Medici e ricercatori: “No alla transizione di genere per i bambini”
di Atilio Faoro
Di fronte al crescente pericolo costituito dalla teoria gender nelle nostre società, una ventina di medici e ricercatori provenienti da nove Paesi hanno scritto un parere che mette in guardia dalla mancanza di consenso scientifico sulle transizioni di genere per i bambini.
Tra l’altro, gli specialisti sottolineano l’importanza di dare priorità al supporto psicologico rispetto ai trattamenti ormonali e chirurgici.
Questo articolo collettivo, pubblicato su Le Figaro, è stato originariamente pubblicato in inglese sul Wall Street Journal. Ecco alcuni estratti.
“Tutte le revisioni sistematiche delle evidenze fino ad oggi, compresa una pubblicata sul Journal of the Endocrine Society, hanno rilevato che le prove dei benefici per la salute mentale derivanti dagli interventi ormonali per i minori avevano un livello di fiducia basso o molto basso. D’altro canto, i rischi sono significativi e includono infertilità, dipendenza dai farmaci per tutta la vita e ansia da rimpianto”, avvertono i firmatari.
“Per questo motivo, sempre più paesi europei e organizzazioni professionali internazionali raccomandano la psicoterapia piuttosto che gli ormoni e la chirurgia come trattamento di prima linea per i giovani con disforia di genere”.
Allo stesso modo, aggiungono, “non ci sono prove affidabili che suggeriscano che la transizione ormonale sia una misura efficace di prevenzione del suicidio”.
“La politicizzazione dell’assistenza sanitaria ai transgender negli Stati Uniti è deplorevole. Il modo per combatterla è che le società mediche allineino le loro raccomandazioni con le migliori prove disponibili, piuttosto che esagerare i benefici e minimizzare i rischi”.
“Il transgenderismo è stato pesantemente politicizzato, da entrambe le parti”, lamentano. “Alcuni giustificherebbero qualsiasi procedura di sostituzione ormonale per qualsiasi giovane identificato come possibilmente affetto da disforia di genere. Questo atteggiamento è pericoloso, perché solo una minoranza di persone identificate in questo modo si qualifica effettivamente con questa diagnosi. D’altra parte, c’è chi non accetterebbe alcun intervento ormonale, a prescindere dalle caratteristiche specifiche di ciascun paziente”.
“Gli endocrinologi non sono psichiatri. Non siamo noi che possiamo identificare le persone che soffrono di disforia di genere. Non si tratta di aprire le porte e offrire un trattamento spesso irreversibile a tutte le persone che potrebbero avere problemi con la loro sessualità, ma di determinare chi ne trarrebbe realmente beneficio”, concludono gli esperti.
Fonte: Avenir de la Culture
Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia