di Investigatore Biblico
Mentre studiavo la terminologia della prima Lettera ai Corinzi sono incappato in un altro errore (non so se di superficialità o ignoranza) della traduzione Cei 2008. Un errore che mi ha portato ad approfondire la terminologia paolina.
Andiamo subito a vederlo.
Cei 1974: “O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9-10)
Vulgata: “An nescitis quia iniqui regnum Dei non possidebunt? Nolite errare: neque fornicarii neque idolis servientes neque adulteri neque molles neque masculorum concubitores10 neque fures neque avari, non ebriosi, non maledici, non rapaces regnum Dei possidebunt” (1 Cor 6,9-10)
Cei 2008: “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9-10).
Se analizziamo le varie versioni notiamo subito la differenza. Cei 1974 usa “effeminati”, la Vulgata utilizza “molles” e la 2008 invece “depravati”. Andiamo a vedere il termine nell’originale greco utilizzato da san Paolo.
Il termine è malakoi, da malakos, che nel dizionario di greco biblico di Carlo Buzzetti (1994) si traduce in questo modo: morbido, lussuoso (riferito ad abiti); effeminato, oppure maniaco sessuale citando proprio il passo 1 Cor 6,9.
San Girolamo traduce con molles, che tra i tanti significati ha anche effeminato, ma non depravato. Ecco nuovamente un caso per il quale non comprendo da dove venga la scelta del termine in italiano.
I termini che usa san Paolo sono principalmente due: arsenokoitai (sodomiti), malakoi (effeminati).
Studiando i due termini sono giunto a questa conclusione: arsenokoitai viene utilizzato per indicare l’uomo attivo nel rapporto omoerotico; mentre malakoi indica l’effeminatezza, e cioè chi è passivo nel rapporto omoerotico (cfr. Joseph A. Fitzmyer, First Corinthians: A New Translation with Introduction and Commentary, Yale University Press 2008, pagg.200-268).
San Paolo condanna entrambe le pratiche. Personalmente non intendo entrare in questo argomento o giudizio. Ognuno di noi è libero di scegliersi l’inferno che vuole. Del resto Livio docet: “Eventus… stultorum… magister…” (L’esito è maestro degli stolti; Livio, Ab urbe condita, 22,39).
Mi interessa sottolineare l’errata traduzione della Cei 2008 che, ancora una volta, anziché attenersi al testo greco, traduce deliberatamente con un termine che non ha lo stesso significato specifico che si voleva dare in origine.
È sufficiente consultare il vocabolario italiano per riconoscere la differenza tra i due termini in oggetto: depravato ed effeminato.
La parola malakoi ha anche altri significati che approfondirò eventualmente in un successivo articolo.
Fonte: investigatorebiblico.wordpress.com