di don Marco Begato
Nel Giovane provveduto don Bosco ci dà anche alcuni consigli per prepararci a vivere la Santa Comunione e poi per ringraziare del Dono ricevuto. Anche in questo caso, andiamo a raccogliere indicazioni semplici e tradizionali, che sembrano estremamente utili anche perché in tanti casi semplicemente dimenticati e trascurati. Iniziamo dalla preparazione alla Santa Comunione, scrive il santo:
“Prima di accostarvi a ricevere l’adorabile corpo di G. C. dovete riflettere se avete nel cuore le debite disposizioni” e le disposizioni sono quelle di chi ha scelto di cacciare da sé qualsiasi compromesso col male, ché in caso “in vece di arricchirsi di grazie si rende più colpevole, e degno di maggior castigo”. Tolto tale eventuale ostacolo, don Bosco ritiene che si debba andare senza indugia a comunicarsi e ciò vale soprattutto per i giovani, in quanto Gesù “quando era su questa terra sebbene invitasse chiunque a seguirlo, tuttavia mostrava una benevolenza speciale a’ pii ed innocenti fanciulli”.
Concretamente, per ben disporsi alla Comunione don Bosco suggerisce la recita di alcune preghiere semplici e molto dirette. Le riporto in parte:
“Signor mio Gesù Cristo, io credo con viva fede che voi siete realmente presente;
Signore, io vi adoro in questo Sacramento;Signore, io non son degno che voi entriate nella povera abitazione dell’anima mia;
Signore, io detesto tutti i miei peccati che mi rendono indegno di ricevervi nel mio cuore;
Signore, io spero che dandovi tutto a me in questo Divin Sacramento mi userete misericordia;
Signore, voi siete infinitamente amabile, voi siete il mio Padre, il mio Redentore, il mio Dio, perciò vi amo;
Signore, io desidero ardentemente, che voi veniate nell’anima mia;
Voi intanto, o Vergine immacolata, per l’amore che portaste al bambino Gesù, fate che io lo possa degnamente ricevere”.
Dette le preghiere, don Bosco raccomanda:
“Qui fermatevi alquanto a considerare chi siete per ricevere. Egli è Gesù Cristo, Dio di grandezza e di maestà infinita, Dio di bontà e di misericordia, il quale viene a voi misera creatura” e conclude “Quindi tutto raccolto cogli occhi bassi accostatevi a ricevere l’Ostia Santa”.
Ecco l’educazione sacramentale che don Bosco raccomanda perché i ragazzi (e certo anche gli adulti) possano vivere e ricevere adeguatamente e consapevolmente il grande dono eucaristico. Non c’è ingenuo spontaneismo e certamente non c’è superficialità o pressapochismo. Le azioni sono anzi preparate e curate. I giovani e i fedeli devono anzitutto essere consapevoli, e poi essere decisi e saldi nell’assumersi un impegno che inizia con il Sacramento e deve prolungarsi nella testimonianza coerente della vita.
Data la grandezza di questo momento, ecco arrivare anche le indicazioni per non vanificare il dono, le indicazioni per pregare e concentrarsi dopo aver ricevuto la Santa Eucaristia. Essenzialmente il santo educatore chiede di sostare in preghiera. Consiglio semplice ma essenziale: credo che a tutti sia capitato di tornare sveltamente e distrattamente alle occupazioni ordinarie dopo una celebrazione: in questi casi non c’è Sacramento che tenga, la distrazione prende il sopravvento e facilmente i frutti spirituali si perdono e si vanificano in poco tempo.
Cosa chiedere nelle preghiere dopo la Comunione? Ci insegna don Bosco che dobbiamo ringraziare, adorare, riconoscere il grande dono ricevuto, e ancora, chiedere di “aver il cuore de’ Serafini del cielo” e con loro riconoscere “ quanto è mai dolce e preziosa questa vostra visita, questa vostra dimora, questa vostra unione!” E in ciò sempre riconoscersi debitori e sostenuti da Cristo:
“Io non son degno di si grande favore, nemmeno so che cosa offerirvi in ringraziamento; ma appoggiato a’ vostri meriti infiniti vi offerisco questi meriti medesimi”.
Infine il giovane è chiamato a offrire nuovamente tutto se stesso al proprio Signore e Redentore:
“Io vi offerisco tutto me stesso; vi offerisco questa volontà, affinché non voglia altre cose se non quelle che a voi piacciono; vi offerisco le mie mani, i miei piedi, gli occhi miei, la lingua, la bocca, la mente, il cuore, tutto offro a voi, custodite voi tutti questi sentimenti miei, acciocché ogni pensiero, ogni azione non abbia altro di mira se non quelle cose che sono di vostra maggior gloria e di vantaggio spirituale dell’anima mia”.
Chiedendo in questo l’intercessione e l’aiuto celeste della “Vergine Santissima, cara madre del mio Gesù, san Luigi Gonzaga, Angelo mio Custode.
In tal modo, dopo essere entrati nella dimensione del Cielo, chiediamo e otteniamo che il Cielo si accompagni a noi nel tornare alle nostre attività quotidiane.
3.continua