di Paolo Deotto
Caro Aldo Maria,
consentimi di inserirmi nella discussione che hai aperto sul tuo sito Duc in altum, circa lo stato di dissoluzione (o vogliamo chiamarlo di disastro totale?) in cui si trova Santa Romana Chiesa.
La situazione mi addolora profondamente, ma, ti dico con tutta franchezza, non mi preoccupa più di tanto, né mi sforzo troppo di trovare chissà quali soluzioni.
In questi anni, né sulle pagine del defunto sito Riscossa Cristiana, né attualmente sul Nuovo Arengario, ho mai affrontato, ad esempio, un argomento che appassiona molti: Bergoglio è Papa o non è Papa?
Non ho volutamente trattato questo problema perché non mi sembra che sia un problema. Bergoglio è, fino a prova contraria, Papa. È stato eletto da un conclave e nessuno dei cardinali elettori ha espresso dubbi in proposito. Con tutto il rispetto per chi ha dedicato ampi studi al problema, come Cionci, non vedo a cosa si possa arrivare, considerando anche il fatto che comunque non c’è autorità superiore al Papa che ne possa decidere la rimozione.
Ma Bergoglio ha detto numerose eresie e dato scandalo in diverse occasioni; ha gettato e getta confusione tra i fedeli. Verissimo. Più di una volta ho scritto che, a mio avviso, Bergoglio è un fiero nemico di Cristo.
E poi, purtroppo, in una Chiesa fatta comunque di uomini, molti dei quali pavidi e di poca (o nulla) fede, l’obbedienza viene intesa come un modo per tirare avanti senza avere grane o, peggio ancora, per “fare carriera”. E così abbiamo preti e vescovi che ormai dicono e fanno cose assolutamente inconcepibili.
Di fronte a questo quadro assolutamente desolante, la soluzione potrebbe essere quella, tout court, di abbandonare la Chiesa. Ma è una non soluzione. Come ebbi già occasione di scrivere, la Madre non si abbandona mai, anche se è corrotta e cattiva.
In definitiva, perché dico che la situazione non mi preoccupa più di tanto? Perché non posso scordare che Nostro Signore Gesù Cristo ci ha promesso che le porte degli inferi non prevarranno mai. E sempre Nostro Signore ci ha detto che le persecuzioni, le divisioni, il dolore, sarebbero arrivati.
Non scordiamoci che il Signore ci ha detto anche che «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
Insomma, Cristo non ci ha promesso solo rose e fiori. La nostra strada su questa terra, se vogliamo essere fedeli a Lui, è e sarà piena di fatica, lacrime, dolore.
Ma senza perdere mai la speranza.
Se la Chiesa fosse un’istituzione umana, l’avrei abbandonata da un pezzo. Ma la Chiesa è la Sposa di Cristo e nulla potrà distruggerla, nemmeno i peccati più terribili commessi e propagandati proprio da quanti dovrebbero invece essere i custodi della Fede.
Siamo in tempi calamitosi. Dobbiamo viverli. Pregando, non perdendo mai la fiducia nella Provvidenza, anche quando sembra che le tenebre prevalgano. Del resto, un mondo già cristiano che ormai ha introdotto anche nelle sue legislazioni ogni tipo di iniquità, rendendola “legge”, cos’altro può aspettarsi?
Sappiamo bene che l’obbedienza è dovuta, anzitutto, alla Verità, e la Verità è Cristo, non le elucubrazioni di vescovi squinternati.
Se poi abbiamo la Grazia di conoscere preti o vescovi ancora cattolici, ringraziamo il Signore.
Soffriamo, cerchiamo di fare giorno per giorno il nostro dovere, ciascuno nella sua posizione e con i suoi compiti, e preghiamo incessantemente, accostiamoci ai Sacramenti (quando ciò è possibile) e confidiamo nelle parole del Signore: “Non praevalebunt”.
Tutto il resto, francamente, mi sembra un di più inutile.
Grazie, caro Aldo Maria, per la tua attenzione. Un abbraccio a te e a tutti gli amici lettori di Duc in altum.
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