Sabato 24 giugno a Reggio Emilia l’atto pubblico di riparazione al cosiddetto pride in programma il giorno dopo. Motivazioni e modalità di svolgimento nel colloquio con Cristiano Lugli del Comitato Beata Giovanni Scopelli.
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Quando e perché è nato il Comitato Beata Giovanna Scopelli?
Il nostro comitato è nato nel maggio del 2017, a seguito dell’annuncio del “REmilia Pride” da parte di Arcigay Reggio Emilia. L’idea è partita da quattro amici, di cui uno di Roma e gli altri quattro reggiani. Tutto è nato con l’intento di riparare, come cattolici, al pubblico scandalo inflitto da quella manifestazione LGBT, dove il peccato impuro contro natura viene esaltato addirittura a manifesto di orgoglio.
Come si sono svolte, negli anni, le riparazioni?
La riparazione pubblica deve essere intesa anzitutto attraverso un atto liturgico, perché è proprio la Liturgia che innalza le intenzioni verso il Cielo, ed è in essa ed attraverso essa che si conferma la Fede cattolica.
A motivo di questo, il nostro comitato ha organizzato due processioni di riparazioni a Reggio Emilia, una nel 2017 e una nel 2022, e un’altra a Rimini sempre nel 2017. La processione ha carattere penitenziale, ragion per cui il sacerdote che la guida ha i paramenti viola. La Chiesa, particolarmente attraverso le encicliche dei papi, ha sempre insegnato l’importanza della riparazione.
Quest’anno cosa farete e quando?
Quest’anno abbiamo deciso di cambiare leggermente. Non abbiamo organizzato una processione ma un seminario di formazione che precederà la parte più importante, la Santa Messa di riparazione al pubblico scandalo del gay pride che sfilerà il giorno dopo per le vie della città. L’ evento organizzato dal nostro comitato avrà luogo, a Dio piacendo, sabato 24 giugno dalle ore 16, presso l’Hotel Posta.
Qualcuno però potrebbe chiedersi perché fate la riparazione prima del pride e non, piuttosto, dopo.
La dimensione temporale è molto relativa in questo caso: già l’annuncio del pride stesso, le intenzioni ad esso connesse e tutto ciò che lo precede e prepara (interviste, dichiarazioni, eventi di raccolta fondi, pubblicità, ecc.) sono motivo di riparazione. Da un punto di vista soprannaturale non cambia nulla se il pride sarà il giorno dopo. Anzi, anche qualora esso dovesse per qualche motivo essere annullato, un atto di riparazione sarebbe comunque dovuto.
Perché sottolineate che è necessaria una riparazione pubblica?
Poiché lo scandalo è pubblico, è necessario che l’atto riparatorio sia altrettanto pubblico, ecco perché invitiamo tutti a partecipare alla riparazione del 24 giugno. È dovuto in Giustizia, perché una riparazione privata, per quanto certamente buona, non può supplire al grave scandalo pubblico. Di fronte a una esternazione pubblica di ribellione a Dio e alle Sue Leggi, la risposta deve essere forte, collettiva e, appunto, pubblica.
Che cosa s’intende, esattamente, per “pubblica”?
Deve essere cioè manifesta e conosciuta. “Pubblica” è diversa da “esterna”: non è necessario che l’atto riparatorio avvenga in un luogo esterno, pur avendo una sua importanza dal punto di vista dell’impatto sulla società, come ad esempio nel caso delle processioni.
L’importante, tuttavia, è che questo atto sia conosciuto pubblicamente, accessibile a tutti e che raccolga le persone concertatamente, cioè che esse siano presenti fisicamente in quel luogo, con l’intenzione di pregare e riparare per tutti i peccati — a partire dai propri — e in particolare per quelli che pubblicamente ledono la Maestà Divina. Abbiamo visto e letto di “Rosari di riparazione online”: mi si permetta di dire, senza ovviamente giudicare le intenzioni, che la modalità promossa non può supplire alla gravità del danno di ciò per cui si vorrebbe riparare.
Perché il Comitato Beata Scopelli insiste sul fatto che la riparazione del 24 giugno è nazionale?
Molte persone, anche nelle precedenti edizioni, ci hanno chiesto di poter organizzare riparazioni anche in altre città. Noi capiamo benissimo le esigenze di tutti, ed è normale che se ad esempio un pride sfila a Genova, quelli di Genova vorrebbero riparare nella loro città. Come si buon capire, però, noi non possiamo organizzare riparazioni in ogni città d’Italia. Lo abbiamo fatto, come nel caso di Rimini nel 2017, ma con l’aiuto di tante persone locali e con il supporto del Priorato Madonna di Loreto, che ha sede proprio a Rimini. Quello che noi diciamo sempre è di aderire a un sano realismo: intanto c’è la riparazione di Reggio, che in un qualche modo è la città madre delle riparazioni. Partiamo da questo dato, aderiamo a questa iniziativa, poi da qui magari ne partiranno altre come già è successo in passato. Ribadiamo che la riparazione di Reggio è nazionale perché anche qui, da un punto di vista sovrannaturale, la geografia non conta: il 24 giugno ripareremo non solo per lo scandalo del pride di Reggio Emilia, ma per tutti gli scandali pubblici che avvengono in Italia e nel mondo.
Cosa vorrebbe dire agli eventuali indecisi?
Il momento è ora, e non si può più aspettare. Nel nostro ambiente, purtroppo, siamo spesso abituati a parlare, a disquisire, a lamentarci, ma poco o quasi niente siamo disposti ad agire. Questa pensiamo sia la buona e giusta occasione. Non possiamo dimenticare che siamo membra di quel Corpo Mistico che è la Chiesa, anche nella Sua natura militante. Noi dobbiamo essere militanti, dobbiamo cioè combattere con le armi della Fede per difendere il posto che Nostro Signore Gesù Cristo deve avere nella società. Il dovere stesso della Carità, infine, ci invita a pregare per la conversione nostra e di tutte quelle povere anime che brancolano nel buio.
Come scrisse Papa Pio XI nell’Enciclica Caritate Christi Compulsi, «non Ci resta quindi altro che invitare questo povero mondo che ha sparso tanto sangue, che ha aperto tanti sepolcri, che ha distrutto tante opere, che ha privato di pane e di lavoro tanti uomini, non Ci resta, diciamo, che invitarlo con le tenere parole della sacra Liturgia: “Convèrtiti al Signore Dio tuo!”».