Un papa che va ad omaggiare, senza farsi il segno della croce e senza benedire, la salma di un comunista e massone. Un cardinale di Santa Romana Chiesa che alla Camera dei deputati fa il panegirico del medesimo comunista e massone. Un nunzio apostolico che si presenta alla Camera, per omaggiare a sua volta il comunista e massone, senza croce pettorale…

Se c’era da mettere una pietra tombale – è il caso di dirlo – sul pontificato di Bergoglio, direi che è stata messa.

Napolitano ha incarnato tutto ciò a cui un cattolico, ma anche chiunque abbia a cuore libertà e verità, dovrebbe essere avverso. Comunista convinto, si schierò per l’invasione dell’Urss in Ungheria. Poi cambiò idea, ma in quel momento si mise lucidamente e consapevolmente dalla parte dei carnefici in nome di un’ideologia di sopraffazione e di morte. Non solo. In seguito fu il fautore dell’incontro tra comunismo e capitalismo, intrattenendo rapporti con il deep State americano.

D’altra parte, non si diventa presidente della Repubblica, e per due volte, per volontà dello Spirito Santo.

Quello che per Bergoglio fu “un grande uomo” e “un servitore della patria” fu certamente una persona colta, e nessuno osa metterne in discussione le qualità umane. Ma nel suo giudizio politico Bergoglio sbaglia. In quanto politico, la vera cifra di Napolitano fu una sola: schierarsi non con la patria bensì con i cosiddetti poteri forti. Pensiamo anche alla sua azione per portare alla presidenza del Consiglio Mario Monti.

Quindi, bene ha fatto, al suo punto di vista, il Grande Oriente d’Italia a esporre la bandiera a mezz’asta in segno di lutto. E certamente si può comprendere l’omaggio espresso con queste parole: “La massoneria italiana del Grande Oriente d’Italia, il Gran Maestro e la Giunta si stringono all’Italia tutta nell’addio a colui che ha incarnato il simbolo più alto della nostra nazione”. Ma perché il papa abbia voluto a sua volta omaggiare, e in quella forma, resta francamente qualcosa di inconcepibile.

A meno che…

A.M.V.

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