Un sacerdote risponde alle parole di don Walter Insero pronunciate durante l’omelia al funerale di Michela Murgia.
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di don Gian Luca Palermo
No don Walter, le tue parole fanno un male tremendo e feriscono la fede dei piccoli.
Amo profondamente la Dottrina Cattolica, e amo la Verità, e amo le anime immortali per cui Cristo ha dato la vita in Croce, e la salvezza eterna, e amo la Parola di Dio e gli insegnamenti di San Paolo Apostolo. E so che non si può usare la Parola di Dio per piegarla alle pretese umane.
La Verità è eterna, divina, salvifica, immutabile e andrebbe amata, accolta, non piegata alla volontà umana, non mistificata. E poi so che “i piccoli della fede”, ovvero tutti noi, non dovremmo essere sottoposti allo scandalo della nostra fede. “Guai a chi scandalizza i piccoli”, disse Gesù. E oggi tante cose espongono i piccoli allo scandalo.
L’Apostolo Paolo ha combattuto la buona battaglia, lui si, ovvero annunciare Cristo Crocifisso e Risorto, i Suoi insegnamenti, la Sua via, la Sua Parola, l’importanza di seguirLo. San Paolo ha difeso il Vangelo di Gesù Cristo ed ha vissuto il Vangelo, lo ha incarnato nella propria vita sopportando catene, persecuzione, tribolazioni. Infine il martirio vissuto in catene per restare fedele a Gesù.
Oggi qual è la vera “buona battaglia della fede”? Certamente vivere pienamente, fedelmente, senza compromessi la fede dei Padri, la fede della Chiesa, del suo insegnamento autentico a favore dei disegni sapienti di Dio, che ha voluto il matrimonio quale fondamento della società nel vincolo sacramentale fra uomo e donna, a favore della vita, vita sacra sempre sin dal concepimento quindi che non accetta l’aborto, mai, che non legittima l’eutanasia.
Fatte le dovute premesse, non si può non rilevare contraddizione fra il Magistero autentico della Chiesa e parte della Omelia in lode alla Murgia, indicativi di evidenti errori teologici, manifesti a chi abbia una basilare conoscenza delle Sacre Scritture e del Magistero della Chiesa Cattolica. È noto alla generalità dei fedeli che questa donna ormai nel Giudizio di Dio, per la quale siamo chiamati a provare cristiana “pietas”, pubblicamente ha espresso posizioni a favore dell’aborto, della eutanasia, critica col pensiero della Chiesa additata di aver elaborato un pensiero discriminante verso le donne, sposata “contro voglia”, come lei stessa ha affermato e sposata con l’uomo (parte della sua famiglia che definiva Queer), in “articulo mortis” (pericolo di morte), solo per garantire diritti ai suoi familiari, con una postilla anch’essa pubblica, diffusa, e cioè che avrebbe sposato anche una donna, eventualmente, perchè la cosa le sarebbe stata indifferente.
Peraltro matrimonio civile dunque di nessun valore sacramentale che configura dunque una situazione stabile di peccato grave. Questa breve descrizione del suo pensiero, non volendo esemplificare la complessità di un’anima, ne’ sostituirsi al Sommo Giudice, è già però sufficiente per indicare alcune gravi violazioni della Legge di Dio. Vi è stato pubblico pentimento? No. Vi è stata una ritrattazione delle sue posizioni ideologiche? No.
Eppure l’Omelia, che dovrebbe tenere conto che al momento della morte, come insegna la Dottrina Cattolica, ogni anima è sottoposta immediatamente al giudizio particolare da cui è possibile essere destinati al Paradiso, al Purgatorio ma anche all’inferno, da’ per scontato che ci sia “un viaggio verso il Padre”, fra l’altro parlando di un non specificato “oltre”. E si parla di battaglie (quali don Walter? Lo hai ricordato quali tipi di battaglie sono state condotte? È noto a tutti: per le famiglie allargate in cui a suo avviso il matrimonio è stato vissuto come un fardello patriarcale e non un dono di grazia frutto del Sacramento che è segno dell’amore di Dio). E di quale fede parli? La fede che nella Sacra Scrittura e nella Tradizione Apostolica esprime un unico Sacro deposito?
Ciascuno vive in base al primato della propria coscienza perciò ci sarà sempre chi sceglie lo spirito del mondo piuttosto che la vera Legge del Dio Trinitario. Ci sono vite, innumerevoli, e ogni anima è una immensità di pensiero e vissuto, e ripeto, il giudizio di un’anima spetta solo al Sommo Giudice ma almeno risparmiateci di osannare chi ha coscientemente, volontariamente e reiteratamente violato LA LEGGE ESPRESSA DA GESÙ CRISTO! E indicate il peccato mortale col suo nome per carità di Dio. Se non possiamo parlare bene di un fratello o una sorella almeno si abbia la prudenza di tacere.
Con totale rispetto, don Walter, ma nella Verità che ci fa liberi, ci salva e serviamo.
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