza tra persone omosessuali del 3 giugno 2003, pubblicate sotto il pontificato di san Giovanni Paolo II), ma soprattutto la Sacra Scrittura e l’intera tradizione della Chiesa! Quindi non dovreste tutti voi cardinali, come ha fatto meravigliosamente il vescovo Athanasius Schneider, compiere un vero atto d’amore per il papa e manifestarlo pubblicamente e con la stessa chiarezza con cui ha agito monsignor Schneider?
Con questa e molte altre dichiarazioni e pronunciamenti, papa Francesco – lo dico con il cuore sanguinante – non si comporta da “garante della fede”, ma distrugge costantemente e sempre più le fondamenta della fede e della morale. Per quanto ne so, mai nella storia della Chiesa c’è stato un papa che abbia affermato simili mostruosità. Come devo rispondere a un caro amico luterano profondamente credente, per la cui conversione prego da anni, quando mi scrive che con la dichiarazione di Abu Dhabi la Chiesa cattolica ha abbandonato il terreno del cristianesimo?
Non è forse chiaro che un prossimo papa dovrà condannare come apostata l’insegnamento di Abu Dhabi che Francesco, al contrario, ha inviato a tutti i seminari in cui si formano i sacerdoti cattolici e alle facoltà cattoliche? Come può la Chiesa giustificare l’anatemizzazione di papa Onorio per una deviazione infinitamente minore dalla fede se non condanna queste affermazioni oltraggiose? Non dovrebbero tutti i cardinali scrivere al papa come un sol uomo e chiedergli di ritirare questa dichiarazione apostatica?
Voi cardinali non dovrete forse tremare al pensiero del momento in cui Cristo vi chiederà come avete potuto adempiere al solenne mandato missionario di Gesù se non avete protestato contro la Dichiarazione di Abu Dhabi, che dice qualcosa di diametralmente opposto delle parole di Gesù? “Infine, mentre gli undici sedevano a tavola, si manifestò… E disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato; ma chi non crederà sarà dannato” (Marco 16:14).
Come avete potuto tacere sui più che giustificati Dubia manifestati dal cardinale Caffarra (che alla vigilia della sua morte mi chiamò e al quale ho promesso di continuare a difendere la verità) e dagli altri tre cardinali dopo Amoris laetitia. Come avete potuto, addirittura, criticare questi Dubia? Tra i cardinali, solo i quattro dei Dubia hanno formulato domande garbate sull’eresia morale e teologica contenuta in Amoris laetitia, là dove si nega che ci siano azioni intrinsecamente cattive. Lo splendore del bene e l’esistenza sempre e ovunque (ut in omnibus) delle azioni cattive sono stati riconosciuti come pietre angolari di tutta l’etica fin da Socrate e furono insegnati dal santo papa Giovanni Paolo II come la base inamovibile dell’etica e degli insegnamenti morali della Chiesa.
Non avrebbero dovuto tutti i cardinali essere d’accordo con il cardinale Carlo Caffarra e gli altri tre cardinali dei Dubia nel chiedere questo chiarimento, aiutando così il papa a proclamare la verità? Non avrebbero dovuto tutti i cardinali fare fronte comune e sostenere la fraterna correctio che il cardinale Burke annunciò ma non ha mai realizzato?
Il cardinale Burke annunciò che i quattro cardinali avrebbero realizzato una correctio fraterna nei confronti del papa in caso di silenzio del papa stesso su una questione morale così centrale, ma la correctio non c’è mai stata, né da parte del cardinale Burke né da parte di altri cardinali. Ecco perché alcuni laici e sacerdoti hanno preso l’iniziativa di criticare questa perversione della dottrina con varie dichiarazioni e, per così dire, hanno preso il posto di voi cardinali nel difendere la verità e il depositum fidei, come i laici già fecero, insieme a sant’Atanasio e a pochi altri vescovi rimasti fedeli, di fronte all’eresia ariana, verso la quale papa Liberio e la maggior parte dei vescovi furono morbidi.
Invece che a noi miseri laici (così ci chiamava con affettuoso umorismo, e con un vero cuore, monsignor Carlo Caffarra), non spetta forse a voi cardinali, che dovreste essere pronti a dare il sangue per la vera fede, alzare la voce contro le eresie di cui papa Francesco, come è stato dimostrato, si è fatto interprete o ha suggerito? Invece di vietare di criticare le dichiarazioni del papa, non dovreste piuttosto comandare di praticare il rimprovero fraterno o filiale?
E ora lei, eminenza, alza la voce non per la defensio fidei, ma per mettere a tacere i critici e anzi per voler sradicare ogni critica.
Chiedo: tutti i cardinali non dovrebbero protestare anche in molti altri casi, ad esempio quando il papa introduce arbitrariamente nel Catechismo cattolico una modifica teologicamente ed ecclesiasticamente sbagliata, che contraddice le chiare parole di Dio nella Sacra Scrittura (a partire dal Libro della Genesi) e molte affermazioni dottrinali di papi circa la pena di morte formulate nel corso di una tradizione ininterrotta? O quando – andando contro molte parole forti di Gesù e dogmi della Chiesa cattolica – parla di inferno vuoto o addirittura, al pari dei Testimoni di Geova, sostiene che le anime dei peccatori incurabili non vanno all’inferno ma vengono distrutte?
Caro amico, questo scenario formato da tanti cardinali silenziosi e da un papa che, se non esplicitamente certamente implicitamente, ad Abu Dhabi ha negato l’esistenza dell’unica vera Chiesa e la fede in unam sanctam, catholicam et apostolicam ecclesiam, e si permette di contraddire gli insegnamenti di Gesù Cristo e della Chiesa, è qualcosa di molto grave per molti credenti come me, qualcosa che mette in pericolo la nostra fede e causa un danno incommensurabile alla Chiesa e alle anime.
Le chiedo quindi di alzare la voce a favore della verità senza mezzi termini e di smuovere anche altri cardinali perché proclamino la verità al momento opportuno, anche se questo può avere la conseguenza di rendere manifesta la terribile crisi se non addirittura lo scisma nella Chiesa, e anche se qualche pusilla anima potrebbe erroneamente vedere in tutto ciò uno scandalum.
Non si tratta di una mera questione culturale riguardante un papa latinoamericano. Non è una questione di gusto, di stile o di temperamento. No, qui si tratta del sì e del no a Cristo che ci ha esortato a predicare il Vangelo a tutti i popoli e a tutte le nazioni, precisando che chi crede in lui sarà salvato ma chi non crederà sarà condannato. Può il papa, attraverso la Dichiarazione di Abu Dhabi, abrogare de facto questo mandato missionario?
Può nominare alla Pontificia accademia per la vita e persino onorare personalmente, nonché premiare, teologi morali che contraddicono il nucleo dell’insegnamento morale biblico e della Chiesa cattolica, così come le encicliche Humanae Vitae, Evangelium Vitae e Veritatis splendor? Come potete voi cardinali (e soprattutto voi che per molti anni avete lavorato sotto la guida di san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI servendo fedelmente la Chiesa) tacere su questa e molte altre desolazioni invece di superare i laici e i teologi critici nel fare tutto il possibile per mostrare le tante verità di fede che il papa contraddice apertamente o tacitamente, con le parole e anche con i fatti? Penso anche alla celebrazione della Riforma protestante con la presenza della statua di Lutero in Vaticano, al francobollo celebrativo della Riforma, al culto della Pachamama nei giardini vaticani e addirittura nella basilica di San Pietro. Come non implorare il papa di ritrovare la bussola sicura della dottrina nella verità della Sacra Scrittura e nei dogmi immutabili della Chiesa, e di non permettersi di cambiare nemmeno una virgola né tanto meno la sostanza della fede?
Con profondo dolore per le tante ferite inferte alla Chiesa, Sposa di Cristo, e nell’amore per Gesù e per la Chiesa da Lui fondata sulla roccia di Pietro, in Cristo
Josef
P.S. – Spero dal profondo della mia anima in una vostra risposta in parole e opere: sarebbe un atto d’amore per Gesù, per Maria, per la Santissima Trinità, per la Chiesa, per l’anima del papa e per tante altre anime. Con san Giovanni Paolo vi esorto: coraggio! Combattete con coraggio e senza riserve per la verità, per Cristo e la Chiesa, per le anime, compresa quella di papa Francesco, e per l’unità di tutti i cristiani, possibile solo nella verità!
Profondamente unito a Voi in Cristo,
Josef Seifert
docente di Filosofia presso l’Università di Monaco
30 aprile 2023, festa di santa Caterina da Siena