Chiavari / Tra omosessualismo e grilli parlanti
di Romano Curiale
Caro Valli,
quando vergai, giorni fa, qualche pensiero sparso sulla miseranda situazione di Chiavari, non avrei immaginato il seguito.
Come sa, qui nell’Urbe arrivano gli echi delle province, anche le più lontane, e davvero Chiavari non è la più piccola contrada dell’orbe.
Il suo aspetto posato e signorile parla di un passato onorevole e di una fede robusta. La “fiumana bella”, spesso impetuosa e distruttiva, sa essere dolce e suadente e racconta mille e mille storie…
Mi perdoni. Chiavari ce l’ho nel cuore da quando… ma che importa delle rimembranze di un attempato Curiale?
Ebbene, caro Valli, qui Oltretevere le notiziole dal Tigullio hanno mosso le limacciose acque tiberine. Non posso, ovviamente, scendere nei particolari, ma un brivido ha percorso i sacri palazzi. Forse Chiavari è più vicina a Roma (e viceversa) di quanto io stesso immaginassi. O forse la Madonna dell’Orto ci ha messo il ditino.
Ricordo bene quel 18 settembre 1998: dalla piazza dinnanzi alla cattedrale di Nostra Signora dell’Orto sua santità Giovanni Paolo II rivolse queste parole paterne a tutti i figli della Chiesa in Chiavari:
Voglio qui ricordare soltanto quel 25 agosto 1835, quando su questa stessa piazza sant’Antonio Maria Gianelli, allora arciprete di Chiavari, poté annunciare che la grazia della preservazione dal colera era stata ottenuta dalla Madonna dell’Orto e dal Santissimo Crocifisso portato nella processione penitenziale. L’arciprete aveva visto e annunciato il ritorno delle rondini. Da allora avete parlato del “miracolo delle rondini”, al quale un vostro illustre musicista, il maestro Campodonico, per tanti anni organista della cattedrale, dedicò un ispirato oratorio, “Le rondini della Madonna”, eseguito più volte tra queste mura.
Ora la bella stagione volge al termine e le rondini prendono la via del sud. Passano nei cieli dell’Urbe e portano le note dell’oratorio che il Campodonico, organista della cattedrale di Chiavari, compose per celebrare il miracolo delle rondini.
Insieme a queste i sospiri e le preci di tanti chiavaresi che non ce la fanno proprio a veder la loro chiesa percorsa da insani venti e dottrine sulfuree.
Ma una fiumana, brutta questa volta, non cessa d’insozzare ovunque passi. Non paga delle performance LGBT-friendly, la scuola diocesana di formazione teologica Mater Ecclesiae dà avvio all’anno formativo 2023-2024, con una comparsata di Andrea Grillo dal titolo Cose nuove e cose antiche: la chiesa cattolica alla prova della sinodalità. Introduce sua eccellenza monsignor Giampio Devasini, vescovo di Chiavari.
Quindi, se l’intelletto non mi fa difetto, l’Ordinario in persona, presentando il ben noto personaggio, relatore unico, ne sdogana ipso facto le idee, del tutto eterodosse.
Modera don Andrea Buffoli, direttore dell’ufficio liturgico diocesano.
Caro Valli, chiedo lumi a lei, che è avveduto ed esperto giornalista e comunicatore: chi (e cosa) deve moderare il Buffoli se c’è un solo oratore? E che c’entra l’ufficio liturgico con la sinodalità?
Forse il Grillo parlante è ormai un uomo per tutte le stagioni, tranne quella cattolica, ormai una lontana reminiscenza?
Misteri che non mancheranno certo di solleticare i cattolici che ancora resistono nei Sacri Palazzi. E non sono così pochi come si potrebbe credere. In questi tempi mirabolanti e da vertigine, parecchi sommergibili sono acquartierati dove meno ci si aspetterebbe.
A buon intenditor poche parole, ma occhio ai periscopi a filo d’acqua… stanno infittendosi.