I funerali di Michela Murgia. Il vescovo di Sanremo – Ventimiglia, monsignor Antonio Suetta, invita a esercitar il senso critico alla luce della fede e della dottrina cattoliche.
***
Diversi sono stati i commenti – afferma il vescovo Suetta – in genere favorevoli e positivi in merito al suo impegno culturale e politico. Desidero intervenire dopo le molte persone che mi hanno contattato, esprimendo perplessità ed interrogativi. Sono doverose due premesse: non intendo parlare della persona, che ha vissuto un’esperienza drammatica e faticosa per la malattia che l’ha colpita. Per lei il rispetto che si deve ad ogni persona e la preghiera di suffragio per la sua anima”.
“Non intendo intervenire sulle esequie ecclesiastiche che non sono di mia competenza – prosegue Suetta – ma voglio fissare l’attenzione sull’aspetto pubblico di Michela Murgia come scrittrice e sui contenuti del suo contenuto culturale. Mi limito a considerarla una scrittrice, in quanto considerarla una teologa, come è stato fatto in questi giorni, mi sembra eccessivo. Le battaglie che Michela Murgia ha portato avanti sono state legate a sue condizioni personali e a esperienze di vita. Ma i contenuti del suo contributo culturale in moltissimi casi sono stati apertamente in contrasto con l’insegnamento della Chiesa e dalla Dottrina cattolica, in particolare per la concezione della famiglia ed altri argomenti importanti come l’aborto, l’eutanasia ed altro. E’ doveroso, quindi, intervenire perché rimane la libertà di pensiero ed espressione per tutti. Un valido contributo che va verso l’approfondimento delle diverse tematiche, ma diverso è accodarsi in un coro di approvazione per le sue esternazioni, che corrispondono al pensiero oggi dominante. Ma non è corretto farlo dal punto di vista cristiano. La fede e la Dottrina hanno visioni differenti. Naturalmente la visione cattolica può essere messa meglio in luce quando è contrastata da visioni diverse, ma non può essere appiattita sul dibattito, che è utile per arrivare a lasciare in evidenza la verità. Per noi credenti è così”.
“Voglio anche intervenire – prosegue il vescovo – sullo svolgimento delle esequie perché unisco la sofferenza di molti anche alla mia, nel vedere che in chiesa, nel contesto di un luogo sacro, è stata data la parola a persone che esprimono convinzioni e pensieri difformi dalla Dottrina cattolica. E lo hanno fatto in modo sguaiato, suscitando una serie di applausi con tifo da stadio ed atteggiamento da festa, assolutamente improprio”.
“Quando si accompagna una persona nel definitivo passaggio da questo mondo alla casa del Padre – termina Suetta – per noi credenti e pastori dovrebbe essere chiaro che non dobbiamo parlare del morto ma della morte, ovvero del mistero che rappresenta l’orizzonte definitivo della nostra esistenza. Sono bene accette le parole sulla vita del defunto, quando il richiamo è utile alla edificazione comune ma la meditazione e la preghiera devono essere incentrate sul pensiero della morte e della definitiva dimora con Cristo. Molte volte, in proposito alla scrittrice, sono state fatte osservazioni più o meno condivisibili. Però le mezze verità generano confusione, perché non sono sufficienti per mettere in evidenza il bene che c’è nella vita di ogni persona, ma spesso suscitano confusione e fatica nel rintracciare i punti fermi della nostra fede. Ovvero sono veri e propri errori”.
sanremonews.it