Cari amici di Duc in altum, dopo l’articolo [qui] sulla spaventosa crisi delle vocazioni in Italia e la prospettiva che intere parrocchie restino senza sacerdote, incominciano ad arrivare le testimonianze all’indirizzo numeridiocesi@gmail.com
Eccone due tra le più significative.
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Lasciare le parrocchie senza prete: un progetto voluto
Buongiorno. Sono un sacerdote della diocesi di…. Ho letto il vostro articolo sulla situazione della diocesi di Alessandria, ma vi posso dire che alla Cei (e prima ancora al papa Francesco) non interessa il calo delle vocazioni, e così per i decessi dei sacerdoti con il conseguente vuoto di pastori nelle parrocchie, perché l’attuale filosofia, o meglio ideologia, prevede di lasciare le parrocchie ai laici. Così mi è stato risposto recentemente dai miei superiori che progettano di mettere famiglie o singoli laici nelle parrocchie, di fatto nel ruolo che fu dei parroci.
Questi “pastori” non hanno a cuore una pastorale vocazionale e una preghiera per le vocazioni, ma il valorizzare, come dicono loro, il sacerdozio battesimale.
Dopo un mio trasferimento, mi hanno comunicato che le parrocchie che seguivo saranno affidate a laici: ovviamente con l’escamotage (perché sanno benissimo che il codice di diritto canonico non prevede questa possibilità) di lasciare sempre un prete come figura di riferimento, ma un prete che forse in quella data parrocchia non andrà mai o assai raramente.
Di fatto c’è il progetto di protestantizzare le diocesi e la Chiesa cattolica tutta, sminuendo i sacramenti e riducendoli ad atti che chiunque può compiere. La confessione? Sempre più offuscata. La Messa? Sostituita con liturgie della parola fatte da laici. Poco importa se per andare a una Messa celebrata da un sacerdote basterebbe prendere l’auto e spostarsi, come facciamo normalmente per mille altre esigenze. Il nuovo dogma è la comunità, anche quando la comunità non esiste.
Da anni come preti chiediamo aiuti per gestire le faccende amministrative, ma dalla curia non ci sentono. E invece di impiegare i laici in supporto ai preti per tutto ciò che noi non possiamo e non dobbiamo fare, vogliono che i laici guidino le comunità e anche le liturgie, compiti che spettano ai ministri ordinati.
Allora mi chiedo: ma chi mai vorrà farsi prete se chiunque può assolvere ai compiti del sacerdote? Non c’è passione per la salvezza delle anime ma si parla solo di aggregazione, di stare insieme. Ecco perché la Cei non ha a cuore le vocazioni, e papa Francesco spesso ha solo parole di disprezzo verso i preti. Stanno portando avanti un cambiamento di dottrina con lo scopo di condurre alcuni allo scisma, perché non hanno l’autorità per cambiare il deposito della fede di cui la Chiesa è custode e non padrona a suo piacimento. Faranno fuggire le poche vocazioni e stanno mettendo in crisi tanti sacerdoti che chiedono solo di essere e restare cattolici.
Lettera firmata
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La situazione in Francia e quella profezia del Curato d’Ars
In Francia siamo ormai alla seconda generazione degli esperimenti ecclesiali bislacchi. Lì sono anni che i laici celebrano i funerali, al punto che talora, nel caso ci sia un prete a disposizione (magari parente del defunto) ne impediscono la celebrazione.
Ora, però, anche questi laici stanno invecchiando e morendo e non c’è più nessuno che li sostituisca.
Succede quindi che gli addetti alle pompe funebri, generalmente musulmani, mettano un cd registrato con le preghiere del caso.
Come disse il santo Curato d’Ars: “Lasciate una parrocchia per vent’anni senza sacerdote: vi si adoreranno le bestie”.
Don Giampiero
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