5 agosto, Madonna della Neve. E Piazza di Santa Maria Maggiore diventa Piazza della Pace
Cari amici di Duc in altum, nel mio romanzo (distopico ma non troppo) L’ultima battaglia (Fede & Cultura, 2019) immagino che Piazza San Pietro sia stata ribattezzata Piazza del Dialogo. E ora ci stiamo avvicinando a grandi passi a qualcosa di simile. Da una notizia pubblicata dal Comune di Roma [qui] apprendiamo infatti che oggi, 5 agosto, in occasione della rivocazione del Miracolo della Neve, il prodigio avvenuto nel 358 d.C. sul Colle Esquilino, Piazza di Santa Maria Maggiore diventa Piazza della Pace.
La Vergine Maria, apparsa in sogno al papa Liberio e al patrizio Giovanni, chiese di costruire una chiesa nel luogo che avrebbe indicato. Al loro risveglio, l’Esquilino era ricoperto di neve, in pieno agosto. Nel luogo del miracolo della neve fu così costruita la basilica di Santa Maria Maggiore, dedicata alla Madonna.
Per rievocare quel miracolo, dal 1983, ogni 5 agosto, in piazza di Santa Maria Maggiore viene organizzata una suggestiva nevicata artificiale, accompagnata da musica e giochi di luce.
La festeggiata dovrebbe quindi essere, a rigor di logica, la Madonna. Ma no. Leggiamo infatti: “L’edizione di quest’anno è dedicata a Papa Francesco e alla pace nel mondo: piazza di Santa Maria Maggiore per l’occasione sarà ribattezzata Piazza della pace. L’evento è patrocinato da Roma Capitale, Regione Lazio e Ministero della Cultura”.
Commenta monsignor Carlo Maria Viganò [qui]:
̀ ’ – – . Prima di esso, la modifica del calendario e delle festività: l’eliminazione dei Santi e la sostituzione delle feste cristiane con celebrazioni laiche, come la “giornata della cura del creato” o la “giornata della tolleranza”. La Pasqua diventa “festa di primavera”, il Natale “festa d’inverno”. Poi la modifica della lingua, l’abolizione di termini politicamente scorretti e l’imposizione della orwelliana. Infine, la manomissione degli odonimi (i nomi delle strade), con tutto il bestiario di “eroi” del pensiero unico: ieri piazza Mazzini, largo Garibaldi, corso Umberto I; oggi piazza Von der Leyen, viale Greta Thunberg, lungotevere dell’inclusività, via della resilienza. P , , , ̀ . La quale, proprio perché eterna, saprà domani riportare in onore ciò che fa di lei la Città Santa della Cristianità, e non la sede di un’accolita di eretici asserviti alla dittatura globalista.