Oggi alle 12 nella regione in cui vivo i telefoni cellulari sono stati raggiunti da un messaggio IT-alert, una cosa che viene presentata come “il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale”. Apprendo che “tutti i dispositivi agganciati a celle di telefonia mobile all’interno della regione hanno emesso un suono distintivo diverso da quello delle notifiche a cui siamo abituati”.
Continua la spiegazione: “Chi riceve il messaggio di test non ha niente da temere. L’invito per tutti è ad andare sul sito it-alert.it e rispondere al questionario. Le risposte degli utenti consentiranno di migliorare lo strumento. La fase sperimentale è stata già avviata in alcune regioni italiane ed entro il 2023 sarà completata. Non è necessario iscriversi né scaricare nessuna applicazione. Il servizio è anonimo e gratuito per gli utenti. I test serviranno a verificare tutte le eventuali criticità per ottimizzare il sistema”.
Poco prima delle 12, quindi, mia moglie ed io (trentanove anni di matrimonio oggi: grazie san Gennaro!) abbiamo ovviamente spento i nostri cellulari. Non riusciamo a prendere sul serio uno Stato che scrive frasi come “verificare le eventuali criticità per ottimizzare il sistema”. E non gli riconosciamo alcun diritto di intrusione dopo che ci ha perseguitati ed emarginati con la storia della pandemia.
E poi, detto fra noi, avevamo altro da fare. Alle 12, come sempre, al classico “suono distintivo” che ci piace (le campane), abbiamo recitato l’Angelus. In latino.