di Fabio Battiston
Mi permetto di intervenire, ancora una volta, sul libro del generale Vannacci, in relazione alle posizioni assunte sul tema da Paolo Gulisano [qui e qui], persona che – ci tengo a precisare – pur non conoscendo personalmente stimo e apprezzo per le sue lucide analisi che spesso compaiono sul blog. La mia non vuole essere una replica anche perché – prima del contributo di Gulisano del 17 settembre – il caro Valli aveva avuto la bontà di pubblicare, il 21 agosto scorso, un mio commento sul libro in questione. Le mie posizioni, totalmente diverse dall’analisi del dottor Gulisano, possono essere considerate (per chi fosse interessato a esaminarle) una sorta di risposta “anticipata” alle rispettabilissime questioni da lui poste.
Desidero invece soffermarmi brevemente su una sua frase che mi ha particolarmente colpito. La riporto integralmente: “Sono moltissimi i testi del Cerchio (la casa editrice che sta per pubblicare il libro. N.d.R.) dedicati a tematiche religiose, mentre la stessa parola Dio è totalmente assente dal pur corposo testo (373 pagine nella versione autoprodotta) del Vannacci”.
Leggendo le ultime due righe sono rimasto molto perplesso (e non poco basito). Il dottor Gulisano si sorprende, con evidente indignazione, dell’assenza della parola “Dio” nel testo redatto da un (probabilmente) ateo o agnostico le cui posizioni, tuttavia, potrebbero essere benissimo essere fatte proprie da molti cattolici, apostolici, romani. Ma questo, dottor Gulisano (lo dico col massimo del rispetto, la prego di credere) è guardare il dito anziché la luna! Sono ormai anni che stiamo leggendo testi e documenti prodotti dai più autorevoli esponenti della Chiesa cattolica (religiosi e laici), spesso su tematiche religiose o ad esse affini, nei quali si fatica terribilmente a trovare parole quali Dio, Fede, Trinità, Vita eterna, peccato, inferno, demonio e via discorrendo. Mi sono talvolta misurato con questo “esercizio” di ricerca e i risultati sono stati sconfortanti. Io credo che sia questa la “luna” cui tutti noi dovremmo rivolgere la nostra attenzione e, soprattutto, la nostra preoccupazione e indignazione.
Noi cattolici non abbiamo bisogno di bandiere o di eroi, sono infatti duemila anni che ne siamo fornitissimi: Parola di Dio, Buona novella, Padre, Figlio e Spirito Santo, l’Immacolata Concezione e lo stuolo di Santi che ci guida e ci protegge nella nostra vita. L’autore de Il mondo al contrario è semplicemente un uomo dalla cui penna sono uscite, almeno per quanto mi riguarda, moltissime analisi e riflessioni che, da cattolico, condivido pienamente e un tempo facevano parte di ciò che la Chiesa insegnava. Gli idoli di Vannacci sono Napoleone, Garibaldi e Mazzini? E va bè… nessuno è perfetto, come recitò Jack Lemmon nell’ultima scena di A qualcuno piace caldo. È invece la Chiesa, quella cattolica temporale di quest’inizio di terzo millennio, il vero nemico che dobbiamo affrontare, combattere e, se il buon Dio lo vorrà, distruggere. Una Chiesa che oggi, con le sue tesi/posizioni ormai incontrollabilmente demoniache, di fatto anticipatrici della venuta dell’anticristo, attenta al futuro dei nostri figli e nipoti e alla vita dell’intera umanità. Una Chiesa temporale che per un peccatore e credente, quale sono, si pone allo stesso modo del regìme nazista nei confronti di un ebreo, e non la ritengo un’esagerazione.
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Ringrazio Fabio Battiston per il contributo. Con una piccolissima nota a margine (l’amico Fabio non me ne vorrà). Penso che dovremmo abituarci a dire e a scrivere non “è la Chiesa, quella cattolica temporale di quest’inizio di terzo millennio, il vero nemico che dobbiamo affrontare”, bensì “sono gli uomini che hanno preso il potere nella Chiesa… i veri nemici che dobbiamo affrontare”.
A.M.V.