E l’arcivescovo diede la Comunione allo sceicco
Ha suscitato sensazione in rete l’immagine di un vescovo cattolico che durante la Messa, al momento della Comunione, dà l’ostia consacrata a un musulmano.
Non è un fotomontaggio. Effettivamente l’arcivescovo di Londrina, in Brasile, Geremias Steinmetz ha dato la Comunione allo sceicco Ahmad Saleh Mahairi durante la Messa funebre per dom Geraldo Majella (arcivescovo di São Salvador da Bahia e primate del Brasile tra il 1999 e il 2011) celebrata il 28 agosto nella cattedrale cittadina.
Un video postato sui social media mostra lo sceicco Ahmad Saleh Mahairi, fondatore della moschea Rei Faiçal di Londrina, mentre riceve la Comunione in mano e se ne va senza consumarla.
Il Codice di diritto canonico afferma nel canone 842: “Chi non ha ricevuto il battesimo non può essere validamente ammesso agli altri sacramenti”.
In una Nota di chiarimento sull’accaduto, l’arcivescovo afferma: “Le immagini della trasmissione della Santa Messa mostrano Sheiki Mahairi che riceve l’Eucaristia dalle mie mani, ma non lo mostrano mentre la consuma. Di fronte alla ripercussione di queste immagini, ho incaricato il vicario generale dell’arcidiocesi di Londrina, padre Rafael Solano, di parlare con lo Sheiki per chiarire la situazione. Profondamente rammaricato per quanto accaduto, poiché il suo desiderio era di non mancare di rispetto alla Chiesa cattolica, Sheiki Mahairi ha detto al vicario generale che ha ricevuto Gesù, è andato al suo banco, si è seduto e ha consumato l’Eucaristia”.
Prosegue l’arcivescovo: “La Chiesa guarda con stima anche ai musulmani. Adorano il Dio unico, vivente e duraturo, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini e ai cui decreti, anche nascosti, cercano di sottomettersi con tutto il cuore, come Abramo si sottomise a Dio, che l’Islam la fede evoca volentieri. Pur non riconoscendolo come Dio, venerano Gesù come profeta e onorano Maria, loro madre verginale, che talvolta invocano devotamente. Aspettano il giorno del giudizio, in cui Dio ripagherà tutti gli uomini, una volta che saranno resuscitati. Pertanto apprezzano la vita morale e adorano Dio, soprattutto con la preghiera, l’elemosina e il digiuno”.
Conclude l’arcivescovo: “La celebrazione eucaristica ci insegna il nobile esercizio della carità, alimenta la mitezza, conduce alla fraternità e al rispetto di tutti. L’Eucaristia, mistero di amore, sia per tutti fonte di grazia e di luce che illumina i sentieri della vita”.
Ma come la mette il monsignore con il già citato canone 842 del Cdc? Vale la pena ripeterlo: “Chi non ha ricevuto il battesimo non può essere ammesso validamente agli altri sacramenti”.
E ancora: “I pastori d’anime e gli altri fedeli, ciascuno secondo i compiti che ha nella Chiesa, hanno il dovere di curare che coloro che chiedono i sacramenti siano preparati a riceverli mediante la dovuta evangelizzazione e formazione catechetica, in conformità alle norme emanate dalla competente autorità” (can. 843). “I ministri cattolici amministrano lecitamente i sacramenti ai soli fedeli cattolici” (can. 844).
Forse non è più vero che l’Eucaristia richiede la pienezza dell’unione con Cristo e con il suo Corpo che è la Chiesa?
Mah…
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Fonte: acidigital.com
Nella foto (Templário de Maria/Reproduction – screenshot), il momento in cui l’arcivescovo Steinmetz consegna l’ostia consacrata allo sceicco Ahmad Saleh Mahairi