L’attacco alla FSSPX. Due genitori scrivono: “Perché volete che sia chiusa una delle poche fonti di acqua zampillante? Volete farci morire di sete?”

Cari amici di Duc in altum, ricevo questa lettera i cui autori, due genitori, desiderano non essere citati. Si rivolge alla Nuova Bussola Quotidiana dopo la serie di articoli sui lefebvriani. La sottopongo alla vostra attenzione e riflessione.

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Noi figli del Concilio Vaticano II non capiamo quasi nulla del dibattito che si svolge da decenni intorno alla Fraternità Sacerdotale San Pio X. Figuriamoci! A malapena, durante le turbolenti ore di “catechismo”, ci vennero insegnati il Credo e i Comandamenti.

La nostra tristezza nell’assistere oggi a una battaglia certamente non necessaria è inesprimibile. Siamo assetati, siamo stanchi, siamo battuti da tutte le parti e ora ci volete chiudere anche una delle poche fonti di acqua zampillante rimaste, dicendoci che è velenosa. Volete farci morire di sete?

Non ci interessano i partiti e la politica ecclesiastica! Siamo genitori preoccupati per la fede e, più in generale, per la vita, inclusa quella eterna, nostra e dei nostri figli.

Delusi da Roma? Cosa dovevamo aspettarci da Roma per esserne delusi? Che proclamasse lo stesso Vangelo di Cristo. Invece, come vedrete sotto, nella realtà quotidiana in cui siamo incarnati, “Roma” ne insegna uno totalmente diverso.

Spesso ci chiediamo come si possa mantenere o trasmettere la fede ai propri figli facendo loro ascoltare il contrario di ciò che dice il Vangelo. Si dice che dobbiamo rimanere come Maria sotto la Croce, in attesa e adorazione, mentre nei confronti del Suo Figlio viene compiuta ogni sorta di sacrilegi e abusi. Ma siamo sicuri di essere sotto la croce giusta? O stiamo forse assistendo al suicidio di Giuda? Significa che per duemila anni la Chiesa non aveva capito come si sta sotto lo Croce? Non solo infatti non ha tollerato le eresie che di volta in volta si sono succedute nel tentativo di condannare a morte la Verità, ma ha anche sapientemente protetto la Liturgia che ci permette di “vedere tutto il Calvario”, per citare san Pio da Pietrelcina.

Ora, chiediamo ai giornalisti della Nuova Bussola Quotidiana: quante volte siete costretti ad ascoltare (con bimbi e adolescenti al seguito) i seguenti discorsi seduti sui banchi di una chiesa cattolica o sulle sedie in plastica delle sale parrocchiali? Ecco un breve elenco:

– l’aborto non è un peccato grave e può essere legittimo in alcuni casi

– l’eutanasia può essere un atto di carità e misericordia

– la masturbazione ha una sua utilità

– è lecito avere figli con la fecondazione in vitro

– puoi battezzare tuo figlio anche anni dopo averlo abortito volontariamente, aiuta a superare il trauma

– va bene usare i contraccettivi per prevenire una gravidanza ed essere quindi genitori responsabili

– si consiglia vivamente il vaccino contro il papilloma virus a partire dagli undici anni

– il vaccino contro il Covid19 è come un sacramento. Se non ti vaccini non sei cristiano, perché manchi di carità verso il tuo prossimo

– i vaccini prodotti con cellule di feti abortiti non rappresentano nessun problema morale

– ognuno è libero di credere e prestare il culto pubblico alla “suprema divinità” che preferisce

– l’ecumenismo è la priorità suprema: tutti coloro che credono in Dio, pur nella diversità delle immagini di Dio, cerchino insieme la pace, il dialogo, senza tentare di convertire il prossimo al cattolicesimo

– noi cattolici oggi dobbiamo chiedere scusa a Lutero e a tanti altri che abbiamo perseguitato ingiustamente

– l’inferno non esiste e se esiste è vuoto

– tutti vanno in Paradiso. Dopo morti, siamo tutti santi o angeli che volano in cielo

– le persone LGBTQI+ eccetera sono molto sensibili e amano meglio degli altri, quindi non si può negare loro di avere figli

– la fornicazione non è più un peccato, e nemmeno l’adulterio

– hai un matrimonio infelice che non riesci a gestire? Vai via da casa, prenditi una pausa e se un’altra persona ti rende più felice, allora significa che parla lo Spirito

– se ti senti realizzato, lì c’è la volontà di Dio

– chi prova tristezza non è un vero cristiano. Il cristiano si vede dalla gioia

– san Giuseppe non era casto e Maria non ha avuto un parto verginale

– il peccato originale è una favola, come tutta la genesi, infatti noi deriviamo dalle scimmie come insegna Darwin

– ciò che rende sacra una chiesa è la gente che vi entra, non i vasi, le immagini, l’altare

– siccome oggi ho caldo, celebro e confesso senza stola

– non mi metto il clergyman per non essere divisivo, e poi ho paura di ritorsioni: meglio rimanere anonimi

– qui da noi la Comunione in bocca non si dà

– non è più necessario inginocchiarsi: noi siamo risorti con Cristo e siamo pari a Lui. Possiamo guardarlo in faccia

– togliamo gli inginocchiatoi e nascondiamo il tabernacolo. Al centro deve esserci la gente. Basta con il timore e la devozione: sono cose da vecchiette

– niente processioni mariane; abbiamo già un sacco di catechesi ed eventi pastorali più adatte ai giovani

– il rosario è noioso. Non possiamo proporlo ai giovani. Chi lo recita troppo spesso è bigotto

– chi si inginocchia vuole solo mettersi in mostra

– i figli devono essere liberi di fare le esperienze che vogliono, liberi di sperimentare e anche di sbagliare! Basta con l’educazione rigida. Solo negli errori si incontra Gesù

– durante l’offertorio distribuiamo caramelle e i bimbi che non hanno ancora fatto la prima comunione possono venire avanti comunque: verrà dato loro un cioccolatino perché non si sentano esclusi

– è ora che celebrino i diaconi e la comunione la possano distribuire anche i laici, anche se non sono ministri dell’Eucarestia. Date delle pissidi ai ragazzi e che se la distribuiscano tra loro

– la Messa per le famiglie non si celebra in chiesa ma nella cucina (ultramoderna) della comunità. Così i bimbi possono giocare e dopo facciamo un brunch insieme

– le prossime catechesi saranno tenute da ragazzi della chiesa libera e dei gruppi pentecostali

– ho il piacere di annunciare che con noi oggi celebra la pastora della chiesa evangelica

– questa domenica non c’è il sacerdote, quindi terremo noi diaconesse un servizio divino

– è giusto ordinare le donne sacerdote

– Dio non è uomo o donna. Smettiamola di vederlo con la barba, discriminando le femmine

– niente sacramenti se non pagate

– un cuore di maiale circondato da un preservativo è una metafora del Sacro Cuore di Gesù più comprensibile per i cristiani del nostro tempo

– metti la mascherina, altrimenti niente Comunione

– prima di sposarvi provate ad avere rapporti con diverse donne per trovare quella con la quale avete l’intesa migliore

– convivere prima del matrimonio è raccomandabile

– noi sacerdoti siamo prima di tutto uomini con dei bisogni. Il celibato andrebbe abolito. L’amore ha bisogno del sesso per esprimersi

– l’arcobaleno non è un simbolo legato solo a Noè ma anche alla creatività di Dio, che ci ha pensati maschi, femmine, ibridi…

– i cani e gli animali vanno in Paradiso, quindi dobbiamo amarli e diventare vegetariani

– come preparazione alla Prima Comunione portiamo i bimbi in una moschea a pregare con l’imam

– per la Quaresima la diocesi propone il digiuno della plastica per salvare la nostra casa comune

– per la fine dell’anno scolastico si terrà una celebrazione multireligiosa in chiesa. Dio è lo stesso per tutti. I cattolici non detengono una verità migliore delle altre. In ogni credo c’è una verità ispirata che va rispettata: camminiamo insieme

– riteniamo che la confessione possa provocare turbe psichiche nei bimbi, quindi non si deve più fare

– non si può fare adorazione eucaristica dopo la Messa, quindi uscite

– andate a mangiare una pizza coi vostri figli che è meglio che venire a Messa. Tanto si annoiano e non capiscono niente (anche se è una Messa moderna, Novus Ordo)

– oggi durante la recita del Credo omettiamo la frase “credo nella Chiesa cattolica”: per non escludere i nostri fratelli protestanti

– le tesi di Marx sono molto vicine al cristianesimo

– chi frequenta i gruppi tradizionalisti ha problemi psichici

– san Lutero, prega per noi

Queste sono solo alcune delle perle che noi e i nostri figli abbiamo dovuto ascoltare nelle diverse prediche proposte nelle Messe Novus Ordo: predica al posto dell’introito; predica dopo ogni lettura, predica colorita dopo il vangelo, predica con tanto di auguri dopo la benedizione. Su richiesta, siamo disposti a elencare anche tutti quei gesti appartenenti al linguaggio non verbale tanto caro ai bimbi e che essi imparano soprattutto per imitazione.

Per riassumere: le chiese sono diventate peggio delle sale dei cinema, dove almeno a un certo punto calano le luci e si fa silenzio.

Ecco, ora vi chiediamo di applicare il codice della Carità.

Come può una famiglia (con figli) che voglia rimanere cattolica continuare a frequentare le chiese di cui sopra, le quali, almeno in certe regioni, costituiscono il 99% del totale? Le nostre anime non si trovano forse in uno stato di necessità grave? Per non menzionare gli anni della pandemia…

Non rispondeteci ancora una volta con un “fatevi ore di strada per cercare Messe degne di questo nome”.

  1. Come giudicare? Devo mandare prima un investigatore privato laureato in teologia?
  2. Abbiamo bambini piccoli e in alcuni luoghi in cui si celebra il Vetus Ordo (legittimamente) il pianto di un neonato non è ben accetto.
  3. Farsi cento chilometri ogni domenica per una Messa senza poter essere parte della comunità è praticabile giusto alla domenica e non a lungo termine.
  4. Rinunciare alla Messa durante i giorni feriali (non possiamo farci cento chilometri anche durante la settimana!) piuttosto che partecipare alla Messa celebrata dalla FSSPX (identica alle altre Messe Vetus Ordo), che è a due minuti a piedi da casa, non ci sembra un comportamento dettato dal principio di prudenza.
  5. Dovremmo insegnare il catechismo a casa propria ai figli dai 5 ai 16 anni, privandoli del contatto con altri bimbi e ragazzi, anche se vicino ci sono altre famiglie con figli che si ritrovano a leggere il catechismo di san Pio X per poi fare due tiri a pallone, solo perché il sacerdote è della FSSPX?

Ora, attaccando ancora e ancora una fraternità sacerdotale che tenta di dare alle anime il nutrimento spirituale in un momento come questo, non credo facciate un buon servizio né a Dio, né alle suddette anime. 

Il problema è che non accettate il fatto che ci troviamo davvero in uno stato di gravissima necessità e sì, lo ammettiamo, dopo tanti anni di nauseabondi elogi al Concilio Vaticano II (e di offese ai precedenti) e dopo aver vissuto sulla nostra pelle i suoi velenosi frutti, non crediamo più all’ermeneutica della continuità. Nel mondo reale tale ermeneutica semplicemente non sta in piedi, anche grazie a coloro che per decenni si sono “segnalati come grandi difensori del Concilio”, ai quali avrebbe dovuto “essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa” per citare Benedetto XVI. Eppure noi non abbiamo assistito ad alcun richiamo in questo senso e le derive di tale “tolleranza” sono davanti agli occhi di tutti (anche grazie al vostro lavoro). Scrive ancora Benedetto XVI nella Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica riguardo alla remissione della scomunica dei quattro vescovi consacrati dall’arcivescovo Lefebvre: “Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive”. Eppure, la chiesa reale, quella visibile, quella che ci dite di frequentare e che si definisce orgogliosamente “conciliare”, ha tagliato proprio queste radici. Come potete negarlo?

Nella stessa lettera Benedetto XVI continua: “A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.”

Bene. Questo gruppo è da sessant’anni quello dei fedeli che man mano scoprono la fedeltà e la carità di monsignor Marcel Lefebvre.

Nella Lettera apostolica Ecclesia Dei san Giovanni Paolo II scrive: “A tutti questi fedeli cattolici, che si sentono vincolati ad alcune precedenti forme liturgiche e disciplinari della tradizione latina, desidero manifestare anche la mia volontà – alla quale chiedo che si associno quelle dei Vescovi e di tutti coloro che svolgono nella Chiesa il ministero pastorale – di facilitare la loro comunione ecclesiale, mediante le misure necessarie per garantire il rispetto delle loro giuste aspirazioni. c) inoltre, dovrà essere ovunque rispettato l’animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un’ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l’uso del Messale Romano secondo l’edizione tipica del 1962”.

Noi siamo figli della rivoluzione liturgica di Bugnini & company e non possiamo annoverarci tra quei “fedeli cattolici legati ad alcune precedenti forme liturgiche”: semplicemente non ne sapevamo nulla, poiché ne eravamo stati completamente privati!

Si parla di queste “forme” come se fossero robe da nostalgici, anziani irrigiditi (per non citare i coloriti epiteti usati da Bergoglio). Ma non è così!

Si tratta invece dell’unica forma liturgica che la Chiesa ha sapientemente costudito per 1962 anni! Quella era la tradizione liturgica a cui era legato san Francesco e tanto odiata da Lutero! Cosa farebbe san Francesco oggi davanti a tali abusi? Non farebbe forse quello che fecero san Pio V, san Carlo Borromeo, san Pietro Canisio, sant’Ignazio e tanti altri “martelli degli eretici”? Ponendo la parola fine ai sacrilegi, agli abusi e alle violenze sui fedeli?

Anche noi abbiamo diritto alla grazia. C’è stato un abuso gravissimo da parte del Concilio Vaticano II, un inganno che non viene di certo dallo Spirito Santo. E nessuno di questi abusi è stato a oggi fermamente condannato.

Ora, quale sarebbe la soluzione secondo voi per noi poveri assetati, affamati, nudi, incarcerati dietro le sbarre ideologiche?

Non assistiamo alla Messa celebrata dai sacerdoti della FSSPX con gli striscioni, non siamo dei fan di un partito o di un altro: siamo solo pecorelle alla ricerca della Voce del Pastore e di un luogo in cui noi e i nostri figli possiamo glorificare Dio degnamente, come a Lui si conviene.

Sacramenti legittimi, illegittimi, validi, non validi…  La carità in tutto questo dove si situa? Dobbiamo forse mandare i nostri figli nelle chiese di cui sopra e privarli dell’insegnamento bimillenario della Chiesa che la FSSPX (piaccia o non piaccia) fedelmente trasmette, solo perché il Concilio Vaticano II e i suoi fautori sono divenuti intoccabili?

Siamo stanchi. Quel Concilio pastorale non è l’unico dogma di fede rimasto di duemila anni di Tradizione e Magistero; inoltre, sotto diversi aspetti contraddice i precedenti Concili. Sembra però che per essere veri cattolici oggi si debba fedeltà assoluta solo al Vaticano II, comprese le sue gravi ambiguità e contraddizioni, che hanno fatto germogliare abusi in tutti gli ambiti della fede e della morale! Contro tali abusi però nessuno prende provvedimenti disciplinari. Se lo si facesse, probabilmente avremmo uno stuolo di laici, sacerdoti, vescovi e cardinali scomunicati per apostasia, scisma ed eresia. Crollerebbe tutto l’edificio costruito negli ultimi sessant’anni. Sarebbe un tonfo troppo grosso?

Se davvero ritenete che monsignor Lefebvre abbia sbagliato, e non sia stato mosso dalla carità ma dal protagonismo o dalla superbia, allora smettete di frequentare la Messa gregoriana che esiste oggi solo grazie alla sua disobbedienza e che probabilmente continuerà a esistere in futuro solo grazie alla disobbedienza di altri come lui, visto come si stringe il cappio intorno a questa forma liturgica.

Se rifiutate di comprendere la carità che mosse monsignor Lefebvre nelle sue scelte, allora cominciate ad andare solo alle messe (alle catechesi, agli incontri pastorali, ai campeggi…) di tutti quei sacerdoti, vescovi e cardinali che denunciate puntualmente nei vostri articoli. Siate coerenti con ciò che scrivete a proposito dello “stare in questa chiesa”, visto che secondo voi è quella legittima, il porto sicuro, e non può essere accusata di alcuna eresia. O tutto o niente.

Forse allora capirete il dolore, la sofferenza, la disperazione che ci ha portati a frequentare le Messe della fraternità, mossi solo dal bisogno di sopravvivere agli attentati alle nostre anime. Lo volete capire? Chi ha abolito la Messa gregoriana non era illuminato dallo Spirito Santo e ha commesso un gravissimo abuso. Ha tradito la Tradizione che con san Pio V affermava “in virtù dell’Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l’Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: così che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d’altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale”. “Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo”.

Una cosa è certa: dobbiamo essere tutti più umili, perché in questa diabolica confusione non è facile per nessuno riconoscere la Chiesa di Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza e sulla quale le porte degli inferi non prevarranno.

 

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