Una bella processione e una vera preghiera mariana
di Vincenzo Rizza
Caro Valli,
in mezzo ai tanti scandali che quotidianamente accompagnano le gesta della “Chiesa in uscita”, mi piace raccontarle di una semplice processione che si è tenuta in un piccolo borgo marinaro della Sicilia orientale il 14 agosto, vigilia della solennità dell’Assunzione della Vergine Maria in cielo.
Il paese si affaccia sul Canale di Sicilia, non distante da Malta, ed era in passato abitato prevalentemente da pescatori; nei mesi estivi diveniva anche luogo di villeggiatura per famiglie nobiliari e benestanti.
Si narra che attorno all’anno mille nelle sue spiagge si sia svolta una battaglia tra Normanni e Saraceni: i primi stavano per soccombere quando apparve in loro soccorso la Madonna in groppa a un cavallo bianco e la battaglia fu vinta.
Nel paese è forte la devozione per la Madonna, detta “delle Milizie”, raffigurata, caso raro se non unico al mondo, non solo a cavallo ma brandente una spada contro i musulmani; in definitiva una vera e propria Madonna guerriera a difesa della cristianità.
La devozione mariana è forte anche con riguardo alla Vergine Assunta e annualmente, il giorno della vigilia, la parrocchia organizza nel pomeriggio una processione in cui la statua della Madonna Assunta viene traslata dalla locale chiesa fino al porticciolo e caricata su una barca; da qui parte una nuova processione in mare, detta Varchiata. La barca naviga sotto costa, vicino alle numerose spiagge che caratterizzano il litorale, fino a un paese limitrofo; poi ritorna indietro. All’avvicinarsi della barca i bagnanti, soprattutto bambini, festeggiano gridando “viva Maria!”.
Quest’anno era annunciata anche la presenza del vescovo locale (da poco insediato) che avrebbe partecipato alla processione e poi celebrato la messa eucaristica “a ricordo delle vittime del mare”.
Confesso che leggendo il programma ero alquanto diffidente: tenuto conto che quelle coste sono spesso teatro di sbarchi di migranti, molti dei quali purtroppo hanno perso la vita negli anni, era facile presagire la consueta retorica sui migranti e sull’accoglienza indiscriminata.
La realtà mi ha, invece, piacevolmente sorpreso. La Varchiata si è tenuta, come da tradizione, con sufficiente sobrietà. Al ritorno della statua in chiesa, anche la celebrazione della messa è avvenuta senza le stravaganze cui spesso siamo purtroppo abituati.
Il parroco, a nome della comunità, non ha donato al vescovo alcuno stravagante indumento arcobaleno, ma un tradizionale pileolo (lo zucchetto vescovile), augurandogli di poter sentire sempre la Mano di Dio sul suo capo, per avere discernimento santo;
Il vescovo ha tenuto un’omelia sobria e concisa, accennando ai pericoli del mare ma concentrandosi sull’importanza dell’Assunzione di Maria in cielo.
Al termine della celebrazione, è stata anche recitata la preghiera del marinaio, il cui testo è stato composto del 1901 da Antonio Fogazzaro. Una preghiera certo lontana dall’imperante politically correct. Tra l’altro, implora il “Signore del cielo e dell’abisso” perché dia “giusta gloria e potenza alla nostra bandiera”, comandi “che la tempesta ed i flutti servano a lei”, ponga “sul nemico il terrore di lei”, faccia sì “che per sempre la cingano in difesa petti di ferro, più forti del ferro che cinge questa nave …”.
Chissà per quanto tempo ancora questa preghiera potrà essere recitata; visti i tempi, ancora per poco, temo. Speriamo che la Madonna (anche senza il cavallo e la spada) possa aiutarci nelle battaglie di oggi non solo contro i saraceni ma soprattutto contro chi vuole minare le fondamenta della sana Dottrina.